L’ASSESSORE NON NASCONDE LA VOLONTA’ POLITICA DI TUTELARE L’ANELLO DEBOLE DEL SISTEMA FORMATIVO REGIONALE NEL RISPETTO DELLE LEGGI IN VIGORE
Sulla sorte dei lavoratori della Formazione professionale tanto si è detto e molto si è scritto. A volte dicendo la verità ed in altri casi alimentando malumori in un settore già di per sé imbrigliato nel caos degenerato da una ‘macelleria sociale’ che affonda le radici a molti, ma molti mesi addietro.
Tanto abbiamo scritto negli ultimi due anni in merito all’inadeguatezza del Governo regionale nel far fronte all’emergenza occupazionale del settore.
Non abbiamo risparmiato critiche alla burocrazia che non ha aiutato il settore a smussare cancrene e meccanismi contorti. Non ci siamo mai sottratti dal raccontare lo sfascio in cui è declinato il settore per precise e sbagliate scelte politiche prima che amministrative che hanno finito per danneggiare solamente gli operatori, vittime di un sistema che andava smantellato.
La guerra sferrata agli enti formativi non ha risparmiato i lavoratori. Questo è il grandissimo errore compiuto dal Governo del presidente Rosario Crocetta nei due anni precedenti.
Oggi, alla guida dell’assessorato – e da qualche mese – c’è Mariella Lo Bello, una che di esperienza ne ha. Ed è già un fatto. Riuscirà a raddrizzare la nave alla deriva? Non lo sappiamo. E con il clima che si respira da troppo tempo è pure difficile credere alle sue parole ed ai suoi propositi.
Ed è anche naturale la grande sfiducia che serpeggia nel settore tra i lavoratori. Soprattutto tra coloro, e sono in almeno 3 mila e 500, che – costretti nel limbo dell’aleatorietà – soffrono più degli altri l’incertezza sul futuro, in un presente senza lavoro e reddito.
Da qualche parte pur tuttavia occorre ripartire.
Ed allora torniamo a chiederci: saprà l’assessore Lo Bello rinvigorire il settore? Riuscirà concretamente e con i fatti a salvare i lavoratori? Avrà al forza e l’autorevolezza per dotarsi di regole certe ed inequivocabili nella scelta degli enti virtuosi? Enti cioè che rispettino il contratto di lavoro, le leggi ed eroghino mensilmente le retribuzioni, abbandonando per sempre l’atteggiamento in taluni casi ‘vessatorio’ di padrone indiscusso e assoluto? Saprà l’assessore Lo Bello dare una sterzata portentosa alla burocrazia, riorganizzando gli uffici in guisa tale che le scadenze degli uffici vengano rispettate?
Il compito è arduo, certamente. Intanto, è utile partire proprio da quello che pensa, da ciò che ha intenzione di fare e che sta facendo, dalla cosiddetta volontà politica, insomma.
L’abbiamo cercata ed ha risposto prontamente alla nostra chiamata per chiarire alcuni aspetti del suo mandato. Parole che risolvono poco, o forse nulla, ma che tentano di chiarire almeno il rapporto con il mondo dei lavoratori. Parole che sottoponiamo al giudizio dei lettori così come le abbiamo raccolte.
“È mio intendimento – afferma la Lo bello – salvaguardare i lavoratori della Formazione professionale nel rispetto del quadro normativo esistente”.
“Sono aperta – sostiene – ai contributi che perverranno dalle tutte le parti sociali per emendare il disegno di legge sulla riforma del settore. Al pari ad accogliere i contributi che giungeranno dall’Assemblea regionale siciliana per stilare la migliore legge possibile”.
“La proposta di legge che ho ereditato – chiarisce l’assessore regionale dell’Istruzione e della formazione professionale – è perfettibile solo con il dialogo e la collaborazione aperta a tutti, che auspico vivamente”.
L’esponente di governo tiene a precisare che: “In questa fase delicata della vita del settore ciò che mi preme è dare, prima possibile, le risposte auspicate dai lavoratori”.
“I problemi ci sono – sottolinea la Lo Bello – e per tale ragione bisogna moltiplicare le forze per rendere ordinario il settore, in un sistema che funzioni con modalità, tempi e contenuti ben fissati per elevare gli standard di qualità dell’offerta formativa ed inquadrare il lavoro nel rispetto della dignità di ciascun operatore”.
Possono i lavoratori accontentarsi? Riteniamo di no. Da qualche parte, però occorre pur partire, lo ribadiamo. Ed è pur vero che dalle parole dell’assessore è possibile dedurre come al centro della sua azione ci siano i lavoratori con la salvaguardia lavorativa e retributiva nel rispetto del quadro normativo ad oggi esistente. È già un passo in avanti rispetto a chi, avendola preceduto, aveva alzato barricate su tutto e tutti gettando nella miseria gli operatori, uniche vittime – lo ripetiamo – del disegno demolitorio che ha visto al centro del ‘campo di battaglia’ lo scontro tra il Governo regionale e gli enti formativi. Il pallino passa ora alla politica siciliana, chiamata a decidere sul futuro del settore.
Quella stessa politica che dovrebbe incidere sul governo nazionale ‘amico’ per liberare le risorse dei vari Piani di azione e coesione – quelle della Sicilia – impantanate nei contorti meccanismi romani e che impediscono di ossigenare il settore ridotto nella più assoluta povertà.
La partita resta aperta.
3 commenti
Assessore lapidario vogliamo i soldi. Abbiamo sofferenza per tutto il 2014. E tu ridi
Prima hanno ghigliottinato migliaia di lavoratori, mentre affermavano che dovevano colpire gli enti, responsabili di tutti i mali.
Adesso dicono che vorrebbero provare a incollarci la testa, ma non riescono a trovare la colla giusta.
Orde di vili creature i politici che hanno usato la formazione professionale per garantirsi consensi elettorali, responsabili principali dell’attuale tragedia.
Se davvero volessero tutelare i lavoratori della formazione basterebbe:
introdurre l’obbligo per il datore di lavoro del “durc” sugli stipendi quietanziati come avviene per il durc sui contributi;
Versare i soldi destinati al pagamento del personale in un conto dedicato al pagamento degli stipendi del quale il datore di lavoro possa disporre esclusivamente per tale fine. Servono vincoli sul datore di lavoro a protezione e garanzia del lavoratore. Per troppo tempo non si è visto o non si è voluto vedere.