NELLA LETTERA INDIRIZZATA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA IL LAVORATORE DENUNCIA LE ‘MALEFATTE’ DI UN GOVERNO INCAPACE IN DUE ANNI DI SALVAGUARDARE L’ANELLO DEBOLE DEL SISTEMA FORMATIVO NELL’OPERAZIONE DI PULIZIA DEL SETTORE CHE HA CACCIATO ENTI, AFFARISMO E TRUFFE MA HA CREATO UNA ‘MACELLERIA SOCIALE’ SENZA PRECEDENTI
Si rivolge al Capo dello Stato per denunciare la situazione insostenibile in cui vivono da troppi mesi i lavoratori della Formazione professionale in Sicilia. Condizione resa precaria, ed instabile dall’inconcludenza nell’azione politico-amministrativa dell’esecutivo del presidente Rosario Crocetta.
È Diego Eugenio de Blasi, operatori degli ex Sportelli multifunzionali che chiede, attraverso una lettera, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di intervenire per ripristinare la legalità nel settore formativo. Il lavoratore nel lungo appello rivolto al Capo dello Stato chiede l’autorevole iniziativa istituzionale della Presidenza della Repubblica per attuare le norme di legge regionale in vigore che garantiscono la continuità lavorativa ed il riconoscimento del trattamento economico e normativo previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria. Solo così per de Blasi sarà possibile riacquistare la serenità familiare e una prospettiva lavorativa stabile per il futuro.
Di seguito la lettera di Diego Eugenio de Blasi indirizzata al Presidente della Repubblica.
Appello dei lavoratori al Presidente della Repubblica Onorevole Sergio Mattarella per la grave emergenza sociale del settore della Formazione Professionale in Sicilia.
“Illustre Presidente le scriviamo per ricevere oltre la sua solidarietà anche una richiesta di aiuto all’emergenza sociale e all’esasperazione degli Operatori della Formazione Professionale in Sicilia. Le chiediamo di porre attenzione a questa lettera, comprendiamo che lei avrà tante altre cose da fare di più importante, ma non può sottovalutare una richiesta di allarme sociale, proveniente dalla sua terra natia. Dopo quasi due anni e mezzo di proclami, promesse e chiacchiere da parte del Governatore Crocetta e degli assessori che si sono susseguiti alla guida dell’assessorato all’Istruzione e Formazione Professionale, Nelli Scilabra per 2 anni e dai primi di Novembre 2014, Mariella Lo Bello e degli Assessori al Lavoro, Ester Bonafede, Giuseppe Bruno e Bruno Caruso, il settore è al tracollo.
Gli ottomila lavoratori delle tre filiere della Formazione Professionale in Sicilia (Interventi Formativi, Sportelli Multifunzionali e Istruzione e Formazione professionale ex Oif), ridotti alla fame per gli stipendi non retribuiti. C’è chi attende le proprie spettanze da un almeno 15 mesi fino ad arrivare in alcuni casi a 24 mesi, a cui si aggiungono circa 3.000 lavoratori licenziati proveniente dagli Enti di Formazione Professionale inseriti nel circuito a cui la Regione ha tolto il finanziamento per gravi illeciti amministrativi, molti dei quali senza sostegno al reddito e non inseriti in ‘progetti tampone’ affidati all’Ente strumentale della Regione Sicilia Ciapi di Priolo. È il caso del progetto “Prometeo” dove si registra che su un numero di lavoratori di circa 2060 da utilizzare avendo i requisiti, dopo più di un anno ne sono stati avviati soltanto circa 600 ed altri 1460 ancora aspettano.
E che dire del progetto “Garanzia Giovani” fallito prima di iniziare, seguendo in questo l’esperienza di Prometeo. Alcuni dei lavoratori ingiustamente licenziati hanno avviato un contenzioso nei riguardi della Regione, per violazione delle leggi esistenti in materia di tutela dei lavoratori a cui i giudici del Lavoro, ma anche la magistratura amministrativa del Tar e del Cga, hanno dato ragione e devono essere reintegrati. Siamo stati sviliti dalle incertezze sul nostro futuro, svuotati da ogni tutela, privati soprattutto dalla dignità. Ormai siamo arrivati allo stremo non essendo pagati dal Governo regionale e senza sostegno al reddito perchè fino ad oggi non sono ancora state attivate le procedure per La Cassa integrazione in Deroga per l’anno 2014, oppure se sono state attivate per un determinato periodo relativo all’anno precedente. Al momento attuale non abbiamo ricevuto da parte dell’Inps nessuna somma di denaro riconosciuta agli aventi diritto. Cosa gravissima e non più tollerabile da parte di un Governo Regionale sordo ed inconcludente. Le vorrei far notare che in Sicilia, il Governo di Crocetta in questi mesi, oltre a distruggere tutto il settore, non provvedendo con le dovute contromisure e non avviando una seria programmazione per l’anno successivo e per il futuro, sta distruggendo tutti gli operatori della Formazione professionale e gli operatori degli Sportelli multifunzionali.
A conferma, l’atteggiamento del Governatore della Sicilia che in questi anni ha fatto soltanto proclami, rinvii e nessuna progettazione attivata in tempi brevi, vista la grave situazione venutasi a trovare in merito alla rivoluzione del settore. Nelle varie conferenze stampa o dai salotti televisivi, il Governatore che si è eretto a ‘Paladino dell’antimafia’ ha sempre utilizzato il termine ‘Rivoluzione’ per far capire che con lui la Sicilia sarebbe cambiata, ma si sperava in meglio. Invece, la Regione è sprofondata nel buio più assoluto. La cosiddetta ‘Rivoluzione’ si è distinta per una mancanza totale di azione e progettazione politica, provocando una paralisi di tutti i settori.
Stanno violando i diritti fondamentali riconosciuti e sanciti nella nostra Costituzione e che, per prima cosa come Governatore della Sicilia, Regione dell’Italia, e poi come essere umano, è obbligato a rispettare! Il Governo Crocetta con il suo agire sta violando: gli articoli 3 e 4 della Costituzione, che testualmente recitano:
Articolo 3: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”;
Articolo 4:”La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”.
Il Governatore Crocetta sta buttando in mezzo alla strada circa 8 mila operatori con al seguito le loro famiglie, violando, con il suo agire, il diritto allo studio e provocando la rinuncia a poter soddisfare qualsiasi necessità provenga dai figli degli Operatori della Formazione professionale in Sicilia. Il presidente della Regione con il suo operato ha distrutto psicologicamente ed impoverito migliaia di famiglie, e di questo ne deve rendere conto.
Migliaia di famiglie dignitose ed oneste stanno pagando per colpe altrui. Unica cosa giusta per debellare il malaffare nella gestione dei Corsi della Formazione Professionale è stata la pulizia del settore.
Quello che il Governatore della Sicilia doveva scongiurare e non è riuscito nell’intento o non ha voluto è far ricadere le colpe sui lavoratori, anello debole di tutto il sistema, unici incolpevoli di questo massacro e nella disperazione. Al punto che alcuni lavoratori hanno compiuto nei mesi scorsi, gesti estremi.
Io, come altri miei colleghi degli Sportelli Multifunzionali, ramo della Formazione professionale che si occupa di Politiche attive del Lavoro, siamo stati per più di 8 mesi in mezzo alla strada, sospesi dalle attività lavorative. Abbiamo fatto diverse manifestazioni e sit-in permanenti davanti alle varie istituzioni regionali, alcuni colleghi hanno fatto persino lo sciopero della fame. Ed ancora, alcuni operatori hanno tentato di compiere gli ennesimi gesti estremi, provando a lanciarsi da un cavalcavia antistante la sede dell’assessorato all’istruzione e Formazione professionale. Si è pure sfiorata la tragedia, allorquando, davanti al dipartimento al Lavoro di Palermo, un lavorato si è cosparsi di liquido infiammabile pronti a darsi fuoco per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni al fine di ottenere quello che è un diritto al lavoro e alle retribuzioni. Lottiamo tutt’ora per rivendicare quei diritti non solo sanciti dalla Costituzione ma che abbiamo acquisito nel corso degli anni passati.
Illustre Presidente ci affidiamo al suo buon senso, e al ruolo istituzionale che Lei ricopre per risolvere la questione che è diventata insostenibile.
Le chiediamo illustre Presidente di ridarci quello che ci hanno rubato: Il lavoro, la dignità di persone in quanto tali, e la serenità familiare, che avevamo prima dello tsunami Crocetta.
Siamo stati assunti con una legge regionale ancora in vigore, la n°24 del 6 marzo 1976, siamo titolare di un rapporto di lavoro con contratto a tempo indeterminato, con anzianità lavorativa che varia da 20 a 30 anni. In caso di chiusura dell’ente di appartenenza è prevista la mobilità interna al settore che garantisce la continuità retributiva e la tutela occupazionale, diritti previsti da precise norme di legge che sono state violate. Principi di legge calpestati dal Governo regionale, licenziando molti lavoratori e tenendo sospesi senza sostegno al reddito per quasi 9 mesi noi operatori delle politiche attive del lavoro e soprattutto non rispettando leggi in materia tra cui l’articolo 2 della legge regionale n° 25 del 1 settembre 1993. Articolo che recita: “Al personale iscritto all’Albo regionale previsto dall’art. 14 della Legge Regionale 6 marzo 1976, n. 24, con rapporto di lavoro a tempo indeterminato è garantita la continuità lavorativa e riconosciuto il trattamento economico e normativo previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria”.
Ed inoltre a stabilirlo anche l’articolo 2 della legge regionale 7 maggio 1996, n.31 che integra la Legge Regionale n.25 del 1 settembre 1993, aggiungendo l’articolo 2-bis che testualmente recita: “L’assessore Regionale per il Lavoro, la Previdenza sociale, la Formazione Professionale e l’emigrazione è autorizzato ad attuare per il personale di cui al comma 1 rimasto totalmente privo di incarico, i processi di mobilità previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro degli operatori della formazione professionale”.
Ci affidiamo a Lei illustre Presidente, in qualità di garante delle leggi, confidando nel suo buon senso, e nel ruolo istituzionale di massima autorità che lei ricopre, per far si che le leggi in vigore vengano rispettate dall’attuale Governo Regionale.
A tutto questo si aggiunge il danno che l’esecutivo regionale sta perpetrando nei riguardi di migliaia di giovani che non possono frequentare i corsi di obbligo formativo, a causa del ritardo ingiustificato, prolungato ed insostenibile di circa sei mesi per attuare il piano formativo di Istruzione e Formazione obbligatorio previsto per i giovani in obbligo scolastico o formativo fino all’età di 18 anni.
Formazione prevista dalle leggi nazionali e regionali, eppure i minori sono abbandonati a se stessi ingrossando così la sacca di micro criminalità con una dispersione scolastica che ha raggiunto livelli di estrema gravità sociale. Inoltre è ancora fermo senza risvolti lavorativi il nuovo Programma Europeo e nazionale ‘Garanzia Giovani’ iniziato in Sicilia il primo maggio 2014, rivolto ai giovani da 15 a 29 anni per offrire opportunità lavorative a quelli che finora sono rimasti fuori dal mercato del lavoro. Il programma ‘Garanzia giovani’ prevede finanziamenti dalla Comunità europea e dal ministero del Lavoro agli Stati membri che mettono in campo politiche attive per l’occupazione e con tassi di disoccupazione superiori al 25 per cento. Il programma è rivolto non solo a chi non ha un lavoro ma anche a chi è fuori dai percorsi formativi e scolastici. Questo fino ad adesso non è stato ancora attuato, essendo venuti a mancare per molti mesi i servizi offerti dagli operatori esperti in politiche attive del lavoro.
Le professionalità ci sono , siamo in meno di 1700 quelli degli ex Sportelli Multifunzionali, unici qualificati a spese della Regione per svolgere questo lavoro. Eppure, a causa dei continui ritardi dovuti all’incapacità, all’inconcludenza e l’inefficienza del nostro Governo, si mettono a serio rischio i finanziamenti previsti per attuare il sopracitato Piano. Gli operatori delle politiche attive del lavoro sono una risorsa preziosa, qualificata con i fondi regionali, che è servita per attuare specifici servizi e che in qualunque percorso dovrà essere scelto per il futuro. Quindi sarà necessario utilizzare le competenze e le professionalità acquisite nel corsi degli anni di cui fino ad oggi la Regione si è avvalsa, e delle quali non si può fare a meno.
Adesso, dal 9 Gennaio 2015 abbiamo ottenuto dopo quasi 9 mesi di lotta, senza lavoro e senza sostegno al reddito, un contratto con il Ciapi di Priolo per soli tre mesi fino al 09 Aprile 2015 e fino ad ora non sappiamo se il “Progetto Garanzia Giovani” per noi continuerà. Non chiediamo di stravolgere i Servizi del lavoro con una riforma radicale, ma di apportare alcuni aggiustamenti a quella già prevista sia dalla legge regionale n°24/76, che dalla legge regionale n°24/2000. Inoltre chiediamo di ritornare a svolgere il lavoro che abbiamo fatto per 14 anni con dedizione, abnegazione, competenza e professionalità con qualsiasi datore di lavoro sia esso il Ciapi, o siano essi gli enti sani e virtuosi della Formazione professionale accreditati dalla Regione siciliana per volgere le politiche attive del lavoro, aggregando i lavoratori attualmente licenziati da alcuni enti di appartenenza, mettendo a disposizione le nostre competenze per tutte le tipologie di disoccupati (non solo per i giovani) e soprattutto per gli utenti che usufruiscono di ammortizzatori sociali, attuando tutte le misure previste utili per promuovere l’occupazione, volti alla ricollocazione ed al reinserimento lavorativo. Le chiediamo illustrissimo Presidente un immediato intervento perchè siamo arrivati al limite della sopportazione e dell’esasperazione. Il Governo Regionale ha rotto l’equilibrio del settore della Formazione professionale e si è andato a cacciare in una grave situazione che nemmeno loro sanno come uscirne.
Confidando in un Suo autorevole riscontro, La ringraziamo di cuore per quello che potrà fare per farci uscire da questa situazione insostenibile, resa precaria, ed instabile, facendo attuare la legge che prevede che venga garantita la continuità lavorativa e venga riconosciuto il trattamento economico e normativo previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria, per riacquistare la serenità familiare e una prospettiva lavorativa stabile per il nostro futuro”.
3 commenti
Mi auguro che l’interlocutore non sia sordo, troppi uomini politici, troppe cariche istituzionali hanno fatto “orecchio da mercante”.
Personalmente scrissi al vecchio “re Giorgio”, risultati zero.
Non ripongo più nessuna fiducia in chi ci governa, due anni e passa di dura lotta per il riconoscimento dei propri diritti sono troppi, mi sono reso conto che in questo “bel paese” esiste una sola classe sociale avvantaggiata “la politica”, che stupidamente noi continuiamo a sostenere, non abbiamo la forza di dire “basta”. Di tutto questo un giorno dovremo rendere conto ai nostri figli, abbiamo ereditato un mondo corrotto dai nostri padri, consegneremo i nostri figli alla schiavitù! L’ITALIA è stata fatta da uomini coraggiosi . . . magistratura? procure? anche l’aria è impregnata di corruzione, tutti sanno e nessuno agisce . . . non dico più niente, senza azioni vere tutto è inutile!
Anche questo appello forse cadrà nel vuoto. Solo l’azione forte di uno, pronto a sacrificarsi per tutti, forse, potrà scuotere la coscienza di chi, solo applicando le leggi esistenti , potrebbe mettere fine a tutto questo e dare una speranza a chi di questo lavoro viveva . Ad un anno dal licenziamento e oltre a centinaia di CV inviati a varie aziende , che certo non cercano cinquantenni, non ho molte speranze di continuare a dare serenità alla mia famiglia .
Chapeau al collega, per quello che ha scritto, fotografa fedelmente la situazione in cui versa il settore della formazione professionale in Sicilia.
I giudici della Corte Costituzionale hanno ritenuto inammissibile il referendum abrogativo sulla legge Fornero, se il Presidente Mattarella è stato uno dei giudici che ha votato a favore, penso che la richiesta d’aiuto lanciata dal collega rischia di essere vana.
Spero con tutto il cuore che Lui ha votato contro.
Personalmente preferisco restare disoccupato per altre tre vite, pur di non chiedere nulla a chi ha contribuito a impedire agli italiani di esprimersi su una legge scellerata, che da un lato garantisce i signori privilegiati che continueranno a godersi i loro privilegi, e dall’altro toglie l’assegno di pensione almeno per sette anni a chi avendo perso il lavoro ha lavorato per 36 anni e ha compiuto più di sessant’anni di età.
Auguri colleghi.