Il giornalismo continua ancora oggi a essere ricerca della verità, dovendo necessariamente trattare la notizia nel modo più libero, serio e oggettivo possibile. Tale è infatti l’essenza della libertà dell’informazione, ovvero la lontananza e l’assoluta indipendenza degli operatori della notizia dai potentati economici, dalle segreterie di partito o dai vari oratori confessionali. La sola “regina” che ogni giornalista deve celebrare è la notizia, fonte d’intereresse, di ricerca e input da cui inizia tutto il lavoro, dall’analisi situazionale alla stesura del pezzo. Quasi che l’attività giornalistica debba assorbire la notizia, considerandola e trattandola come un guanto da rivoltare, per renderla adamantina, certa e palese e per farne conoscere tutte le varie sfaccettature possibili ed esistenti, con l’obiettivo dichiarato di perseguire una corretta, esatta e neutrale informazione sui fatti, libera da ogni condizionamento ed emancipata da pesi e contrappesi ideologici, che ne potrebbero certamente inficiare la reale sostanza.
L’utilità sociale della conoscenza degli avvenimenti, unita alla fondamentale esigenza dell’apprenderne il loro esatto significato, costituiscono l’ossatura attorno a cui dovrebbe sempre sorgere e maturare una società civile. L’auspicio di sempre, infatti, è che tramite un’informazione imparziale si possa creare una collettività in cui lo sviluppo di una coscienza critica possa dar vita non solo a un’esistenza individuale libera da ricatti di qualunque genere, ma anche a una visione della realtà quotidiana costantemente accompagnata da una continua e cosciente analisi di tutto ciò che ci circonda. Per meglio capire il nostro presente – servendoci necessariamente della lezione che è il nostro passato – al fine di poter meglio preparare un futuro sempre più nostro e consapevole.
Antonio Fragapane