NON SI ARRESTA LA’ MACELLERIA SOCIALE’, EFFETTO DI UNA POLITICA DEL GOVERNO CROCETTA DI TAGLI SU TAGLI NEL SETTORE SENZA PENSARE ALLA TUTELA DEI POSTI DI LAVORO COME PREVISTO DALLE LEGGI REGIONALI IN VIGORE
In arrivo il licenziamento per altri sette lavoratori della Formazione professionale. Prosegue la più imponente ‘macelleria sociale’ che la Sicilia ricordi.
Questa volta tocca ai dipendenti in esubero della Società cooperativa Cesim, aderente all’associazione datoriale Anfop, con sede a Milazzo che, al termine della procedura prevista dagli articoli 4 e 24 della legge n.223 del 23 luglio 1991, si ritroveranno senza lavoro a seguito del licenziamento collettivo per riduzione del personale.
Chiariti i motivi della decisione in una lettera indirizzata dalla Società Cesim all’assessorato regionale alla formazione professionale, alle associazioni degli enti formativi, Anfop, Asef, Assofor, Cenfop e Forma Sicilia ed ai sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Snals Confsal.
Fino al 2013 l’ente, nonostante la riduzione del finanziamento complessivo del 10 per cento, è riuscito a mantenere il livello occupazionale pari a 22 unità. Con l’ulteriore taglio applicato dal Governo regionale in sede di avvio della terza annualità dell’Avviso 20/2011 sommata alla impossibilità per l’ente di rimodulare i percorsi formativi presentati nella prima annualità del citato Avviso per effetto di quanto previsto dalla direttiva n.45555 dell’8 luglio 2013 che ha comportato la difficoltà a reperire allievi con riduzione del monte ore finanziato si è determinato l’esubero.
L’ente, nella citata lettera, sottolinea, inoltre, l’impossibilità di ricorrere per il 2015 all’acceso alla Cassa integrazione guadagni in deroga oppure ai Contratti di solidarietà, in virtù del carattere strutturale del problema. Così come precisa che non è possibile adibire i sette lavoratori ad altra mansione o funzione in virtù del fatto che con il personale rimanente in organico sarà possibile svolgere regolarmente le attività formative.
Quindi, scelta operata dall’ente per esigenze tecnico-organizzative nell’organizzare al meglio lo svolgimento dei percorsi formativi.
Questo è un classico esempio di come le scelte di governo incidano direttamente sul futuro dei lavoratori costretti a pagare i tagli operati per due anni consecutivi da un esecutivo regionale che mentre determinava le condizioni per il licenziamento in massa dei lavoratori sosteneva che nessun sarebbe stato licenziato.
Un quadro in perfetta linea con l’ipocrisia che ha contraddistinto negli ultimi due anni la gestione del sistema formativo regionale da parte del Governo regionale del presidente Rosario Crocetta.