I 111 SITI DELLA REGIONE SICILIANA, UN QUARTO DEL PATRIMONIO CULTURALE ITALIAN, RAPPRESENTANO IL 26,4 PER CENTO DI QUELLI PRESENTI IN TUTTO IL PAESE, MA RIESCONO AD ATTRARRE SOLO IL 9,2 PER CENTO DEI VISITATORI E INCASSANO SOLO IL 10,6 PER CENTO DEGLI INTROITI TOTALI
“Il patrimonio culturale siciliano,nei primi 6 anni del 2000, ha avuto interventi strategici di recupero, grazie a una utilizzazione sapiente dei fondi comunitari, per quasi due miliardi di euro e ha conseguito, anche grazie a questi interventi, la leadership mondiale sul Patrimonio Unesco.
“Quello che da qualche tempo manca è una politica coerente di valorizzazione del Patrimonio e una adeguata politica di tutela ambientale e paesaggistica”.
Lo dichiara il coordinatore nazionale di Green Italia, Fabio Granata, che aggiunge – “Fin quando non esisteranno il piano dei rifiuti e non sarà applicato il piano paesaggistico regionale, fin quando si continuerà a ritenere coerente la ricerca petrolifera e la devastazione ambientale dei petrolchimici con un tanto enunciato nuovo modello di sviluppo,fin quando si continuerà a consumare impunemente suolo e a non bonificare e rigenerare,qualsiasi ottimo proposito di sinergia tra cultura, turismo e agricoltura sarà mortificato”.
“Serve una presa di coscienza politica e sopratutto un nuovo Governo Regionale – conclude Granata – al di là delle ottime presenze degli attuali assessori alla cultura, al turismo e all’agricoltura, perché serve un indirizzo politico alternativo all’attuale e alla rivoluzione farlocca che lo caratterizza” .
Da una recente inchiesta de ‘Il Fatto Quotidiano’, i 111 siti della Regione rappresentano il 26,4 per cento di quelli presenti in tutto il Paese, ma riescono ad attrarre solo il 9,2 per cento dei visitatori e incassano solo il 10,6 per cento degli introiti totali. Quella della Sicilia è una storia di mancati investimenti e sprechi.
Anche in un recente studio di Federculture, la Federazione delle Aziende e degli Enti di gestione di cultura, turismo, sport e tempo libero, sono emerse le condizioni drammatiche della Sicilia in fatto di gestione della cultura.
Nella relazione della Federazione emerge come la spesa familiare media per cultura sia pari al 5,8 per cento sulla spesa totale. Si tratta di una media molto distante dalla regione italiana i cui abitanti spendono di più, che è il Piemonte con l’8,8 per cento.
Non va meglio nel rapporto con il Web. Anche su questo versante la Sicilia sconta un’arretratezza sconcertante. Eppure informatica e formazione costituiscono gli “asset” fondamentali delle imprese meridionali per vincere le sfida della competitività, investendo sulla capacità di utilizzo dei nuovi media per accedere all’informazione tramite i numerosi canali oggi disponibili.
Una recente indagine sulla fruizione dei siti culturali siciliani pubblicata su www.strumentires.com ed a firma di Elisa Bonacini ha messo in evidenza la mancanza generale a livello di politiche culturali regionali di un unico ‘core’ strategico, in grado di coinvolgere in forme di comunicazione e valorizzazione avanzata persino quei musei e quei siti di interesse storico-artistico che nel panorama culturale e turistico siciliano sono considerati i punti di eccellenza.
Nonostante nel vastissimo panorama di ‘digital tools’ a disposizione della comunicazione, valorizzazione e fruizione culturale, il Web costituisca una risorsa imprescindibile per qualsiasi istituzione intenzionata a raggiungere una propria audience e a offrire un prodotto culturale in grado di soddisfare una domanda che oggi si aspetta qualità e modernità, la Sicilia resta al margine del mercato.
Dalla citata indagine emerge come sia tristissimo il panorama sul Web del patrimonio culturale siciliano.
I siti di alcuni fra i complessi o i musei più importanti della Regione siciliana hanno una visibilità online tendenzialmente scadente.
Le principali criticità evidenziate nell’Isola dall’indagine empirica a proposito della qualità della comunicazione attraverso i portali sono: il mancato aggiornamento di alcuni di quelli ‘non istituzionali’ e di molti websites istituzionali, la presenza di links non funzionanti, di informazioni erronee o antiquate, di siti web decisamente arretrati e esteticamente poco attraenti.
Un quadro davvero desolante se si pensa che con l’attuale crisi economica il turismo culturale può e deve costituire sfogo occupazionale e di produzione di ricchezza per una Sicilia che presenta la più alta percentuali di disoccupati e il maggiore indice di povertà della Penisola.
È di fondamentale importanza che le istituzioni culturali assumano definitivamente il ruolo di imprese culturali.
La Sicilia del Governo guidato dal presidente Rosario Crocetta, purtroppo, non ha mostrato ad oggi alcuna sensibilità per puntare su una cultura d’eccellenza.
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By vedisotto4 Minuti di lettura
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