“Nella notte tra il 14 ed il 15 gennaio sono passati 47 anni dal terribile terremoto del Belice, tanti i centri colpiti dal sisma che rimasero completamente distrutti o fortemente danneggiati:
Gibellina, Poggioreale, Salaparuta, Montevago, S. Margherita di Belice. Menfi, Partanna, Grisì, Camporeale, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Sambuca di Sicilia, Sciacca, Santa Ninfa, Salemi, Vita, Calatafimi,
Le vittime furono 370, un migliaio i feriti e circa 70 000 i senzatetto.
Oggi insieme al ricordo commosso per le tante vittime di allora, è necessario fare alcune riflessioni e trarre utili indicazioni per l’oggi.
La prima costatazione amarissima è che, malgrado l’enorme tempo trascorso ed al netto delle tante parate governative fatte in questi anni, quella del Belìce, resta una ferita aperta, non rimarginata, segnata ancora dalla mancata ricostruzione di tante infrastrutture: anno dopo anno, abbiamo sostenuto le iniziative dei Sindaci che hanno chiesto a tutti i governi succedutisi da quel triste giorno, ma ancora tanto resta da fare.
Che cosa ne è stato degli impegni assunti dal Ministro Lupi a Partanna dello scorso anno?
Per tanti anni, troppi, al Belice sono stati negati quello che in casi analoghi altre parti del Paese hanno chiesto ed ottenuto: da Noi né ricostruzione al completo né l’agognato sviluppo economico; da Noi né FIAT ne Agroindustria, solo la disperazione e l’emarginazione che costringe, ora come allora, all’emigrazione.
La CGIL continua a ritenere che per il Belice l’Italia avrebbe potuto e dovuto fare di più e che da una condizione di estremo disagio avrebbero dovuto aprirsi condizioni in grado di far ripartire la vita economica e sociale di una delle aree più deboli del Paese.
La seconda considerazione riguarda la “lezione” che da questi tragici fatti avremmo dovuto imparare, ovvero che occorre “mettere in sicurezza” i nostri paesi; mettere in campo ogni iniziativa utile per essere pronti di fronte ad altre evenienze: i nostri “centri storici” cadono a pezzi già da soli, figurarsi di fronte anche al ripetersi di eventi calamitosi.
Occorre convincersi che è assai più utile e meno costosa una cultura della prevenzione e della messa in sicurezza.
La CGIL ritiene utile che, insieme ai Sindaci e con il livelli di Governo Regionale e Nazionale si operi una verifica dello stato di attuazione degli impegni e compiere ogni iniziativa utile a non spegnere l’attenzione su queste tematiche”.
CGIL PALERMO CGIL TRAPANI CGIL AGRIGENTO
Enzo Campo Filippo Cutrona Massimo Raso
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