IL GOVERNO REGIONALE BALBETTA E NON DECOLLA LA RIFORMA. RESTANO IN PIEDI TUTTE LE CRITICITA’ CHE HANNO DEGENERATO IL SERVIZIO FORMATIVO IN SICILIA
Armonizzazione della normativa regionale con le provvidenze pubbliche, di natura nazionale o comunitaria, la riorganizzazione del sistema delle tutele dei lavoratori, regole chiare per l’accreditamento degli enti, certezza dei tempi dell’amministrazione regionale, dovrebbero costituire alcuni degli argomenti fondanti il processo di riforma del settore della Formazione professionale. Non basta l’azione di pulizia nel settore, indispensabile per cacciare via predatori e malfattori. A questa deve seguire una seria riprogrammazione del servizio di interesse pubblico rigenerando in un sistema di qualità le leve operative dell’erogazione della Formazione professionale. Tutti gli attori politici e del settore sono pronti a compiere il passo. Almeno a parole e nelle dichiarazioni rese alla stampa. Sarà così?
Il disegno di legge che giace da mesi all’Ars però racconta un’altra storia. Si registra ancora d oggi la mancanza di volontà politica ad affrontare seriamente il percorso legislativo di riforma del settore.
A provare a darne una spiegazione il responsabile della Formazione professionale del sindacato autonomo Uslal, Nino Spallino.
“Esprimiamo forte preoccupazione – commenta Spallino – che sulla riforma del settore della formazione professionale ci siano energie avverse. Temiamo -aggiunge – che al Governo del presidente Rosario Crocetta non interessi”.
“Fa paura al’esecutivo regionale – sostiene il sindacalista – il progetto di riforma forse perché è più semplice gestire il settore per via amministrativa dove si può fare tutto e il contrario di tutto”.
“Al settore, invece – commenta Spallino – servono nuovi strumenti per l’accreditamento degli enti, tempi certi da parte dell’amministrazione regionale e chiarezza nelle procedure di revoca al fine del ricollocamento certo dei lavoratori”.
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Formazione, Spallino (Uslal): Fa comodo gestire il settore per via amministrativa
By vedisotto2 Minuti di lettura
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PALERMO. Regione senza fondi, bloccata la cassa integrazione. Almeno 8 mila lavoratori ed ex lavoratori della formazione professionale restano appesi a un piano straordinario del governo per poter sfruttare i fondi europei e superare gli ostacoli.
È stata una giornata caldissima. Di buon mattino Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola rompono la tregua e denunciano che non ci sono ancora soluzioni per i lavoratori degli enti espulsi dal sistema: personale che di fatto ha perso il posto e si aggrappa alla speranza degli ammortizzatori sociali.
Ma per i sindacati «nonostante l’istruttoria del piano Pac 4 Sicilia che conta su 242 milioni di euro, di cui 150 destinati alla cassa integrazione, sia giunta alla fase conclusiva, ministero del Lavoro e Inps mantengono ferma la spesa causando un fortissimo disagio sociale per i lavoratori». I sindacati denunciano che in questo momento negli enti della formazione «gli stipendi non vengono pagati e i lavoratori continuano ad essere licenziati». Un’emergenza che solo nel settore formativo riguarda (o rischia di coinvolgere) ottomila persone.
Secondo le ultime stime della Regione, al 7 gennaio risulta un debito nei confronti dell’Inps di 43 milioni relativo al 2014. Significa che l’istituto di previdenza ha anticipato assegni sociali autorizzati dalla Regione. Ora questi soldi dovrebbero rientrare perchè si possa ripartire con gli ammortizzatori del 2015. E questo è un problema che non riguarda solo la formazione ma tutte le categorie.
PALERMO – «La spesa dei fondi Pac per avviare le attività formative è bloccata, così come il pagamento degli ammortizzatori, infatti, nonostante l’istruttoria del Pac 4 Sicilia di 242 milioni di euro, di cui 150 destinati alla cig, sia giunta alla fase conclusiva, Ministero Lavoro e Inps mantengono ferma la spesa causando un fortissimo disagio sociale per i lavoratori. Mancano le tutele per i dipendenti che sono rimasti senza incarico a seguito della revoca dell’accreditamento degli enti, nonostante l’impegno assunto dal governo regionale a verificare le proposte dei sindacati a salvaguardia dell’offerta formativa e dei livelli occupazionali, gli stipendi non vengono pagati e i lavoratori continuano ad essere licenziati». Rilanciano l’allarme sociale vissuto dagli 8 mila lavoratori della Formazione professionale in Sicilia, i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola, in una lettera unitaria inviata al Presidente della Regione e agli assessorati al Lavoro e Formazione.
«La crisi del settore della Formazione – aggiungono – continuerà ad avere effetti anche per quest’anno e migliaia di persone continueranno a non poter lavorare. Al fine di scongiurarne i licenziamenti prima della riorganizzazione dell’intero comparto, chiediamo l’urgente convocazione di un tavolo congiunto di crisi per esaminare tutti gli strumenti da attivare per sostenere il reddito dei lavoratori e le loro famiglie».