Il concorso a premi, lanciato ieri, si è concluso con l’individuazione, da parte di un lettore – che si fa chiamare Wolf – del deputato che alle 4,30 del 30 dicembre 2014 si è allontanato dalla Commissione Bilancio e Finanza all’Ars mentre si discuteva dell’emendamento sulle nuove regole per l’accreditamento nella Formazione professionale. Al lettore vanno i nostri complimenti per aver azzeccato il quesito ed aver vinto una copia del testo integrale dell’Avviso 20/2011 corredato dall’ampia produzione di atti amministrativi, al limite dell’illegittimo, da parte dei governi regionali e dirigenti generali succedutisi negli ultimi anni. Il parlamentare distintosi per aver anzitempo abbandonato i lavoro della commissione Bilancio all’Ars è il deputato Lino Leanza, volto conosciuto ai più, politico di lungo corso che è riuscito, più degli altri, a ‘galleggiare’ nonostante i continui mutamenti della politica, riuscendo a trovarsi sempre vicino a chi ha governato e governa oggi la Sicilia. Un parlamentare che è stato per diversi anni vicino al settore della Formazione professionale ed ha ricoperto importanti incarichi non ultimo, durante il governo del presidente Raffaele Lombardo, il ruolo di assessore al Lavoro. Considerato un tecnico di settore, tra i pochi nello scenario politico siciliano, è stato il fautore dello sviluppo della rete degli Sportelli multifunzionali, attraverso l’avvio della programmazione triennale con gli Avvisi 1 e 2 del 2010, l’ultima esperienza positiva in Sicilia di erogazione delle politiche attive del lavoro.
Leanza, può essere accostato anche al nuovo corso politico. In un certo senso ne costituisce l’emblema proprio per la sua storia politica, rappresentando l’anello di congiunzione tra passato e futuro, attraverso l’esercizio di un ruolo attivo e da protagonista nel presente. Il suo disinteresse per il settore e per la sorte dei lavoratori lo accostano inesorabilmente al progetto politico di smantellamento del settore formativo da parte del Governo attuale. Dall’analisi di quanto accaduto nella Formazione professionale negli ultimi anni viene fuori, ahinoi, uno scenario alquanto raccapricciante. Un modo diverso, il nostro, di vedere la realtà che può non piacere ma che sottoponiamo al vaglio degli attenti lettori. Una chiave di lettura che ambisce a rivelare conferme e verità, ad oggi nascoste. Almeno quelle che noi consideriamo possibili verità. Non è detto che lo siano, ma almeno lanciamo un possibile tema di confronto per tentare di sviscerare i veri motivi che hanno spinto l’esecutivo regionale alle scelte degli ultimi due anni.
L’era ‘crocettiana’ è caratterizzata dall’impeto disfattista, dove la politica ed i politici, almeno quelli legati ai partiti della maggioranza parlamentare all’Ars che sostengono il Governo del presidente Rosario Crocetta, esercitano il ruolo di ‘demolitori’ del sistema sociale creato negli ultimi quarant’anni intorno all’erogazione della Formazione professionale in Sicilia.
Lo scopo di questa intrapresa, posta in essere dal Governo regionale e avallata ‘dagli amici degli amici’ che svolgono il ruolo istituzionale all’Ars, potrebbe essere quello di fare spazio per l’ingresso di un nuovo esercito di precari nella Formazione professionale più appetibili politicamente e in grado di assicurare maggiori garanzie elettorali. Una sorta di ‘pulizia etnica’ sull’altare del clientelismo politico-elettorale che non guarda in faccia nessuno. Un’operazione che se ne infischia di 8 mila famiglie di operatori della formazione professionale, spremuti negli ultimi decenni politicamente ed elettoralmente ed oggi caduti nel dimenticatoio. Del resto è stato lo stesso presidente della Regione, Rosario Crocetta, ad annunciare, come riportato dal Giornale di Sicilia il 21 settembre 2014, la nascita di un altro elenco che: “sarà aperto in particolar modo a neolaureati o docenti precari” da aggiungere all’Albo unico degli operatori della Formazione professionale. Parole che dovrebbero far riflettere perché con l’aria che tira e con oltre 3 mila lavoratori della Formazione professionale rimasti privi di incarico, da troppi mesi oramai per effetto di sospensione o licenziamento, il conto è presto fatto.
Un esercito di 8 mila lavoratori ormai ostaggi del perverso meccanismo elettorale che vige in Sicilia e che è quello di sfornare a tutti i costi precari, carne fresca e pronta a apporre la ‘X’ sul certificato elettorale nella chiamata alle urne.
Un ostacolo, questi lavoratori, alla smania di potere del nuovo corso politico che fonda le radici sull’assalto a qualunque settore dell’economia siciliana destinato alla precarietà, unica industria in grado di sfornare voti.
Lo stesso Governatore Crocetta ha anche dichiarato nell’articolo richiamato: “Ed ecco che il punto cardine della nuova legge, che comunque dovrebbe ancora passare dall’esame dell’Aula, riguarda proprio il sistema dell’accreditamento, ovvero dell’autorizzazione a organizzare i corsi: anche scuole, università e imprese potranno ospitare gli allievi e ricevere finanziamenti dalla Regione. E saranno i giovani a decidere dove e quali corsi seguire grazie a un ticket, un voucher che potranno spendere a loro piacimento. Non beneficeranno più, invece, del rimborso per la partecipazione alle lezioni”. Attendiamo ancora che la riforma varchi la soglia di Sala d’Ercole, sede del Parlamento siciliano. Lo stesso Parlamento che la notte del 30 dicembre scorso, come abbiamo ricordato, non ha trovato alcuna intesa sulle regole per l’accreditamento. E il caos continua.
Va aggiunto che, quella dei precari può essere vista come una nuova forma di ‘schiavitù’ che rinasce nel pieno delle regole democratiche.
È davvero allarmante il quadro che emerge dall’analisi di quanto accaduto negli ultimi anni nel settore in Sicilia. Ed il settore della formazione professionale, rimasto, per decenni, indenne dall’onta della precarizzazione per effetto di un quadro normativo di tutela occupazionale e retributiva, oggi si trova a fare i conti con un modello che è esattamente il contrario.
L’industria della precarietà oggi conta circa 100 mila lavoratori in Sicilia, cifra, destinata drammaticamente ad aumentare, alimentata da una politica ‘ottusa e prepotente’ che pensa solamente a garantirsi l’esercizio di un potere economico clientelare che passa sopra i destini di decine di migliaia di siciliani.
Pensare che le formazioni politiche che ingrossano i ranghi delle opposizioni al Parlamento siciliano possano invertire il corso politico del Governo Crocetta appare esercizio davvero complicato. La vera forza trae origine solamente dal popolo siciliano e dalla capacità che saprà dimostrare al momento del voto. Sostituire l’approccio al consenso diretto a favorire l’amico dell’amico con l’espressione nobile del diritto al voto in assoluta libertà di pensiero e scevro da ogni condizionamento esterno è la vera e unica speranza per invertire il corso degli eventi nella formazione professionale come negli altri settori dell’economia siciliana.
Sicilia ON Press. Tutti i diritti riservati. Testata giornalistica registrata al Tribunale di Agrigento al n. 314 del 10/01/2013. Direttore: Franco Pullara. Società editrice: SE.CO.FORM. S.R.L.
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Nuovo corso politico nella formazione professionale: precari al posto di 8000 operatori?
By vedisotto6 Minuti di lettura
58 commenti
Ringrazio per il premio, anche se ad aver vinto è ancora una volta la politica dei voltagabbana, mi affligge dover leggere ancora una volta della inettitudine di alcuni parlamentari , che di formazione hanno vissuto e conprofitto hanno costruito le proprie carriere .
Forse si aspettava il Nerone Siciliano, per mettere in moto il circo della inutile e del grottesco !!!! I Siciliani non possono più tollerare simili giullari.
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