Capopolo è riconosciuto dal popolo come proprio rappresentante e capo, specie durante rivolte, sommosse; chi assume il comando di fazioni popolari in caso di insurrezioni o rivolte. Sono questi i significati che si estrapolano facendo una ricerca nei dizionari on line. In realtà qualcuno ha inteso pregiarsi di questo appellativo, non avendo mai partecipato a nessuna rivolta, anche civile o sociale. Al massimo è stato capo di un famoso comitato “pro-cesso”.
Di recente, anzi, arrivano le accuse e le critiche con pesanti allusioni proprio mentre si tenta di far capire che Favara ha bisogno di un sindaco, di un uomo che sappia affrontare le emergenze e assumersene le responsabilità.
Di raro ormai c’è la presenza fisica (come se non esistesse la possibilità di viaggiare in aereo andata e ritorno in un solo giorno) nei momenti difficili o particolari per la nostra collettività, come quella dell’altro ieri quando il consiglio comunale di Favara ha dovuto assumersi la responsabilità di approvare il bilancio comunale consegnato ai consiglieri addirittura l’ultimo giorno dell’anno. Senza avere il tempo materiale di leggere la copertina o le prime pagine della delibera.
Strategia studiata a tavolino, negligenza o un misto scecherato con l’incapacità di un’amministrazione comunale e di un sindaco che litiga con tutti, proprio con tutti. L’elenco potrebbe essere infinito, da ex amici o compagni di partito a semplici cittadini per le vie della città o negli uffici comunali, postali e bancari, per arrivare ai sociale network dove ormai la bacheca personale diventa quasi un ring dove sfogare le proprie incapacità.
E da capopopolo – si fa per dire – non riesce a comprendere che ormai è diventato la barzelletta del paese, e quasi dell’intera provincia che ormai ci conosce per i sacchi impiccati. Prima con l’emergenza loculi cimiteriali, poi con le delibere Tari e Tares, oggi ancora con il bilancio, e si potrebbe continuare sino alla stanchezza.
Ma in fondo Favara non ha Manganella per sindaco, meglio ne ha un altro non ufficiale! Una donna tutta di un pezzo, l’assessore Carmelina Vita, persona per bene, stimatissima che è stata acclamata sindaco dai consiglieri comunali, come si faceva nella prima repubblica quando i consiglieri eleggevano il sindaco. L’assessore Vita, come scrive Giuseppe Moscato è stata capace di “convincere i consiglieri ad accantonare se non addirittura non tenere conto dei tanti dubbi, delle molte perplessità, degli innumerevoli interrogativi e non ultimo la non meno importante questione temporale, e partecipare all’insolita seduta di San Sinveltro e votare il bilancio di previsione 2014“.
Impensabile per Manganella, vecchio politico – si fa per dire – un successo del genere, lui nella prima repubblica non sarebbe mai stato acclamato sindaco dai propri colleghi consiglieri comunali. Un sogno che non gli è riuscito, proprio per le sue doti. Già allora i consiglieri della prima repubblica, forse maggiormente cinici, avevano capito proprio bene il personaggio.
Ed allora cosa c’è da fare? Aspettare in agonia che questa legislatura finisca prima possibile, resettando il comune ma soprattutto questa classe politica rappresentata da un inadeguato.
2 commenti
In un paese che ha una classe politica “normale”, avrebbero chiesto le sue dimissioni, invece a Favara……e la… http://t.co/oZGiTLPH9C
Stiamo parlando del sindaco? favara ha mai avuto un sindaco? Meglio dire, i favararesi pagano un sindaco che non è mai presente nelle sedute più importanti.
Però si lustra e si vanda per qualcosa che dovrebbe essere il suo
dovere (vedi le strade asfatate in viale stati uniti). In quella occasione
si è presentato a tutti i media, come aver vinto un Nobel. Potremmo
fare un lungo epilogo della sua arroganza in quelle poche cose che
normalmente dovrebbero essere diritti del cittadino che lui
rappresenta. Perchè non ci porta i responsabili che hanno profanato
l’eterno riposo dei nostri cari? “NO, QUELLA E’ ROBA CHE SCOTTA”.
Noi, da onesti cittadini ci vergogneremo per lei. FAVARA LIBERA