Il partito democratico stigmatizza il comportamento del commissario straordinario Maria Grazia Brandara in quanto ritiene inopportuna la scelta di delegare all’assemblea dei sindaci del consorzio Tre Sorgenti un dirigente del Comune a votare per l’immediata cessione dell’uso delle reti del consorzio all’Ato idrico, assegnandole di fatto a Girgenti Acque.
Più corretto ed opportuno sarebbe stato invece investire della questione, che riteniamo fermamente politica e non meramente amministrativa, il consiglio comunale ancora vigente e pienamente legittimato a decidere nell’interesse della città.
La vicenda della gestione dell’acqua in Sicilia è molto complessa sia dal punto di vista giuridico, per il fiorire di norme (ispirate prima alla privatizzazione e successivamente alla ripublicizizzazione del servizio idrico) che hanno dato luogo a numerosi contenziosi; sia per la situazione verificatasi a seguito del diverso comportamento dei comuni. In mezzo c’è stato un mutamento politico culturale culminato nel referendum che ha sancito un ritorno all’acqua pubblica ed il fallimento, in gran parte della Sicilia, dell’esperimento della gestione attraverso gli Ato e l’affido ai privati del servizio. Il risultato spesso è stato l’impennarsi delle tariffe e la vessazione degli utenti.
La questione del Tre Sorgenti va inserita in questo contesto e la cessione delle reti del consorzio non può essere considerata un atto dovuto a seguito di sentenze, norme e pronunce giurisprudenziali spesso contraddittorie, che sempre più segnano il passo rispetto al ritorno alla ripubblicizzazione dell’acqua.
La cessione delle reti è una scelta politica che andava compiuta avendo chiaro questo quadro di riferimento ed inserendovi una attenta analisi dei costi e benefici per il territorio. Il pd è lungi dal difendere a tutti i costi il Tre Sorgenti che spesso è stato uno strumento per mantenere poltrone e clientele anche per i sindaci licatesi, compreso l’ultimo. Vorremmo, però, si capisse che cedere le reti senza avere affrontato e risolto i tanti nodi relativi: alla questione debitoria del Tre Sorgenti; al futuro del personale; alla ricognizione patrimoniale della società; alla delicata posizione di Palma di Montechiaro, in atto unico fruitore dell’acqua del consorzio, rischia di determinare una situazione di fatto per i Comuni consorziati più gravosa di quella conseguente alla scelta inversa di mantenere le reti e tenere in vita il consorzio, almeno fino alla definizione delle questioni aperte.
Più opportuno sarebbe invece ridefinire scopi e attività del consorzio stesso nel contesto del rinnovato indirizzo di ripubblicizzazione dell’acqua, per come da tempo sostenuto dallo stesso Presidente della Regione Rosario Crocetta-
Il partito democratico licatese è per l’acqua pubblica senza se e senza ma e ci auguriamo che presto veda la luce una legge regionale sul riordino del servizio idrico che faccia chiarezza sulle modalità in cui lo stesso debba realizzarsi, ma sulla questione specifica della cessione delle reti del Tre Sorgenti, non facciamo battaglie ideologiche valutiamo in concreto l’interesse dei cittadini licatesi e chiediamo al commissario straordinario di ritornare sulla sua decisione.