L’ASSESSORE REGIONALE PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE COSTRETTO A ‘METTERCI UNA PEZZA’ DOPO LO SCIVOLONE-SCILABRA SANCITO DALLA SENTENZA DEL TAR. DIETRO IL FALLIMENTO DEL GOVERNO REGIONALE IL DRAMMA DI MIGLIAIA DI LAVORATORI
Dietrofront della Regione siciliana sull’accreditamento degli enti formativi in Sicilia.
L’assessore regionale per la Formazione professionale, Mariella Lo Bello, è corsa ai ripari, rispolverando la direttiva del 2006 sull’accreditamento degli enti al sistema formativo regionale. Scelta resasi necessaria dopo la sentenza n.312/2015 del Tribunale amministrativo regionale per la Sicilia di Palermo sul ricorso presentato da alcuni enti formativi che ricordiamo ha annullato gli effetti del decreto assessoriale del 23 luglio 2013.
Accreditamento aperto a tutti, quindi, anche a coloro che hanno in corso contenzioso con l’amministrazione regionale, purchè in regola con quanto contenuto nelle precedenti direttive del 2006, che tornano in vigore.
Uno schiaffo ai propositi del Governo regionale, del presidente Rosario Crocetta, di smantellare il settore della Formazione professionale a costo di sacrificare migliaia di lavoratori, rimasti – nella ‘crociata’ contro gli enti formativi – appiedati e senza lavoro.
Nei giorni scorsi l’assessore Lo Bello aveva già chiaramente lasciato intendere il suo proposito di colmare il temporaneo vuoto, delineatosi, come ricordato, con la pronuncia del Tar, ‘agganciando’ il sistema alle direttive del 2006. Adesso che le porte si sono riaperte potrebbero rientrare in gioco molti enti formativi revocati a causa delle direttive del 2013, cancellate, lo ripetiamo, dalla pronuncia del Tar di Palermo. Anche l’amministrazione regionale dovrà rivedere alcune decisioni e potrebbe verificarsi la necessità di dover revocare le revoche all’accreditamento per alcuni enti formativi, presumibilmente tornati in regola con l’azzeramento delle direttive del 2013. E questo potrebbe significare dover ammettere alla terza annualità dell’Avviso 20/2011 quegli enti tornati a galla.
Non possiamo non rimarcare la sconfitta a tutto tondo per il presidente Crocetta, per l’ex assessore Scilabra ed il suo staff. Sconfitta paradossalmente ‘certificata’ dalla decisione dell’assessore Lo Bello ‘obbligata’ a mettere una pezza allo sconquasso provocato dalla scellerata introduzione di regole sull’accreditamento illegittime.
Non possiamo permetterci di avere la memoria corta. Troppi errori, troppa inadeguatezza o preciso disegno demolitorio? Un interrogativo che speriamo non resti ancora a lungo senza risposta.
Non c’è giustizia senza verità. E nei confronti di coloro che hanno sete, tanta sete di sapere, non ci resta che ripercorrere il momento cruciale di rottura. E poi, rinfrescare la memoria a tutti coloro che troppo frettolosamente hanno pensato di relegare nel dimenticatoio le responsabilità politiche di questo sfascio, può tornare senza dubbio utile.
E lo facciamo nel convincimento che, siccome alla fine paga sempre ‘Pantalone’, è cosa buona e giusta ricordare a chi si è reso autore della stagione dei ‘misfatti’ che restare a galla non sempre alla lunga paga. Dal canto suo, la politica – e questa storia ne è un esempio -spesso e volentieri cambia tutto per non cambiare nulla.
Va detto allora, che la richiamata direttiva sull’accreditamento ‘censurata dal Tar’ è stata pubblicata il 24 luglio 2013 sul sito dell’assessorato alla Formazione professionale dopo una lunga gestazione, fatta di riunioni-fiume, incontri con le parti sociali, confronti a tutti i livelli, anche politico-parlamentare. Ad innescare la miccia della polemica la scelta di introdurre unilateralmente, tra i casi di sospensione e revoca dell’accreditamento, il punto i) che – lo ricordiamo – recava la seguente dicitura: ‘esistenza di liti pendenti e/o contenziosi con l’amministrazione’.
Veemente la reazione. Contestazione che non si è fatta attendere e dall’indomani della pubblicazione della direttiva contenente la norma vessatoria, le critiche, in un clima avvelenato e da ‘resa dei conti’, sono piombate da tutti i fronti: politico, sindacale, e datoriale.
È il caso ricordare un particolare che ha provocato la veemente reazione di alcuni enti e che ha accompagnato il ricorso al Tar per l’ottenimento dell’annullamento della direttiva.
La storia racconta di una lunga notte di trattativa con le parti sociali sui contenuti delle nuove norme da porre a regolamento dell’accreditamento.
Il punto incostituzionale è stato aggiunto ‘a cose fatte’ all’insaputa di sindacati e associazioni degli enti formativi. In pratica, il Governo regionale dopo aver incassato il via libera dalle parti sociali con un colpo di mano ha aggiunto, successivamente, il citato punto i).
Oggi il settore della Formazione professionale piange un vuoto istituzionale durato per troppo tempo. Dalle macerie ricostruire un nuovo modello operativo adesso sarà davvero difficile.
2 commenti
La sete di una giustizia uguale per tutti è una necessità inviolabile anche se c’è chi crede di essere al di sopra di tutto. Anche se stanno tentando di scrivere una nuova storia fatta di abusi,soprusi,vessazioni,cattiverie gratuite in nome di una improponibile antimafia da proporre al popolo coglione che comunque deve subire inerme perché non è più il tempo di imbracciare le armi contro un governo tiranno vestito da pseudo sinistra democratica.
Questo Governo è con il paraocchi come i muli, non aveva capito che le lacrime versati da tanti padri e madri di famiglia stavano annegando la Sicilia. Mi auguro che giustizia sia stata fatta, come dice un proverbio antico, non è mai troppo tardi . Adesso dobbiamo sperare che si possa ripartire . I lavoratori come me che si trovano sull’astrico e non sanno più a quale santo rivolgersi. Finalmente la retta via è stata trovata, dicevo a tutti i miei colleghi di non perdere la speranza e avere fede. Il Signore ha illuminato la mente a coloro che non avevano imboccato la retta via.