SERVE TRASPARENZA E CREDIBILITA’ AL SETTORE PER RISCRIVERE IL FUTURO. SBLOCCARE 400 MILIONI DI EURO E CHIUDERE LE PARTITE CONTABILI PER TROPPO TEMPO SOSPESE. E’ QUESTO IL PRIMO SIGNIFICATIVO PASSO VERSO UNA RIFORMA CONDIVISA, EFFICACE E DI QUALITA’. OGNUNO DEGLI ATTORI FACCIA LA SUA PARTE
Per liberare il settore della Formazione professionale dalle accuse di poca chiarezza nella gestione delle attività corsuali e di mancata rendicontazione delle attività corsuali del passato, è necessario che ognuno deve interpretare il suo ruolo fino in fondo.
In questo momento delicato per la vita del settore, a chi giova il confronto sul virtuosismo degli enti formativi?
Ci sono circa 400 milioni di euro bloccati dalle rendicontazioni rimaste aperte ed una parte è costituita da risorse comunitarie. In una fase storica di grande difficoltà è indifferibile procedere alla chiusura delle partite contabili tra amministrazione regionale e sistema degli enti formativi.
Soltanto un attimo dopo si potrà fare la conta e discernere i virtuosi dai cosidetti ‘cattivi’.
Del resto la scadenza del 30 settembre per la certificazione di ciò che è stato speso con le risorse comunitarie non ammette più tentennamenti e appesantimenti burocratici.
Ed in tal senso, sia gli enti formativi che gli uffici del dipartimento Formazione professionale hanno il dovere di rispettare i tempi.
Sul versante degli enti formativi appare opportuno che ci sia collaborazione con gli uffici che dovranno provvedere alla chiusura dei conti.
In questo momento a poco serve l’autoreferenzialità o gli scatti in avanti che non crediamo possano portare a nulla. È una grande occasione che gli enti formativi non possono lasciarsi scappare.
Lo stesso dicasi per gi uffici del dipartimento Formazione professionale e le società di assistenza tecnica incaricate di completare la chiusura delle partite contabili . Basta con perditempo, si faccia sul serio e si ponga fine a questo gioco delle parti che tiene ancora bloccate centinaia di milioni di euro, una parte dei quali destinati agli operatori della Formazione professionale.
La polemica dei giorni scorsi sul significato di ‘ente virtuoso’ è il caso che venga accantonata momentaneamente perché tale valore si misura anche e soprattutto con la chiusura del procedimento di rendicontazione. E questo vale per gli enti formativo come per il dipartimento della Formazione professionale.
Gli uffici regionali in atto non si può dire che godano gode di buona salute se ancora hanno a che fare con rendiconti aperti e circa 400 milioni di euro bloccati.
Fino a quando non si chiuderanno le rendicontazioni per l’amministrazione regionale parlare di credibilità e trasparenza è davvero complicato.
Così come non è facile parlare di ente virtuoso fino a quando non si provvederà all’azzeramento delle situazioni contabili con l’amministrazione regionale per le attività corsuali degli anni precedenti.
Dal canto loro, facciano bene taluni enti formativi a ricordarsi che dalla chiusura delle rendicontazioni, per la quota di finanziamento riguardante la voce personale, vanno riconosciute le spettanze maturate ai dipendenti. E poi, il virtuosismo ha tante sfumature.
Il ‘virtuosismo’ non è un apprezzamento linguistico né la strenua difesa della ‘Torre di Babele’, ancor meno l’estemporanea autoreferenzialità.
Il virtuosismo di un ente formativo è il frutto di una misurazione oggettiva e non soggettiva.
La trasparente gestione delle risorse pubbliche certificata da soggetti terzi, svincolati da possibili interessi o sgombri da condizionamenti esterni, può essere l’attestazione di virtuosismo.
Virtuoso è quell’ente che non ha alcuna partita contabile aperta con la Regione siciliana.
Virtuoso è quell’ente formativo che pur avendo un debito pregresso con i propri lavoratori, certificato in maniera inequivocabile, agli stessi gli è stato spiegato ‘chiaramente’ che le spettanze sono strettamente connesse alla quota di finanziamento non ancora ricevuta e non dipesa da propri ritardi.
Virtuoso è quell’ente gestore che non accumula ritardi nella procedura di rendicontazione dei propri corsi già conclusi per cause imputabili ai suoi uffici.
Virtuoso è quell’ente che tratta tutti i lavoratori alla stessa maniera, senza privilegi o familismo.
Virtuoso è quell’ente che pesa alla stessa maniera gli ‘istituti contrattuali’ senza guardare in faccia nessuno.
Virtuoso è quell’ente che non licenzia il proprio personale ma chiede alla Regione siciliana di ricollocare attraverso la ‘mobilità interna al sistema, il personale interessato.
Virtuoso è quell’ente formativo che non contrattualizza per qualche ora formativa gli ‘amici degli amici’ dimenticandosi volutamente di chiamare i lavoratori in mobilità.
Virtuoso è quell’ente che pone al centro dell’azione l’allievo ed il suo benessere.
Gli operatori della Formazione professionale onesti e professionalmente preparati auspicano un sistema formativo virtuoso dove il datore di lavoro, pubblico o privato, poco importa, sia rispettoso di norme e regole e puntualmente ottemperi alle obbligazioni assunte.
Un modello formativo, insomma, pensato e centrato su un rinnovato ‘codice etico’ sottoscritto rigidamente rispettato da tutti i protagonisti, nessuno escluso che rilanci la credibilità della Formazione professionale in Sicilia, restituendo fiducia negli operatori e nei fruitori finali.
3 commenti
Una ricetta talmente semplice da risultare quasi banale nella fattibilità. Quello che emerge é la normalità che diventa quasi straordinarietà in questo pantano. La vera rivoluzione della normalità. Bravissimo Peppe Messina. Ottimo articolo, onesto, obiettivo e straordinariamente etico.
Gli Enti sono considerati i principali responsabili della degenerazione della formazione professionale.
Non sono d’accordo se non per gli Enti in cui il responsabile si identificava con il politico di riferimento.
La responsabilità e al 99,999999… % della politica, che adesso si deve assumere le sue responsabilità.
Chi avrebbe potuto impedire ai politici di usare il settore, i sindacati e i funzionari regionali se non avessero collaborato con i politici di turno.
Gli Enti diventano facilmente virtuosi quando i politici predispongono i controlli e gli fanno rispettare le regole, e i dipendenti non sono perennemente sotto ricatto come lo sono stato io per 33 anni prima di essere licenziato.
Crocetta ha condannato miglia di lavoratori, senza colpa, della formazione professionale alla disoccupazione a vita.
Penso che non si renda conto che si trova in Sicilia, forse si sente il presidente di una Regione del Nord Africa, e si sa che nel Nord non mancano opportunità di lavoro.
Purtroppo di lui non si può dire niente che non siano offese pesantissime, e non si può approfittare di chi ci ospita.
Coraggio colleghi, almeno non ci ha soppresso fisicamente.