Pino Sciumè
A nostra memoria non si è mai verificato, ma oggi, con “l’uomo solo al comando”, tra l’altro mai eletto dagli italiani, dobbiamo essere pronti ad aspettarci di tutto. Il riferimento è alla decisione del premier e segretario del più numeroso partito presente in Parlamento, ossia l’ordine, ci auguriamo non nel senso militare, di depositare scheda bianca durante le prime tre votazioni per l’elezione del Capo dello Stato.
Recita infatti la nostra Costituzione che oltre ad avere il requisito dei 50 anni compiuti, oltre i diritti di poter esercitare l’elettorato attivo e passivo, il candidato proposto per la Presidenza della Repubblica, deve raggiungere, al fine della sua elezione e nelle prime tre votazioni, la maggioranza qualificata dei due terzi degli elettori. Dalla quarta votazione è sufficiente la maggioranza assoluta, il 50% più uno dei votanti.
Fatta questa premessa, tanto per rinfrescarci le idee, ci facciamo una domanda e ci diamo una risposta, almeno per quanto ci riguarda. Perché la scheda bianca?
Strategia politica, logoramento dell’avversario, una specie di arrosto a fuoco lento perché, come si dice, l’attesa acuisce il desiderio? Può darsi, ma la nostra risposta vuol essere anche una riflessione e al contempo una pausa nel mezzo di un turbinio di ipotesi, di profili circa l’identikit di colui che andrà ad occupare la più alta carica dello Stato, colui che avrà l’onore e l’onere di rappresentare lo Stato italiano in tutte le sue forme e in tutti i suoi poteri. Colui che rappresenterà “per intero” tutti i cittadini.
E oggi i cittadini, che detengono la vera sovranità dello Stato, devono sentirsi dire dai loro rappresentanti che voteranno scheda bianca. Forse colui o coloro che hanno deciso “motu proprio” hanno tralasciato questo piccolo particolare e cioè la rappresentanza. Sono sicuri questi signori che il popolo voglia la scheda bianca? Lo sappiamo tutti che tale scheda serve per far abbassare il quorum alla quarta votazione, ma se i cittadini hanno votato questi signori che a loro volta si sono coalizzati in diversi partiti è evidente che vogliono vedere lo svolgimento degli atti democratici alla luce del sole. Se io ho votato per un candidato di un certo partito che mi deve rappresentare, quel partito mi deve far sapere chi vuol mandare al Quirinale, è un mio sacrosanto diritto, perché la democrazia deve essere interamente “compiuta”. Non sarà eletto? Avanti il prossimo, ma la partita io, cittadino, voglio vederla tutta.
Hanno forse paura dei c.d. candidati di bandiera? Paura di che? Tutte le bandiere dei partiti fanno capo alla bandiera tricolore. Il popolo, il cittadino si nutre di democrazia, di lavoro, di dignità, di rappresentanza vera e costituzionale.
Ma forse, anzi certamente, abbiamo dimenticato che in quell’aula non c’è nemmeno l’ombra di un rappresentante del popolo, voluto e votato da chi è il vero depositario della sovranità nazionale.
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Presidenza della Repubblica: decretata la fine del candidato di bandiera
By vedisotto3 Minuti di lettura