DENUNCIA DEGLI ENTI FORMATIVI DI ISPIRAZIONE ECCLESIASTICA SULLO SFASCIO DELLA FILIERA DELL’ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE. APPELLO AL CAPO DELLO STATO PER CONTRASTARE EFFICACEMENTE LA DISPERSIONE SCOLASTICA, PER SALVARE I GIOVANI DALL’ABBANDONO E DAL RISCHIO MICROCRIMINALITA’
In Sicilia a forte rischio la missione educativa degli enti di ispirazione cristiana.
Appello di Confap Sicilia al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
La Confederazione Nazionale Formazione Aggiornamento Professionale (Confap), a nome di tutti gli Enti di formazione professionale di ispirazione cristiana che operano nella Regione Sicilia (Cnos-Fap, Ciofs-Fp, Endo-Fap, Engim Sicilia, CFp San Giovanni Apostolo) ha preso carta e penna ed ha inviato una lettera al Capo dello Stato denunciato la drammatica condizione in cui versano i giovani in Sicilia. Tocca al presidente dell’associazione, don Antonio Teodoro Lucente, sottolineare lo stato di abbandono dei giovani impossibilitati a dare seguito alla loro vocazionale scelta di formazione.
“ La Regione Siciliana – scrive Lucente – ha dimostrato nel corso degli anni, e in quest’ultimi tempi ancor di più, una non efficiente organizzazione e grave carenza di attenzione nei confronti di quei Giovani che scelgono di spendersi nella Formazione Professionale trattandoli, di conseguenza, come Giovani ‘diversi, di serie B’”.
“ Infatti – prosegue nell’analisi il presidente di Confap – nonostante le incessanti richieste di incontri con gli organi istituzionali della Regione Siciliana con Organismi politici istituzionali, nazionali e regionali, nonostante le molteplici manifestazioni di operatori della Formazione professionale, che da 17 mesi non percepiscono stipendio pur continuando a svolgere con professionalità il proprio lavoro e di Allievi con le rispettive Famiglie, la situazione di grave stallo venutasi a determinare sembra non trovare risposta con conseguenze, ormai, irrecuperabili”.
Nella citata nota don Lucente sottolinea le tante criticità che minano pesantemente il futuro dei giovani in Sicilia, impossibilitati ad esprimere il diritto di ‘cittadinanza’.
“I ragazzi di 14 anni in obbligo scolastico-formativo – sostiene il presidente di Confap – si vedono negata la possibilità di partecipare ai percorsi di formazione professionale con elevate potenzialità, quindi, di andare ad incrementare il bacino, già troppo vasto, dei dispersi, dei ‘Neet’, e forse anche della criminalità giovanile”.
Confap, attraverso la richiamata nota indirizzata al Capo dello Stato, denuncia “la scelta, quanto mai gravissima, da parte della Regione Siciliana di avviare solo il 30 per cento dei corsi di obbligo formativo presso i centri di formazione accreditati e, al fine di recuperare finanziamenti dal Piano ‘Garanzia Giovani’ solo a favore dei ragazzi di 15 anni, negando a quasi 5 mila ragazzi in obbligo scolastico, il diritto di conseguire una qualifica professionale all’indomani della fuoriuscita dalla Scuola Secondaria di Primo grado”.
Non vengono risparmiate critiche ai ritardi dell’amministrazione regionale in sede di avvio delle attività formativi della filiera ‘Istruzione e Formazione professionale’ (ex Oif).
“Le annualità dei percorsi di Formazione professionale – rimarca Lucente – hanno avvio con un ritardo gravissimo, di anche più di sei mesi, rispetto alla scuola, con grave disparità di trattamento dei giovani allievi della formazione professionale rispetto ai coetanei.
Per Confap: “I finanziamenti che la Regione Siciliana ha stanziato per l’anno formativo 2014-2015 è pari a 45 mila euro per corso a fronte della necessaria, realistica, somma di 115 mila euro”.
Grave poi, secondo gli enti di ispirazione cristiana la scelta del Governo e dell’amministrazione regionale di ‘aprire’ anche a soggetti privati non accreditati al sistema di accreditamento regionale.
“L’affidamento – puntualizza Lucente – da parte della Regione Siciliana a Enti non accreditati per l’obbligo formativo e senza alcuna esperienza nella formazione di obbligo, di attività corsuali con inequivocabili dispendi di risorse e sprechi di opportunità di elevare la qualità della didattica nella Formazione professionale”
Inoltre, rivolgendosi al Presidente Mattarella, Uomo della Legalità, della Giustizia e Arbitro Imparziale, don Lucente lancia un appello: “Ci aiuti a difendere la nostra missione educativa, a consentire che tutti i giovani, a Lei carissimi, possano essere cittadini italiani messi nella condizione di esprimere la loro cittadinanza, senza possibilità di cedimenti al ‘non buono ed al non bello’, ci sostenga, affinché noi, che abbiamo scelto per vocazione loro e il loro e nostro futuro, possiamo non lasciarci abbattere da una ‘ingiustizia’ che non meritiamo”.
2 commenti
Complimenti, sante parole. il problema e che nulla cambia
La regione avendo attuato in corso d opera un decreto che esclude dall obbligo formativo i ragazzi che in uscita dalla scuola media inferiore hanno scelto il percorso formativo ,per imparare un mestiere sono stati delusi delusi dalle istituzioni e scartati dalla societá. Le istituzuini devono garantire i minori ma per l ennesima volta si gioca sul loro futuro. Per cui si invita la regione a effettuare un passo indietro e dare garanzia vera ai ragazzi per il loro futuro