Laici e Presbiteri in cammino per una sua più diffusa e proficua applicazione nella comunità cittadina.
“C’è stata una discreta partecipazione della cosiddetta “gente comune” sempre più sensibile di numerose figure civili ed ecclesiali risultate ancora una volta inspiegabilmente assenti”. A dirlo è Gaetano Scorsone e il riferimento è all’incontro di Venerdì scorso sulla promozione del Bene Comune. Ora, sulla “discreta partecipazione” si dovrebbe, a mio parere, fare una comparazione con gli incontri di partito spesso una sorta di riunione familiare, meglio dei soli parenti della fidanzata.
Diversamente, mi piace dire, c’era la gente nel “primo dei tre pianificati incontri – a parlare è Gaetano Scorsone – che l’Area Padre Pino Puglisi del C.P.C. di Favara ha dedicato alla promozione del Bene Comune nella comunità di appartenenza”.
Nel registro delle presenze annotata la generosa partecipazione di una discreta rappresentanza della cosiddetta “gente comune” sempre più sensibile di numerose figure civili ed ecclesiali risultate ancora una volta inspiegabilmente assenti. Con la convinzione che quella che noi tutti stiamo sopportando sia una crisi di valori più che una crisi economica, l’Area Padre Pino Puglisi ha ritenuto che per poterla efficacemente contrastare non servissero certo ulteriori deleterie misure economiche e/o finanziarie bensì il ritorno ad una superiore forma di Bene – il Bene Comune, appunto ! – che essendo di tutti e di ciascuno, è la sola formula capace di fornire le giuste garanzie di una condivisa crescita e di un reale e duraturo sviluppo, in una società che torni a concentrarsi sulle reali esigenze delle persone. Da qui l’offerta della proponente Area avallata dal C.P.C. che, tenendo conto della pregressa esperienza degli anni passati ( 5 Incontri nel 2012, 6 Incontri nel 2013, 4 Incontri nel 2014, tutti a cadenza mensile) ha ideato per il 2015 un percorso formativo di tre incontri, questa volta incentrati sui disagi, sulle sofferenze, sui conflitti, ma anche sulle ingiustizie e le disfunzioni che puntualmente si registrano, in contesti di volta in volta diversi, allorquando viene a mancare il Bene Comune, ovvero quella visione globale dell’interesse generale perché soppiantato da una pletora di particolarismi in conflitto fra loro che tutto paralizzano secondo un tristemente noto copione. La Corale “Jerusalem-Pino Russello”, diretta dal Maestro Salvatore Lentini, con il Canto “Totus Tuus” predisponendo gli animi dei presenti al discernimento ed alla riflessione, ha segnato l’inizio ufficiale della serata. A seguire, la lettura della Prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi ( Diversità e unità dei carismi – Paragone del corpo ) e la proiezione di slide argomentative sul Bene Comune e sulle più ricorrenti tentazioni degli Operatori Pastorali – tratte dall’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco – hanno spianato il terreno ai successivi interventi ed alla discussione, orientando il tutto al particolare contesto delle comunità ecclesiali che, a differenza di altri quali quello politico, economico, finanziario, scolastico, amministrativo in cui le violazioni del Bene Comune scaturiscono da spinte eminentemente economiche, qui, invece, le “distrazioni” sono riconducibili ad una fredda e sterile espressione di un super io che, di solito, viene confuso fra le pieghe di un granitico zelo ovvero di un reverenziale fervore religioso. Nell’ordine, poi, don Giuseppe Livatino ( Referente Diocesano del Servizio per la Pastorale Sociale e per i problemi del Lavoro), Roberta Teresa Di Rosa e Gaetano Gucciardo ( entrambi Docenti di Sociologia dell’Università di Palermo) hanno offerto non pochi spunti di riflessione. In particolare, don Giuseppe Livatino ha efficacemente rappresentato il valore dell’Unità, della Comunione e della Verità per i Battezzati e ciò sia all’interno che all’esterno delle comunità ecclesiali. . . Coerenza e spontanea gioiosità nel vivere il Vangelo per poter essere sempre più efficaci e credibili testimoni del Bene Comune sul campo. Il Prof. Gaetano Gucciardo, invece, ha evidenziato come nel tempo si sia persa la sana abitudine di chiedere diritti, abitudine, ahimè, sacrificata alla più gratificante moda dello scambio di favori ; ciò ha comportato una consequenziale perdita di fiducia reciproca per la quale si è portati a diffidare degli altri perché visti come potenziali antagonisti nella frenetica ricerca di sempre più gratificanti vantaggi per sé. La Prof.ssa Roberta Di Rosa, infine, ha prodotto delle esperienze dalle quali è emerso come talora, nella ricerca del Bene Comune, la mancanza di dialogo e di sincerità generi dubbi e lacerazioni; ha spiegato i positivi risvolti della circolarità delle energie positive, fenomeno che porta ad amplificare il virtuoso circolare flusso dei valori aggiunti reclutati al superiore servizio del Bene condiviso. Altrettanto interessanti le testimonianze spontanee che hanno fatto seguito agli interventi dei qualificati ospiti”.
L’incontro si è chiuso con l’esibizione della Corale “Jerusalem-Pino-Russello” che, sotto la magistrale guida del Maestro Salvatore Lentini, ha eseguito il canto finale Panis Angelicus.
Mi sono fatto aiutare da Gaetano Scorsone, più bravo di me, nel raccontarvi il primo incontro sul Bene comune, che in passato mi ha visto declinare gli inviti, confesso, convinto si basassero sul solito ragionamento e sulle solite critiche senza veri riscontri sui fatti. Una sorta di parliamone e tanto basta. Invece non è così, ché si cambia solo se prima cambiamo il nostro modo di ragionare, rendendoci perfettamente conto del bene comune, della cosa pubblica, che appartiene a tutti ed è interesse di tutti tutelarlo. Dobbiamo assumere l’identità di cittadini, questo in estrema sintesi, lo sforzo della promozione del Bene Comune.
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