Impegnato tra scrittura, collaborazioni giornalistiche, l’aggiornamento giornaliero del suo blog (www.robertoalajmo.it) e l’uscita del suo ultimo volume, Tempo niente. La breve vita felice di Luca Crescente, in libreria per i tipi dell’editore Laterza, abbiamo raggiunto il giornalista e scrittore Roberto Alajmo per farci narrare la genesi di un suo viaggio molto particolare in Sicilia, ma non solo. Ecco, in esclusiva per i lettori di www.siciliaonpress.com, cosa ci ha raccontato.
Ciao Roberto, dopo aver letto il tuo L’arte di annacarsi ho avuto un primo pensiero. All’inizio citi un passo di Gesualdo Bufalino, il quale scrive che le Sicilie sono tante, non finirò di contarle: considerata la miriade di argomenti trattati nel volume, non è che hai provato a farlo tu?
La letteratura è proprio questo: una serie di tentativi, per la maggior parte falliti, di repertoriare il mondo.
Ritornando alle tante storie ed aneddoti raccontati nel volume, hai spaziato dalle mille sfaccettature di Palermo al “gossip” su Federico II, dal pirandellismo di Agrigento all’importanza del “sedere dell’Auriga di Mozia”, dal posto più bello del mondo (naturale culla in cui tramonta il sole) all’ormai secolare dualismo campanilistico tra Ragusa e Modica. Com’è nata l’idea di questo letterario “viaggio in Sicilia”?
Era un’idea attorno alla quale giravo da tempo. Poi Giuseppe Laterza mi ha messo incinto con una commissione ben precisa. Colgo l’occasione per fare l’elogio dell’editore che fa il suo mestiere, ossia l’ostetrico delle idee.
All’inizio del tuo “viaggio” citi Sciascia (“lo spostamento verso il nord dell’ideale linea della palma”), in seguito lo termini con una riflessione su Messina, una città che è stata da sempre un’Araba fenice: c’è forse un po’ di ottimismo verso noi siciliani, “diversi e più complicati”?
L’ottimismo è una specie di dovere civico. Purché non si alimenti di simulazioni. Non mi piace nascondere i difetti di quest’Isola solo in nome del dovere dell’ottimismo. Ma sì: sono ottimista, sul medio periodo.
Hai “elencato” i pazzi di Palermo, di quest’ultima hai descritto l’essenza a cipolla, ci hai fatto viaggiare e conoscere la nostra isola e da poco in libreria è uscito il tuo nuovo lavoro: Tempo niente. La breve vita felice di Luca Crescente, la storia di un giovane e poco conosciuto magistrato prematuramente scomparso nel 2003, che spiccava per la sua alta concezione della Giustizia e dello Stato. Un vuoto nella memoria collettiva certamente da colmare?
C’è una assurda dissipazione nella morte di ogni uomo, ma di alcuni uomini in particolare. Luca Crescente rappresenta per me il modello arrivabile di un impegno civile. Il rigore morale che si accompagna a una visione sorridente della vita.
Antonio Fragapane
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Roberto Alajmo, tra peregrinazioni letterarie e memoria civile
By vedisotto3 Minuti di lettura