I suoi colleghi e i suoi ex alunni dell’Alberghiero lo hanno voluto ricordare, sicuramente come il grande Cuoco avrebbe voluto, lui molto religioso, in una Santa Messa nella sua parrocchia, San Calogero.
C’erano gli insegnanti e gli studenti, il dirigente scolastico dell’Alberghiero di Favara, il sindaco, il tenente dei Carabinieri, il professore Vetro e il dottore Liotta e tanti altri, che lo hanno ricordato e fatto conoscere ai giovani che non hanno avuto la fortuna di averlo come docente.
C’era la sua famiglia, un pezzo di Totò che custodisce il suo ricordo.
Non faccio la cronaca degli interventi, non serve, basta mettere in qualsiasi motore di ricerca “Totò Schifano” per conoscere tutte le notizie sul grande Cuoco.
C’è “un motore di ricerca” che non si trova su internet, che è la sua famiglia e, in particolare, la sorella Pina.
C’era, mi piace dire, che c’è ancora un legame speciale tra i due fratelli.
“Lunedì prossimo alle 11, l’Alberghiero ricorderà Totò, con la celebrazione di una messa nella chiesa di San Calogero, te lo dico perché sei mio cugino”. Questa la telefonata di Pina di qualche giorno fa, ma ho avvertito, come se lo stesso Totò mi avesse detto “Ti aspetto, vienimi a trovare”.
C’è qualcosa di indescrivibile che supera la stessa morte, quasi se ne prende gioco. Ognuno di noi lo vive e lo fa rivivere negli altri.
Questo mi convince che sia stato l’amore vissuto all’interno della sua famiglia, un dono trasfuso nella grande passione per il suo lavoro, a fare di Totò un grande artista. E’ stato prima di essere un grande Cuoco un grande uomo.