Per anni abbiamo chiesto di parlare della situazione finanziaria dell’Ente attraverso le pagine del giornale, senza mai ricevere risposte.
Per Manganella, noi eravamo e siamo “certa stampa” e lui, il sindaco, vittima del quarto potere che voleva e vuole controllarlo per, a suo parere, influenzare il giudizio dei lettori nonché cittadini. Ha pensato di trincerarsi dietro il silenzio, viceversa, pronto ad indossare la fascia tricolore per quasi perfettamente inutile passarella politica.
E in silenzio ci ha inguaiati senza possibilità di salvezza, con qualsiasi strada si decida di affrontare gli squilibri di bilancio. Siamo messi male sia con la pianificazione decennale dei debiti che con la dichiarazione del dissesto.
Tutta colpa di Manganella? Manganella è responsabile per avere aggravato lo stato dell’arte delle casse comunali. La sua responsabilità è legata al non avere amministrato con la dovuta competenza e attenzione le casse comunali. La situazione gli è sfuggita di mano principalmente per le sue errate scelte ad iniziare dalla “crociata Aipa”. Ha fatto populismo. Del resto, chi non poteva essere d’accordo sulla gestione diretta dei tributi da parte dell’Ente.
Il danno si è verificato dopo, nello stesso momento che sul palco del trionfo, meglio, del trionfalismo è calato il sipario, quando non è stato dato seguito all’organizzazione della macchina burocratica che doveva essere più efficiente e più efficace della gestione esterna.
Quello dell’organizzazione del personale sarà un’altra triste pagina, insieme ad altre, che resterà nella storia politica di Favara.
Intanto, le giustificazioni sono pronte. C’è la crisi e la gente non può pagare. Favara divide la sua sorte con centinaia di Comuni che si trovano nella stessa situazione per i tagli dei trasferimenti finanziari statali.
E’ un bel dire! Salvo poi a non raccontare il resto che abbiamo detto e che si aggiunge alle ripetute richieste di misure correttive da parte della Corte dei conti trasformate in atti di indirizzo politico dal Consiglio comunale . “Predisposizione di un apposito piano per la valorizzazione di tutti gli immobili di proprietà comunale per la immediata alienazione”. E ancora “Revisione della spesa per la fornitura di energia elettrica”, “Revisione della spesa per la fornitura di telefonia fissa”, “accelerare la definizione delle pratiche di sanatoria edilizia” e l’elenco è lungo, mentre merita di essere citata “adottare le necessarie misure correttive per il contenimento della spesa degli organi istituzionali”.
Favara poteva salvarsi se i nostri eroi avessero dato seguito agli avvertimenti della Magistratura contabile.
Hanno preferito il silenzio. E il silenzio lo hanno osservato quasi tutti. Chi gridava non è stato ascoltato.
Ieri sera, la Giunta capitanata dal vicesindaco ha proposto l’adesione al piano di risanamento decennale. Dieci anni, “a da passà a nuttata”. Intanto, hanno tre mesi di tempo per predisporre nei minimi particolari il piano e presentarlo al Ministero dell’Economia e alla Corte dei Conti, che prenderanno il tempo necessario per esaminarlo ed esprimere il parere di accoglimento o di rigetto. Passerà un anno, arrivando quasi allo scadere naturale di questa drammatica sindacatura. Ai posteri lasceranno una città ingovernabile e la fine della politica, con la definitiva lacerazione tra i politici e il popolo.
Sicilia ON Press. Tutti i diritti riservati. Testata giornalistica registrata al Tribunale di Agrigento al n. 314 del 10/01/2013. Direttore: Franco Pullara. Società editrice: SE.CO.FORM. S.R.L.
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6 commenti
Le responsabilità del defolt saranno imputate alle Amministrazioni allegre Airó di cui lei direttore era assessore.
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Assessore che si è dimesso per una diversa visione sull’amministrazione della città mentre tu, che Sara non sei, resti attaccato ai 5 soldi.
Mentre il fucile urla fuoco tutto il giorno
volano avvoltoi nel cielo blu attorno,
avanza il battaglione, brilla il ferro e l’ottone,
e cadono sull’erba mille bravi cittadini. in
C’è un re, c’è un re
che non vuol vedere,
c’è un re, c’è un re
che non vuol sapere.
Mentre il cannone lancia lampi nel cielo,
rullano tamburi incalzano zampogne,
insieme nella polvere, sangue e sudore,
e cadono sull’erba mille bravi contadini.
C’è un re, c’è un re
che non vuol vedere,
c’è un re, c’è un re
che non vuol sapere.
C’è un re che dorme rapito dalle rose,
non si sveglia nemmeno quando madri silenziose
unite nel dolore a giovani spose,
gli mostrano un anello con inciso sopra un nome.
L’allegria è un valore di cui ci siamo nutriti, in maniera costante, nelle nostre esperienze amministrative. Ma non intesa in maniera allusiva, come fa lei caro signor Sara, ma in senso letterale, di armonia, di vivacità, di intensità, di condivisione, di impegno lineare e trasparente. Lei difende l’indifendibile e punta l’indice. Sappia che sono a sua completa disposizione ( sia in forma privata che pubblica), a chiarirle e renderlo edotto sulle diverse forme di “allegria” che si sono sviluppate nel tempo nell’attività amministrativa locale. Altrimenti mantenga la sua maschera e continui a nutrirsi di false allusioni e invettive.
Lorenzo Airò
L’allegria è un valore di cui ci siamo nutriti, in maniera costante, nelle nostre esperienze amministrative. Ma non intesa in maniera allusiva, come fa lei caro signor Sara, ma in senso letterale, di armonia, di vivacità, di intensità, di condivisione, di impegno lineare e trasparente. Lei difende l’indifendibile e punta l’indice. Sappia che sono a sua completa disposizione ( sia in forma privata che pubblica), a chiarirle e renderlo edotto sulle diverse forme di “allegria” che si sono sviluppate nel tempo nell’attività amministrativa locale. Altrimenti mantenga la sua maschera e continui a nutrirsi di false allusioni e invettive.
Lorenzo Airò
qualcuno vive forse vedendo fantasmi !!!! si cita ripetutamente un Sindaco che ha amministrato ormai quasi 10 anni additando responsabilità e mala gestio ma dico 10 anni mica quisquille mi piace pensare che dopo il Comune è stato amministrato da ANGELI o forse da soggetti che saranno ….. verosimilmente …. ricordati dalla gente di FAVARA come il NULLA. Amministrare significa assumersi le responsabilità delle scelte e chi non è in grado ….. consentitemi MEGLIO RESTI A CASA altrimenti …… PAGA IL PEGNO
in culo alla balena FAVARA e speriamo di il prossimo …… non sia troppo GROSSO …..
Non credo che serva molto adesso additare l’uno o l’altro quali responsabili di un disastro, chiamato dissesto, servirebbe solo pensare, cercare, e possibilmente trovare una soluzione. Ma capisco che non solo non è facile, ma in politica ognuno addebita sempre all’altro le colpe e non gli verrà mai in soccorso anche se avesse la soluzione pronta. E’ vero che la politica ha le sue immense colpe e questo Sindaco, non so perchè, le ha ingigantite, ma non scordiamoci che i dirigenti ed i funzionari del Comune hanno ben altre grandi colpe. Non me ne vogliano i miei amici dirigenti e funzionari, ma al Comune di Favara è mancato, da anni, l’equilibrio nel cercare di reperire i giusti fondi (non tartassare i cittadini, ma riscuotendo il giusto) e nell’effettuare le spese con la parsimonia del buon padre di famiglia. Con ciò non intendo dire che la colpa è dei dirigenti, ma come dire: “Tutti insieme… appassionatamente”.