I NUMERI NON CONVINCONO. 44000 I GIOVANI ISCRITTI AL PROGRAMMA IN SICILIA. 22000 PRESI IN CARICO DAI CENTRI PER L’IMPIEGO. BRUCIATI GIA’ 10 MESI DALL’AVVIO DEL PRIMO MAGGIO 2014. SOLO PER CIRCA 6800 E’ STATO SOMMINISTRATO L’ORIENTAMENTO DI PRIMO E SECONDO LIVELLO. CON TRE MILIONI SI POTRA’ ONORARE LO STIPENDIO A CIRCA 1580 OPERATORI EX SPORTELLI MULTIFUZIONALI SOTTO CONTRATTO AL CIAPI PER TRE MESI?
Non decolla il programma Garanzia Giovani nell’Isola. I dati sono inequivocabili. Sono circa 6800 i giovani ‘trattati’, ai quali, cioè, è stato somministrato l’orientamento di primo e secondo livello.
Circa un quarto, quindi, dei 22 mila giovani presi in carica dai Centri per l’Impiego nei mesi scorsi su un totale di circa 44 mila iscritti al programma ‘Garanzia Giovani Sicilia’.
Se facciamo una semplice moltiplicazione ci accorgiamo che i conti non tornano. Almeno, non tornano se si guarda alla garanzia retributiva dei circa 1580 operatori in servizio presso il Ciapi di Priolo per effetto della partecipazione al bando del luglio 2014.
Partiamo dalla considerazione che il trattamento di un giovane costa 35 euro all’ora. Se si moltiplica 6800, i giovani ‘trattati’ da 9 gennaio ad oggi in Sicilia, per 280, il costo unitario, la cifra che viene fuori è di circa 3 milioni di euro. Con questo risultato è probabile che non si riuscirà a pagare neanche una mensilità ai circa 1580 operatori in servizio preso il Ciapi. Come la mettiamo?
In aggiunta all’aspetto sociale c’è quello del raggiungimento degli obiettivi ai fini del rimborso da parte del ministero delle risorse. E senza la somministrazione della formazione professionale o dei percorsi di tirocinio come si potranno raggiungere gli obiettivi fissati? Come ottenere il rimborso da Roma, visto che le risorse vengono erogate ex post? E soprattutto senza una efficace rete di servizi per il lavoro come potrà affrontare la Sicilia la sfida del mercato del lavoro nei prossimi anni?
Rispetto al quadro così delineato emergerebbe un’attività autoreferenziale. Si ‘tratta’ il giovane, cioè, senza offrirgli il servizio di tirocinio o il percorso formativo.
Ed allora, i dubbi aumentano. Come mantenere motivato il giovane rispetto a questo stato di cose?
Siamo davanti, in buona sostanza, al gatto che si morde la coda. Da un lato se devi aumentare il numero dei ragazzi, deve offrire le azioni nella loro completezza anche se in atto l’attività è monca dei servizi non erogati (tirocinio e formazione). Dall’altro lato, non puoi sospendere l’attività di orientamento al 9 di aprile dato che restano circa 15200 giovani da trattare oltre che ad altre decine di migliaia da attrarre. Eppure il contratto trimestrale sottoscritto dalla platea interessata con il Ciapi è in scadenza. Che succederà dopo? Si prorogherà il contratto per altri tre mesi e con quali risorse?
Un fatto è certo, l’amministrazione regionale ha necessità di correre per pubblicare il catalogo dell’offerta formativa in maniera tale che il pacchetto complessivo diventi appetibile e gli operatori vengano messi nelle condizioni di sottoporre l’offerta ai giovani. Nella speranza, ovviamente, che detti giovani trovino interessante sottoporsi al percorso previsto dal citato programma Garanzia Giovani.
Stessa cosa dicasi con i tirocini, la quale azione necessita di un provvedimento amministrativo che ne detti tempi e modalità d’attuazione.
Solo così potrà cominciare ad assumere forma l’offerta ai nostri giovani che non può limitarsi, lo ribadiamo, alla sola fase di orientamento. Diversamente ci troveremmo davanti all’ennesimo fallimento gestionale e politico della Sicilia e del Governo regionale del presidente Rosario Crocetta.
Abbiamo uno strumento per i giovani siciliani e abbiamo l’obbligo di renderlo funzionante ed operativo. Abbiamo circa 1580 operatori professionalizzati ai quale dare una stabilità lavorativa. Innestati, magari, in un meccanismo di rete dei servizi per il lavoro che in Sicilia, purtroppo, non decollano ancora.
Il Governo faccia presto e recuperi il tempo perduto. In ballo non ci sono solamente le famiglie degli operatori ex Sportelli multifunzionali ma anche e sopratutto migliaia di giovani. Un dato per tutti: i giovani entro i 29 anni, che non studiano, non lavorano e non lo cercano, i cosiddetti Neet (not in education, employement or training) sono circa 500 mila su una popolazione che si aggira sui 5 milioni. Sono troppi e non offrire loro opportunità di formarsi, istruirsi, conoscere ed autodeterminarsi significherebbe pregiudicare intere generazioni ed il futuro produttivo ed occupazionale della Sicilia per i prossimi decenni.
La sfida è epocale, saprà questo Governo regionale mettere in campo adeguate ‘armi’ di contrasto per risalire la china?
Questa è la scommessa del futuro, la scommessa su cui tarare i servizi per il lavoro in Sicilia.
1 commento
analisi lucida. Aggiungo qualche dato visto che sono un operatore delle politiche attive del lavoro impegnato nel progetto Y.G. E precisamente un “supporto” alle attività di orientamento. Sarebbe incomprensibile far cessare tutto al 9 di aprile, varrebbe a dire gettare letteralmente milioni di euro a mare. Che senso avrebbe iniziare un’attività per poi interromperla dopo tre mesi senza aver raggiunto un minimo di obiettivo. Esiste allo stato uno scollamento tra operatori dei cpi (ex precari stabilizzati) ed operatori Y.g. I primi si limitano a convocare tramite mail gli utenti che hanno aderito al piano ormai quasi un anno fa. Risultato? Si presentano al colloquio di secondo livello il 50% degli utenti. Sfiducia? Disillusione? Errato strumento di convocazione?. A noi non è dato sapere quanti sono gli utenti che hanno aderito e men che meno abbiamo accesso al software silav per poter noi convocare gli utenti magari telefonicamente. In questi casi il coordinamento e’ il fondamento per la buona riuscita. Se fallimento sarà e continuando di questo passo sicuramente lo sarà, a chi dovranno essere ascritte le colpe?. Non certo ai dipendenti ciapi i quali almeno per il momento si limitano ad accogliere ed orientare quelli che… Si presentano. Un dato è certo: non possiamo sopperire all’Improvvisazione della classe politica che ci governa e dei dirigenti che ci amministrano.