L’ASSESSORE AL LAVORO CARUSO ANNUNCIA LA FINE DELL’ESPERIENZA ‘CIAPI’. IL GOVERNO REGIONALE DISERTA I LAVORI DELLA COMMISSIONE DI MERITO ALL’ARS. IL VICE PRESIDENTE DI FORZA ITALIA AL PARLAMENTO SICILIANO, FIGUCCIA, SCENDE IN PIAZZA A FIANCO DEGLI OPERATORI. SCUDERI, DI ASEF, PRENDE LE DISTANZE E LASCIA INTENDERE CHE IN MOLTI, TRA GLI ENTI, SONO PRONTI A RICORRERE LEGALMENTE. I GIOVANI SONO ABBANDONATI ED ALLO SBANDO. UNO SPACCATO ‘DAVVERO BELLO’ DELLA SICILIA CROCETTIANA, SEMPRE PIU’ NEL CAOS
Gli operatori ex sportelli multifunzionali tornano a protestare. Motivo: tanto per cambiare, l’incertezza sul futuro lavorativo.
Cambiano i governi alla Regione siciliana, cambiano gli assessori ma la musica resta la stessa.
Siamo al terzo governo guidato dal presidente Rosario Crocetta e l’atteggiamento di snobbare il Parlamento siciliano e disertare le audizioni in Commissione Cultura e Lavoro accomuna l’assessore al Lavoro, Bruno Caruso, con i suoi predecessori, Ester Bonafede e Giuseppe Bruno.
L’incontro previsto in Commissione di merito all’Ars per il prossimo 4 marzo per discutere del futuro dei lavoratori è saltato dopo settimane di attesa. E questa oramai non è più una notizia, visto che la gestione politica, targata Crocetta, è stata caratterizzata da una sequela gigantesca di assenze dalle Commissioni di merito all’Ars in due anni di governo dell’Isola.
In tatti sono a chiedersi: l’esecutivo regionale non ha nulla da comunicare? Girovaga al buio, perchè? Quali forze invisibili, sotterranee, trasversali minacciano la tenuta del piano Garanzia Giovani?
Eppure all’assessore Caruso non mancano le ‘battute’ elargite a destra e manca, a lavoratori o esponenti della stampa, in ogni utile occasione.
A parlare di ‘via crucis’ degli operatori ex sportelli multifunzionali, Vincenzo Figuccia (nella foto con un gruppo di operatori ex sportellisti), vice capogruppo all’Ars di Forza Italia e coordinatore in provincia di Palermo degli azzurri. L’esponente forzista questo pomeriggio ha incontrato i lavoratori in sitin davanti l’assessorato regionale del Lavoro a Palermo. Si, perché da oggi riprende la protesta dei lavoratori, tanto per cambiare.
“Le parole dell’assessore Caruso – sostiene Figuccia – relativamente ai rinnovi dei contratti in scadenza per i lavoratori degli ex sportelli multifunzionali, sembrano non lasciare grandi margini di speranza sulla vicenda”.
“Sono loro vicino e li sosterrò anche in questa battaglia – aggiunge il coordinatore azzurro per la provincia di Palermo – che li vedrà ancora una volta protagonisti di una protesta in difesa del loro futuro e di quello delle loro famiglie”.
L’esponente forzista fa sapere che: “I lavoratori si riuniranno in sit-in permanente in via Trinacria a Palermo, nei pressi dell’assessorato per la famiglia e le politiche sociali per chiedere a gran voce di uscire da questo incubo, in cui sono ormai sprofondati”.
“Nel frattempo – rilancia Figuccia – a causa dell’annunciata assenza del Governo regionale in Commissione Lavoro per la seduta del 4 marzo, la programmata audizione non potrà aver luogo, prolungando una via crucis, che sembra essere divenuta senza fine”.
“Questo governo risulta sempre più assente – conclude il vice capogruppo all’Ars di Forza Italia – e non solo o non tanto rispetto agli incontri programmati, come in questo caso, ma soprattutto rispetto alle legittime esigenze dei siciliani”.
Che dire di più. Un Governo che fa annunci da due anni, che proclama di aver risolto i problemi sbandierando strampalate soluzioni ai quattro venti, che rilascia dichiarazioni altisonanti ed autoreferenziali. Slogan che sortiscono soltanto l’effetto di allungare i tempi, come una melina in una partita di calcio che nulla ha più da esprimere facendo spazientire il pubblico. Solo che in questa vicenda non c’è un pubblico che ha pagato il biglietto per assistere ad uno spettacolo di sport. Sul futuro del programma Garanzia Giovani, ahinoi, si gioca la partita della sopravvivenza: quella di oltre mille e 500 famiglie siciliane. Lavoratori che hanno il solo torto di lavorare con professionalità e recarsi ogni giorno sul posto di lavoro anche senza percepire retribuzione, se non dopo mesi e mesi di ritardo.
Non è piaciuta agli operatori ex sportelli multifunzionali il rinvio a data da destinarsi dell’audizione sul loro futuro. Così come non sono piaciute affatto le parole dell’assessore Caruso.
La dichiarazione ‘incriminata’ è quella rilasciata lo scorso 28 febbraio a Scicli durante un incontro pubblico del Pd sui temi del lavoro e sul futuro del programma destinato ai giovani Neet (che non studiano, nono lavorano e non lo cercano), siciliani di età non superiore ai 29 anni. Parole che suonano come definitive e che richiamiamo: “Non ci sono i fondi necessari per portare avanti Garanzia giovani con il Ciapi. Il contratto scade il prossimo 8 aprile e non c’è possibilità di rinnovo”. Lo stesso ha aggiunto: “In futuro saranno le Agenzie per le politiche attive accreditate che avranno l’obbligo di assumere le professionalità esistenti, già riqualificate per questo lavoro, anche con benefici contributivi”. Affermazione che ha alzato un polverone di polemiche.
Fra i primi a reagire il presidente dell’Asef Confcommercio Sicilia, Benedetto Scuderi. Il presidente di una delle associazioni datoriali di settore, rivolgendosi all’assessore Caruso – come raccontato in altra parte del giornale – ha replicato: “Può spiegare l’assessore Caruso come farà ad imporre ciò alle Agenzie private di intermediazione? O, forse, qualcuno si augura che i soliti ricorrano al Tribunale amministrativo regionale per poi scaricargli la colpa della non praticabilità di tale iniziativa?” Ed ancora: E quali sarebbero questi benefici contributivi che tanto predicati insieme ad altro non si sono mai visti? E scommettiamo che saranno indicati come colpevoli dell’attuale disastro coloro che censurano gli atti dell’amministrazione che risultano illegittimi o portatori di interessi non generali?
Domande che lasciano chiaramente intendere una possibile nuova stagione di contenziosi e ricorsi legali che, se non dovessero chiarirsi alcuni aspetti nel disegno governativo sul nuovo corso in Sicilia per il mercato del lavoro, macchierebbe di ‘incertezza’ ed instabilità, per altri lunghi anni, il futuro non solo dei lavoratori interessati ma anche di centinaia di migliaia di giovani, adulti, disoccupati, donne e fasce deboli della popolazione che resterebbero orfani di opportunità di crescita, riqualificazione, acquisizione di conoscenza, orientamento, formazione. In una sola parola: di opportunità di lavoro per intere generazioni. Anche un gruppo di operatori ex sportelli multifunzionali della provincia di Enna hanno preso carta e penna ed hanno spifferato al mondo intero le debolezze del sistema messo in piedi dal Governo Crocetta e le possibili soluzioni. Ne abbiamo parlato in altra parte del giornale. La questione è, però, altra. L’esecutivo regionale è sordo, non recepisce e non è disposto al confronto politico benché meno con i lavoratori.
Altro che raccomandati e privilegiati. I lavoratori della Formazione professionale, nella stragrande maggioranza laureati e diplomati con grande esperienza di settore, sono in balia di una politica ottusa e miope. Nulla a che vedere con il mondo dei precari siciliani e dei bacini socialmente utili. Altra partita, questa, dove i lavoratori sono strattonati da contratti che scadono e mortificanti pressioni politiche per allungarli. Una ‘camurria’ (seccatura, noia, o per meglio dire ‘rompimento di scatole’) tutta siciliana che serve solo ad alimentare bacini elettorali massacrando la dignità e le aspettative di vita dei siciliani.
Lavoratori, quelli della Formazione professionale, precarizzati per preciso disegno politico o per inadeguatezza? Nel primo o nell’altro caso, non c’è alcun privilegio oggi, come non c’era prima. Rispetto a moltissimi settori dell’economia siciliana, questi lavoratori sono stati destinatari di una inaudita ‘Crociata’ che ne ha distrutto alle radici il nucleo familiare, demolendo alla base il tessuto sociale.
Non c’è pace, purtroppo, per gli operatori ex sportelli multifunzionali.
Un’odissea che inizia il 30 settembre del 2013 in concomitanza con lo scadere degli avvisi 1 e 2 del 2010 che hanno finanziato, con le risorse comunitarie, per un triennio, le attività della rete degli sportelli multifunzionali in Sicilia. L’abbandono, troppo frettoloso, del percorso, da altri pensato ed attuato, ha sortito l’effetto di precarizzare non solo i lavoratori ma anche l’erogazione in Sicilia delle politiche attive del lavoro. Il Governo Crocetta ha cancellato, cioè, la rete degli sportelli multifunzionali senza sostituirlo con un nuovo modello operativo. Anzi, ha fatto di più. Ha cercato di imporre un modello pubblico che è franato nei fatti: quello del Ciapi. Pazzesco, eppure è così. Questo raccontano i fatti. Una regione con il più alto tasso di disoccupazione, con l’indice della povertà schizzato alle stelle, con la dispersione scolastica che ha sfondato il tetto del 30 per cento dei minori siciliani (uno su tre) che non vanno a scuola o non frequentano un corso di formazione professionalizzante e con i Neet, che superano quelli dell’intera Francia, dovrebbe attivare procedure emergenziali per contrastare il disastro socio-economico. Assistiamo oggi, invece, ad un Governo regionale che cincischia e dopo aver cambiato tre assessori al Lavoro non ha modificato l’atteggiamento i cui risultati prodotti sono davvero scarsi.
Dal 21 ottobre 2013 e fino al 22 aprile 2014 gli operatori ex sportelli multifunzionali sono stati impegnati in un progetto chiamato ‘Spartacus’ presso il Ciapi, costato circa 35 milioni di euro. Dopo, il buio fino al 9 gennaio 2015, allorquando in circa 1580 sono stati chiamati a lavorare per altri ‘miseri’ tre mesi. Adesso, cosa accadrà dal 10 aprile 2015, quando si esaurirà tale periodo di attività? Dopo il trimestre di impegno, sempre presso al Ciapi, per erogare l’orientamento di primo e secondo livello ai giovani siciliani iscritti al piano della Garanzia Giovani, cosa accadrà ai circa 1580 operatori?
La verità è che questi lavoratori, con ogni probabilità, potrebbero non proseguire l’esperienza lavorativa, stante alle parole dell’assessore al Lavoro, Caruso. Ed aggiungiamo, forse non avranno la proroga, e se così dovesse essere allora va detto chiaramente che la colpa non sarà loro. L’eventuale mancata proroga non potrà essere affibbiata alla responsabilità degli operatori ex sportelli multifunzionali e, di certo, non perché non siano bravi e professionali. Non perché non servano, ma per via del fatto che nessuna delle misure previste dalla ‘Youth Guarantee’ è stata, nel frattempo, messa in pista. E parliamo di formazione, apprendistato, tirocinio extracurriculare, autoimpiego, auto imprenditorialità, mobilità professionale, contratto di lavoro (incentivi alle aziende). I giovani, dopo l’orientamento di primo e secondo livello che dovranno fare? Se la Regione non avvia le misure previste che speranza hanno questi giovani siciliani? Ed alla stessa stregua che speranza hanno gli operatori?
L’inadeguatezza del Governo regionale e il silenzio ‘distratto’ dei partiti di maggioranza all’Ars, le possibili resistenze degli uffici periferici del dipartimento Lavoro, come molti sostengono tra gli operatori del settore, potrebbero partorire l’ennesimo clamoroso fallimento. Dal primo maggio 2014 ad oggi non sono ancora state avviate le misure della Garanzia Giovani, quali opportunità, quindi, per i giovani? Nessuna. Se questa è la risposta, la Sicilia non ha futuro. Ed allora non resta che protestare per far valere il diritto al lavoro, all’autodeterminazione, a vivere.
2 commenti
Il Governatore ha affidato ad altri l’annuncio della fine di duemila lavoratori, ad altri nominati e non eletti dal popolo, a un giuslavorista che conosce bene la legge, a un Professore che conosce molto bene il diritto e sa che dalla nostra abbiamo delle norme che ci tutelano e non può ignorarle a comando, non può una volta indossare la toga a difesa dei lavoratori e un’altra indossare la divisa politica per buttarli al macero. Togli la toga, metti la toga!
Il professore che fungeva da cuscinetto mentre eravamo liberi di protestare, che rassicurava dicendo che nessuno sarebbe rimasto indietro, il professore che ha aspettato che fossimo al lavoro, per non avere rotture e fastidi davanti al suo assessorato, ma li avrà lo stesso al netto delle nostre ore di lavoro, Alla fine, finalmente avete buttato la maschera e detto ciò che andava detto da tempo, la nostra fine. Del tutto inutile la sua apertura ad un ipotetico futuro, sappiamo sulla nostra pelle come funziona, non sapete trovare soluzioni per l’immediato e pretendete di trovarle per il futuro? Una cortesia Professore, non ci chiami “contrattisti”, siamo figure di sistema delle Politiche Attive del Lavoro, per l’esattezza Responsabili dei Processi, precedentemente assunti a tempo indeterminato. Come si sentisse se domani al posto di professore lo chiamerebbero supplente? Con tutto il rispetto per i supplenti, giusto per indicare come si sentisse a veder vacillare tutte le sue certezze.
Il Governatore ha affidato ad altri l’annuncio della fine di duemila lavoratori, ad altri nominati e non eletti dal popolo, a un giuslavorista che conosce bene la legge, a un Professore che conosce molto bene il diritto e sa che dalla nostra abbiamo delle norme che ci tutelano e non può ignorarle a comando, non può una volta indossare la toga a difesa dei lavoratori e un’altra indossare la divisa politica per buttarli al macero. Togli la toga, metti la toga!
Il professore che fungeva da cuscinetto mentre eravamo liberi di protestare, che rassicurava dicendo che nessuno sarebbe rimasto indietro, il professore che ha aspettato che fossimo al lavoro, per non avere rotture e fastidi davanti al suo assessorato, ma li avrà lo stesso al netto delle nostre ore di lavoro, Alla fine, finalmente avete buttato la maschera e detto ciò che andava detto da tempo, la nostra fine. Del tutto inutile la sua apertura ad un ipotetico futuro, sappiamo sulla nostra pelle come funziona, non sapete trovare soluzioni per l’immediato e pretendete di trovarle per il futuro? Una cortesia Professore, non ci chiami “contrattisti”, siamo figure di sistema delle Politiche Attive del Lavoro, per l’esattezza Responsabili dei Processi, precedentemente assunti a tempo indeterminato. Come si sentirebbe se domani al posto di professore lo chiamassero supplente? Con tutto il rispetto per i supplenti, giusto per indicare come si sentirebbe a veder vacillare tutte le sue certezze.