NESSUN PASSO INDIETRO DA PARTE DEL GOVERNO REGIONALE SULLA VOLONTA’ DI RIDURRE IL PESO DEL PERSONALE NEL SISTEMA FORMATIVO REGIONALE. LE LEGGI DI SETTORE SONO ORAMAI CARTA STRACCIA COSì COME IL CCNL
È finita l’epoca del contratto a tempo indeterminato per i lavoratori della Formazione professionale. A sostenerlo oggi l’assessore a Mariella Lo Bello nel corso dell’incontro con i sette lavoratori che 24 ore fa si erano abbarbicati nei locali dell’assessorato regionale alla Formazione professionale. I lavoratori speravano in un epilogo diverso, auspicavano una soluzione all’annoso problema del lavoro perduto per la revoca dell’accreditamento agli enti, Ial e Cefop, ai quali appartenevano, E invece, nulla di tutto ciò. Anzi, a quanto abbiamo appreso, l’assessore-sindacalista avrebbe confermato che il carico dei personale operante nella Formazione professionale sul bilancio della Regione siciliana era da tempo troppo pesante e va alleggerito. L’altra mossa dell’assessore Lo Bello pare sia stata quella di confermare che non ci sono soluzioni per gli enti revocati o de finanziati. Per tali soggetti, ex dipendenti di enti oramai fuori dal sistema di finanziamento pubblico nel settore, rimasti privi di lavoro, non rimane che arrangiarsi. Come però non è dato conoscere. È l’amaro epilogo di una volontà strisciante e tenace del Governo presieduto da Rosario Crocetta di sfoltire il settore abbandonando i lavoratori al loro destino. Questo significa che tutti gli accordi sottoscritti, e sono tanti, con le sigle sindacali, non ultimo quello che ha dato vita alla mobilità orizzontale regionale, sarebbero carta straccia. Un dato è possibile riscontrare tirando le somme dell’incontro odierno: finalmente è chiaro ed inconfutabile il disegno dell’esecutivo regionale che non ha alcuna voglia di mettere in campo strumenti di sostegno alla fuoriuscita anticipata dal settore di una parte, seppur considerevole, degli operatori. Sono in 4000 a rischiare di restare al margine del mercato del lavoro definitivamente. Si registra, in tal senso, il fallimento anche della rappresentanza e del Contratto collettivo di lavoro della categoria messo da parte dall’esecutivo regionale.
E quel che è peggio, la scelta di snellire il settore non dipenderebbe – almeno così sembra – da problemi di bilancio regionale, atteso che da almeno tre anni il settore si alimenta con fondi extraregionale, ma dall’impeto elettorale di formare un nuovo esercito di precari duttili al momento del voto. Se così dovesse essere, se questa dovesse rivelarsi la vera spinta alla macelleria sociale in corso, beh si porrebbe certamente una questione morale oltre che giuridica. L’atteggiamento registrato durante l’incontro con i lavoratori dalla sindacalista Lo Bello è senza alcun dubbio quello di un assessore che avrebbe inferto un colpo mortale alla legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 ed alle norme successive, annientando il volere del legislatore siciliano. Ci può stare che un settore vada sfoltito, ma da sempre lo si è fatto mettendo in campo tutti gli strumenti legislativi previsti per tutelare i lavoratori nella fase critica successiva alla perdita del posto di lavoro. Questo non lo si è riscontrato almeno fino ad oggi, il un settore dove il Governo Crocetta ha solo fatto sfracelli sociali.
Adesso all’Assemblea regionale siciliana si apre la partita della riforma del settore, Se questi sono gli auspici i lavoratori avranno ben poco da sperare. Resta il dubbio sul ruolo dei sindacati che sulla scorta del nuovo scenario che sempre più va delineandosi per il settore non sembrano propensi ad alzare le barricate per difendere i lavoratori. Se così fosse la fine del film sarebbe già annunciata per una parte considerevole degli 8000 operatori della Formazione professionale.
Sicilia ON Press. Tutti i diritti riservati. Testata giornalistica registrata al Tribunale di Agrigento al n. 314 del 10/01/2013. Direttore: Franco Pullara. Società editrice: SE.CO.FORM. S.R.L.
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Formazione, per l’assessore Lo Bello è finito il tempo indeterminato. Prosegue implacabile l’azione di alleggerimento del settore
By vedisotto3 Minuti di lettura
47 commenti
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Giorno 14 inizia il percorso legislativo la cosiddetta riforma Scilabra della formazione professionale. Oggi la Presidenza dell’Ars ha dichiarato inammissibile ratione materiae l’emendamento finalizzato al l’individuazione dei casi in cui scatta la revoca dell accreditamento agli enti gestori con la “prospettiva” che proprio attorno a quest’articolo possa essere costruito o forse è meglio dire ricostruito un pezzo (quello che resta) del settore della formazione professionale siciliana. Certo che se in questi ultimi 10 giorni si è parlato più di questo emendamento che del resto della manovra economica un motivo ci sarà .
Ma c’è soprattutto una lezione che gli operatori (quelli che ci sono e quelli che ci saranno, forse) dovrebbero avere imparato: senza regole senza leggi tutti siamo più deboli. La prospettiva fatta intravedere ai parlamentari che hanno presentato in aula l’emendamento che con buon dose di superficialità e’ stato chiamato salvaenti che tanto entro un mese si sarebbe incardinato ratione materiae nella legge di riforma non tiene conto che i tempi non sono compatibili con le emergenze che interessano gli operatori e gli allievi:
1) 4.000 persone sono fuori dal circuito produttivo e buona parte di loro ha superato 27 mensilità di stipendi arretrati.
2) l’offerta formativa e’ ridotta di oltre il 50%.
Questi sono i fatti a cui proprio quel l’emendamento ha provato a dare una risposta.
Migliorabile, integrabile, modificabilie: il tentativo di un argine al peggio, definizione morotea dell’impegno politico
Deve stare attenta la signora Lo Bello
a rilasciare queste dichiarazioni
di sfida verso i lavoratori della formazione
Perchè potrebbero causare delle
guerre sociali e civili!!!!
Beve troppo…………..
Vorrei ricordare alla Sig.ra Lo Bello che se dovessero essere confermate le presunte dichiarazioni contenute nell’articolo, lei farebbe passare per pagliaccio il Presidente della Regione Siciliana, che ha sempre dichiarato tutt’altro, e questa non è una mia opinione è un fatto, basta controllare, al riguardo, le interviste del governatore.
Presidente, non vorrà mica passare per ciarlatano?
Concordo con i commenti precedenti. Le dichiarazioni, sono pesanti etnicamente scorrette, politicamente inaccettabili, legalmente penalizzabili in considerazione delle leggi in materia vigenti.
Questo è il momento di abbandonare la mediazione e agire fino alla fine.
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La Lo Bello è il braccio armato di Crocetta. Mentre lui fa promesse e rassicura i lavoratori che non perderanno il posto di lavoro e che gli farà recuperare gli stipendi arretrati, alla Lo Bello gli fa dire quello che lui non dice ai lavoratori. In questo modo lui rimane il SARO rivoluzionario e che fa il bene delle persone mentre la Lo Bello si brucia come ha fatto con la Scilabra. Il vero pezzo di m…………a in questa situazione è il presidente Crocetta e il suo burattinaio che tira i fili, Lumia. Queste non sono persone di sinistra sono dei semplici arrivisti e se ne fregano se ci sono 8000 lavoratori ridotti alla fame e alla disperazione più nera assieme alle loro famiglie. Sono peggiori di Hitler e della Gestapo. Io e i miei 16 voti familiari da 30 anni, per il PCI prima e per il PD di recente, non voteremo mai più PD. Alle prossime lo faremo per Grillo…
Perchè dare del ciarlatano a Crocetta ? Lui è un saltimbanco da circo di paese degli inizi 900…………..
Con queste dichiarazioni non penso proprio che l’assessore Lo Bello ex sindacalista (quindi garantista dei lavoratori) sia minimamente preoccupata per le sorti di noi operatori del settore poichè non registriamo alcuna iniziativa ne’ una vera programmazione politicamente responsabile che possa garantire un nostro futuro,registriamo SOLO l’irresponsabilità di questo Governo nel guidare la Sicilia e l’incapacità a gestire le risorse .
E’ vergognoso che dopo anni che si discute di prepensionamenti nella Formazione professionale per alleggerire il settore, a causa di ritardi ed incapacita’ amministrativa, questo Governo regionale perde l’occasione di far fuoriuscire i primi 400 operatori.
Ritengo che anche la proposta di legge dell’ex assessore Nelli Scilabra non fa altro che precarizzare tutti noi operatori del settore e non capisco attraverso quali fondi potremmo essere tutelati.
L’ intento è solo quello di farci fuoriuscire dal sistema facendo “macelleria sociale” infischiandosene delle NOSTRE famiglie per fare spazio all’ingresso di nuovi operatori “precari” nella Formazione professionale che possano assicurare maggiori garanzie elettorali e pronti ad apporre la ‘X’ nella scheda alle urne.
Ricordo ancora che l’iscrizione all’albo unico della formazione professionale non è garanzia poichè come ha dichiarato lo stesso presidente della Regione, Rosario Crocetta, ci sarà un altro elenco che: “sarà aperto in particolar modo a neolaureati o docenti precari” da aggiungere all’Albo unico degli operatori della Formazione professionale. Tutto ciò ci dovrebbe far riflettere e non poco poichè ormai siamo ostaggi del perverso meccanismo elettorale che vige in Sicilia e che è quello di creare precariato.
Pensare che i gruppi politici che siedono al Parlamento Siciliano possano invertire il corso del Governo Crocetta e dare le garanzie a noi lavoratori appare cosa davvero ardua, solo Noi possiamo dimostrare al momento del voto con assoluta libertà di pensiero e da ogni condizionamento, quanto bene abbiano operato sia questo Governo che i gruppi politici che siedono all’Assemblea Siciliana.
Vorrei far presente all’ assessore Lo Bello che se dovessero essere confermate le dichiarazioni contenute nell’articolo, lei metterebbe ancora in ridicolo il Presidente Crocetta, che ha sempre dichiarato che i lavoratori sarebbero stati tutelati e garantiti.
Presidente, a Lei la risposta!
La spada nel Burro.
(la penosa cronaca di un bullismo istituzionale)
L’ Assessore reg.le all’ istruzione e formazione con il suo silenzio conferma i contenuti dell’ articolo di Messina sul destino degli operatori degli enti revocati pubblicato da Siciliaonpress. Inconsapevolmente traccia una strategia del Governo Crocetta finora sommersa tanto dagli annunci mediatici, quanto dai rovinosi fallimenti di buttare l’acqua sporca nella formazione isolana, salvando il bambino. Essa consiste nella sopravvivenza. Tale obiettivo puo’ essere raggiunto conseguendo un ragionevole equilibrio tra gli interessi che vivendo di spesa pubblica, hanno un peso nel consociativo gioco assembleare di palazzo di Normanni e la burocrazia ai piu’ alti livelli. Governare i processi ed eliminare l’escusione sociale se non trova una compensazione nel consenso alla sopravvivenza di questo Governo non si accoglie. Cosi gli operatori della formazione “revocati” rotolano verso un destino dove ciascuno e’ solo perche a loro il contratto di lavoro a tutele crescenti non si applica. Sono la prova provata che il sistema formativo e’ stato dimezzato e i suoi addetti affidati al Wefare regionale che come e’ noto distribuisce mance a crea il consenso che serve. Del resto la rappresentazione mediatica del buon Governo affidato solo alla magistratura e’ stata la cifra politica di questa classe politica. Quanto alla crisi di rappresentanza del sindacato essa si alimenta di una composita percezione del lavoro nella formazione dove pochi o molti che siano coloro che rispettano il proprio lavoro, essi si sono mobilitati per avere regole certe in un settore dove gli attori le eludevano. Il sindacato ha rappresentato il disagio sociale, ma ha mancato nella rappresentativita’ di un bisogno di cambiamento dove non pagassero i rappresentati e ha finto di ignorare che le dimensioni raggiunte dal sistema avrebbe travolto la sua stessa missione. Cosi il Governo puo affondare la spada nel burro, con la sfrontata battuta sul rapporto di lavoro che si addice ai bulli e non a chi dice di non volere lasciare indietro nessuno. Nella Sicilia della lotta mediatica e della revoca dei finanziamenti europei per incapacita’ di spesa, l’agnosticismo sulla sorte dei lavoratori “revocati” diventa il paradigma mediatico della bonifica dal malaffare che intanto il Presidente Crocetta è costretto a denunciare al nuovo Procuratore di Palermo, perché l’agnello sacrificale “revocato” non dissolve né lo spreco e neppure i sospetti abusi. Il sistema dimezzato nella quantità e immutato nella forma, degraderà verso forme di asservimento del lavoro che non riguarda il numero dei partecipanti alle manifestazioni sindacati da chiunque promosse, ma la civiltà stessa del lavoro in Sicilia con la differenza tra lavoratore subordinato e lavoratore soggiogato dalla paura di restare furori, da solo, escluso. Tale sarà l’effetto del disconoscimento della legge reg.le n.24/76. L’ inadeguatezza a guidare l’uscita dalle macerie non riguarda solo la formazione, ma tutte le aree amministrate dalla Regione, ma solo i lavoratori degli enti revocati avranno tante pacche sulle spalle non avendo una meta collettiva capace di mobilitarli. E’ colpa loro? Possibile. Quello che invece è probabile è che non sono i lavoratori a ridisegnare un nuovo e diverso sistema formativo e un funzionante servizio per l’impiego di cui tutti si riempiono la bocca, ma il Governo e l’ARS, qualora ne fossero capaci. E non saranno le alchimie e le chiacchiere a fermare l’implacabile smantellamento del sistema senza una vera strategia che non sia lo scalpo di quattromila lavoratori che credevano di avere dei diritti e si sono ritrovati comparse di una rappresentazione della moralizzazione senza morale.
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