IL DOCUMENTO ANALIZZA IN MANIERA CHIARA ED INEQUIVOCABILE IL FALLIMENTO DEL PIANO E LA DISPERSIONE DELLE RISORSE PUBBLICHE
Come vengono disperse le risorse e le opportunità destinate dall’Unione Europea ai giovani siciliani e come
si depaupera il sistema dei Servizi all’Impiego nella Regione siciliana.
A raccontarcelo gli operatori esperti nelle politiche attive del lavoro della provincia di Catania attraverso un documento che analizza disfunzioni e conseguente danno sociale nella gestione del piano della Garanzia Giovani.
“Il documento- si legge – ha lo scopo di fare chiarezza sullo stato di avanzamento del programma Garanzia Giovani nella Regione siciliana e di denunciare le gravi disfunzioni che ad oggi caratterizzano il processo avviato il 1 maggio 2014. L’obiettivo è quello di evidenziare il danno sociale derivato da tali disfunzioni,
relativo alla negazione dei diritti di inserimento nel mercato del Lavoro e di partecipazione attiva al tessuto
socio-economico per migliaia di giovani siciliani”.
Per gli operatori esperti nelle politiche del lavoro della provincia di Catania: “Viene così ancora una volta bruciata forse l’ultima possibilità di dare concrete risposte al bisogno di crescita e di sviluppo del nostro territorio che passa attraverso la valorizzazione delle risorse e delle potenzialità delle giovani generazioni”.
Dal documento si rileva come: “Il programma Garanzia per i Giovani è un intervento a favore dell’occupazione giovanile attuato a livello nazionale e finanziato dal ‘Youth Employment Initiative’ e dal Fondo Sociale Europeo (Fse), rivolto a soggetti dai 15 ai 29 anni che non studiano e non lavorano (Neet). La finalità dell’iniziativa – prosegue – è quella di garantire ai giovani un’offerta qualitativamente valida di lavoro, di proseguimento degli studi, di apprendistato, di tirocinio o di formazione entro quattro mesi dall’iscrizione al Programma”.
Il citato documento spiega chiaramente lo sviluppo del piano. “Tale processo prevede un’articolazione in diverse fasi, rispetto alle quali si evidenziano una serie di dati che sintetizzano i risultati sin qui raggiunti
(monitoraggio dati SILAV aggiornati al 28 febbraio 2015)”.
“La prima fase e’ quella della promozione. L’indice di penetrazione (numero degli iscritti sul target potenziale) di Garanzia Giovani in Sicilia è al di sotto della media nazionale: 40 per cento contro 78,8 per cento, (Fonte: Monitoraggio Garanzia Giovani ministero del lavoro e politiche sociali del 06/03/2015).
“Ciò è dovuto – si richiama nel documento – alla mancata azione di capillare informazione e intercettazione dei giovani Neet a causa della assenza di una rete tra le istituzioni nonché della mancata attivazione di appositi ‘youth corner’ presso le istituzioni formative e altri luoghi di aggregazione giovanile sul territorio (così come indicato dal Piano di Attuazione italiano di Garanzia Giovani), con il gravissimo effetto di abbandonare proprio quella fascia di giovani in situazione di forte disagio socioeconomico e maggiormente a rischio di devianza”.
Proseguendo l’analisi si passa al secondo step con la fase di presa in carico (profilazione) a cura dei Centri per l’Impiego. A livello regionale appena il 60 per cento degli iscritti a Garanzia Giovani viene preso in carico dai Centri per l’Impiego preposti. Eclatanti i dati relativi al Centro per l’Impiego di Palermo pari al 21per cento e al Centro per l’Impiego di Catania pari al 39 per cento, che pienamente evidenziano le gravi disfunzioni del sistema burocratico-amministrativo”.
La successiva fase e’ quella di consulenza specialistica (obbligatoria per i profili 3 e 4) a cura degli operatori del Ciapi che ha avuto inizio soltanto il 9 gennaio scorso.
“I giovani che hanno ricevuto la consulenza specialistica- si richiama nella nota – sono il 100 per cento dei giovani inviati agli operatori del Ciapi. Va evidenziato però che il dato non corrisponde agli aventi diritto a causa dell’altissimo tasso di dispersione causato da modalità di convocazione inefficace da parte dei CPI preposti. Il tasso medio di dispersione nella provincia di Catania è del 55 per cento che sale al 64 per cento se riferito al totale degli iscritti, altro dato eclatante che sottolinea la negazione del servizio ai giovani siciliani”.
La quarta fase, di accompagnamento, dal 5 febbraio scorso è stata attribuita agli operatori del Ciapi con direttiva della dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale dipartimento. “Ad oggi – si precisa – non sono state fornite indicazioni operative e modalità per realizzare le sinergie con i CPI, necessarie per effettuare azioni di: scouting, cioè individuazione e segnalazione, delle opportunità previste da GG, maching rispetto alle caratteristiche del giovane; promozione presso le aziende delle misure di incentivazione (bonus occupazionale) e accompagnamento del giovane nell’accesso alle misure”.
A tal fine, il documento evidenzia: “la totale inerzia da parte dei preposti Servizi pubblici per l’impiego, rispetto alla responsabilità di raccordo con gli attori della rete locale, per la promozione presso il sistema delle imprese e la diffusione delle informazione sulle misure”.
“L’analisi dei dati – si rimarca in conclusione – focalizza il mancato raggiungimento degli obiettivi del Programma, che è imputabile ad una serie di disfunzioni che derivano da una inefficace governance del sistema e non certo dall’operato dei lavoratori del Ciapi che, invece, ne vengono additati quali responsabili e la cui professionalità è stata ripetutamente mortificata dagli stessi referenti politici-amministrativi regionali”.