LE PAROLE DELL’ASSESSORE AL LAVORO CARUSO HANNO LASCIATO DI STUCCO I LAVORATORI. UN INCONTRO CASUALE CHE HA CONFERMATO LA CONFUSIONE CHE REGNA NELL’AZIONE DI GOVERNO NELLE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO
Quello che è accaduto questo pomeriggio a Palermo sembra il racconto di un ‘teatrino tutto siculo’ i cui protagonisti però non sono i teatranti di strada ma lavoratori per strada alla ricerca della verità. ‘Assicutannu’ (rincorrendo) l’assessore regionale al Lavoro, Bruno Caruso, i lavoratori hanno avuto l’amara conferma che il loro futuro continua ad essere è appeso ad un filo, pronto a spezzarsi.
Incalzato dai lavoratori raccolti in sitin dal primo pomeriggio, davanti i locali dell’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, l’assessore Caruso sulle domande riguardanti il futuro lavorativo degli operatori ex sportelli multifunzionali sembrava caduto dalla nuvole. Incredibile a dirsi, eppure questo appare essere il quadro emerso dal racconto di chi c’era.
Pare che l’esponente del Governo guidato dal presidente Rosario Crocetta, abbia dichiarato di non essere a conoscenza di risorse disponibili per la prosecuzione lavorativa degli operatori ex sportelli multifuzionali. Ed allora, i 46 milioni di euro per il comparto a riguardanti la formazione professionale destinata ai giovani come misura contenuta nel piano della Garanzia giovani che fine avrebbero fatto?
Andando di fretta per una riunione di giunta di governo, l’assessore Caruso ha lasciato intendere che ad oggi non vi sono soluzioni. E questo potrebbe significare una sola cosa: il 9 aprile i lavoratori potrebbero ritrovarsi senza proroga e senza lavoro ripiombando nell’oblio che si trascina dal 22 aprile del 2014.
Quindi, tutti fuori? Così è se vi pare, per scomodare il premio nobel alla letteratura, l’agrigentino Luigi Pirandello.
E poi, l’assessore provocatoriamente, almeno così emergerebbe da quanto abbiamo appreso da chi era presente all’incontro, pare abbia domandato, con una certa ironia, ai presenti se i lavoratori si aspettassero di entrare a titolo definitivo alla Regione siciliana o al Ciapi. Una ‘sparata’ che avrebbe lasciato di stucco i presenti.
E che fine avrebbero fatto, lo ribadiamo, i 46 milioni di euro per la formazione ai giovani con percorsi formativi da 50 a 200 ore?
Voci incontrollate si susseguono poi a causa del marasma creatori con il citato incontro strappato alla casualità.
C’è chi giurerebbe di aver sentito che non ci sarebbero le risorse per una proroga allo scadere del trimestre d’attività, previsto per il 9 aprile. Altri lavoratori sosterrebbero di aver sentito che ci sarebbe a rischio pure la retribuzione del mese di febbraio a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dal piano Garanzia Giovani.
Siamo di fronte al caos più totale alimentato da una confusione che non fa che nutrire tensione e amarezza tra gli operatori.
Vero è che il programma Garanzia giovani prevede che il ministero dell’Economia può procedere al riconoscimento della spesa solamente a consuntivo ed al solo raggiungimento dei risultati.
Ma la notizia che ci sarebbe a rischio lo stipendio di febbraio tendiamo sinceramente ad escluderla.
È risaputo che chi ha lavorato debba ricevere il compenso per la prestazione erogata. E poi, questi numeri come ami sono altalenanti. I risultati sono stati raggiunti oppure no? Che ruolo stanno avendo i Centri per l’Impiego in questa vicenda? Tutto rimane nell’oscurità. D’altronde da un governo dove l’approssimazione è alla base dell’azione politica non stupisce più nulla oramai. Siamo di fronte a una ‘farsa’ dove i lavoratori sono protagonisti di continue beffe in qualsiasi ramo, settore e attività. Non si capisce ancora quale sia la volontà dei 46 parlamentari anche all’Ars continuano ad appoggiare chi ha ‘svenduto’ la Sicilia e tutti i siciliani a Roma che ha in pugno i conti dell’isola.
Cosa si aspetta ancora per sfiduciare un Governo che è diventato una barzelletta nazionale? Un esecutivo che puntando l’attenzione alla legalità, alla lotta alla mafia ed alla corruzione (è sufficiente?) cerca di tirare a campare, anche se l’economia della Sicilia affonda.
Tornando al dramma sociale ed economico di circa 1760 operatori ex sportelli multifunzionali, va detto che occorrono all’incirca quattro milioni e 800 mila euro per garantire la retribuzione per un mese a chi ha lavorato. È possibile che no si sia raggiunto l’obiettivo? E se fosse così, l’assessore Caruso perché non lo dichiara apertamente? Cosa aspetta a farlo sapere agli interessati? Nel suo piano programmatico l’assessore Caruso, in Commissione Cultura e Lavoro all’ars aveva comunicato che ci sarebbe stata una interrogazione continua tra assessorato, Ciapi e mondo del lavoro. Loro, quindi, avevano la perfetta conoscenza di ciò che stava succedendo. Come mai, allora, non sono stati posti gli opportuni rimedi? È l’ennesima dimostrazione che il presentare belle relazioni, lontanissime dalla realtà, non contribuisce affatto a garantire le politiche attive del lavoro in Sicilia. Ed a pagare non sono solamente gli operatori ex sportelli multifunzionali ma anche i giovani, i disoccupati, le fasce deboli della popolazione e tutti coloro che spererebbero in un mercato del lavoro funzionante e in grado di fornire risposte.
Un assessore scelto tra i professionisti di chiara fama non può semplificare il ruolo allargando le braccia, come pare da quanto riferitoci. La responsabilità è chiaramente individuabile dal ritardo nella presentazione delle linee guida per l’accreditamento delle Agenzie per il lavoro in Sicilia. È un atto di programmazione politica e non solo amministrativa sul quale l’assessore Caruso dovrà rendere conto.
Del resto, chi ha un ruolo di governo sa anche di aver l’onere di trovare le giuste soluzioni per garantire la continuità lavorativa e retributiva dei lavoratori regolarmente iscritti all’Albo regionale degli operatori della Formazione professionale. Se così non fosse le responsabilità dell’amplificazione della ‘macelleria sociale’ sarebbero catastrofiche.
6 commenti
Caruso ennesimo emblema di una nullità ,appartenente al cerchio magico del governatore gelese, pagata profumatamente con denaro pubblico e a carico dei contribuenti,
Ribadisco il concetto che, alla luce dei fatti accaduti, che stanno accadendo e accadranno, questo governo non è nelle condizioni “minime” che gli consentono il proseguo di questa esperienza alla guida della Sicilia, aldilà della vicenda legata alla formazione o alla sanità.
Più che Crocetta, in generale è proprio il ruolo del PD siciliano che desta perplessità. Non è chiara la posizione assunta nel tempo quale partito di maggioranza, che in alcuni casi parrebbe avere assunto addirittura posizioni di acerrimo oppositore di Crocetta. Insomma due anni da buttare via, compresi i personaggi di spicco del PD e della componente di maggioranza.
Alla domanda sul loro futuro da parte dei lavoratori che attendono con apprensione una risposta , sentirsi rispondere dal professore, nonchè assessore, se l’ambizione è quella di diventare regionali o essere assunti al Ciapi, oltre che offensiva, è estremamente mortificante. Sminuisce la dignità e ne aggrava il senso d’impotenza e d’incredulità. Lede, in un momento particolare di forte preoccupazione, finanche la sensibilità umana.
Il Governatore ha affidato ad altri l’annuncio della fine di duemila lavoratori, ad altri nominati e non eletti dal popolo, a un giuslavorista che conosce bene la legge, a un Professore che conosce molto bene il diritto e sa che dalla nostra abbiamo delle norme che ci tutelano e non può ignorarle a comando, non può una volta indossare la toga a difesa dei lavoratori e un’altra indossare la divisa politica per buttarli al macero. Togli la toga, metti la toga!
Il professore che fungeva da cuscinetto mentre eravamo liberi di protestare, che rassicurava dicendo che nessuno sarebbe rimasto indietro, il professore che ha aspettato che fossimo al lavoro, per non avere rotture e fastidi davanti al suo assessorato, ma li avrà lo stesso al netto delle nostre ore di lavoro, Alla fine, finalmente avete buttato la maschera e detto ciò che andava detto da tempo, la nostra fine. Del tutto inutile la sua apertura ad un ipotetico futuro, sappiamo sulla nostra pelle come funziona, non sapete trovare soluzioni per l’immediato e pretendete di trovarle per il futuro? Una cortesia Professore, non ci chiami “contrattisti”, siamo figure di sistema delle Politiche Attive del Lavoro, per l’esattezza Responsabili dei Processi, precedentemente assunti a tempo indeterminato. Come si sentirebbe se domani al posto di professore lo chiamassero supplente? Con tutto il rispetto per i supplenti, giusto per indicare come si sentirebbe a veder vacillare tutte le sue certezze.
Sarebbe cosi’ assurdo che gente che svolge il suo lavoro per conto della Regione da piu’ di dieci anni possa richiedere di essere stabilizzato all’interno della Regione? Si tratta di lavoratori che hanno sostenuto un concorso per svolgere il proprio lavoro ed hanno frequentato un corso dove hanno studiato psicologia, sociologia, orientamento, selezione, sociologia dei gruppi, ecc.. e per conseguire la relativa qualifica professionale hanno sostenuto un esame finale. Questi lavoratori, che dal 2000 sono i “veri” operatori dei servizi per l’impiego, hanno meno diritto degli ex lsu stabilizzati con “un concorso” farsa dove veniva richiesto come prova di esami di fare una fotocopia?
CURRAO,SECONDO IL TUO PRINCIPIO ,ALLORA VA AGGIUNTO QUANTO SEGUE:
…E PERCHE’ NON ANCHE I FORMATORI CON TANTI ANNI DI ONORATA CARRIERA’?.. COSA HANNO IN MENO DEI COLLEGHI FORMATORI IN QUOTA CIAPI? DA SEMPRE REGIONALIZZATI?
..E CMQ IN QUANTO AI CONCORSI FATTI DA VOI SPORTELLISTI..METTIAMO UN VELO PIETOSO .ALMENO PER TUTTI COLORO CHE GRAVITANO IN ORBITA SINDACALE .NON C’E’ STATO NESSUN SINDACALISTA E RELATIVI AFICIONADOS E LACCHE’ , CHE NON SIANO ENTRATI NEGLI SPORTELLI!.PER IL RESTO SI’ ..POSSO ESSERE D’ACCORDO IL LAVORO SVOLTO DA MOLTI COLLEGHI (NON DA TUTTI!) E’ STATO PREZIOSO E PROFESSIONALE.