NELLA RICORRENZA DELL’8 MARZO, UN CONVEGNO SUL TEMA: “PIÙ TUTELE PER IL LAVORO FEMMINILE E AZIONI CONCRETE PER LA CONCILIAZIONE DEI TEMPI” ORGANIZZATO LO SCORSO 12 MARZO DALL’UFFICIO PROVINCIALE PARI OPPORTUNITÀ DELL’UNIONE TERRITORIALE DEL LAVORO DI RAGUSA, PRESSO LA SALA CONVEGNI DEL PALAZZO DELLA PROVINCIA PER PARLARE DI DONNA, FAMIGLIA E LAVORO
“La condizione femminile in Italia è drammatica. Nonostante la normativa sia avanzata nel settore, l’attuale governo nazionale è il primo, da quando è stato istituito il ministero delle Pari opportunità, e cioè da 1996, a non aver nominato il ministro preposto”.
Ad affermarlo Gianna DiMartino, responsabile Coordinamento donne di Ugl Ragusa, intervenendo ai lavori del convegno sul tema: “Più tutele per il lavoro femminile e azioni concrete per la Conciliazione dei Tempi” organizzato lo scorso 12 marzo dall’Ufficio provinciale Pari Opportunità dell’Unione territoriale del lavoro di Ragusa, presso la sala convegni del Palazzo della Provincia.
“Con le nuove regole sulle assunzioni del recente ‘Jobs act’ – sostiene la DiMartino – il governo Renzi, cancellando l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ha legittimato la precarietà permanente e la facilità di licenziamento. Per le donne in particolare – aggiunge – il ‘Jobs act’ ne aggrava la condizione lavorativa visto che i datori di lavoro potranno ricorrere a più contratti a termine o non assumere alla scadenza dei tre anni prima del passaggio a tempo indeterminato e nessun provvedimento è contenuto per le donne disoccupate”.
Per il responsabile Coordinamento donne di Ugl Ragusa: “Il rischio è che per le donne potrebbero aumentare le discriminazioni sul e per il lavoro ed il demansionamento togliere diritti contrattuali. Ed invece – prosegue – bisogna ripartire dal sostegno alla famiglia con l’applicazione seria dei principi del Welfare community attraverso concreti aiuti in termini di sgravi fiscali, quoziente famiglia, sostegno per la maternità, anzianità e disabilità, oltre che maggiori servizi nell’ottica della buona occupazione”.
“Come Ugl – dichiara la DiMartino – prosegue l’impegno sul campo della tutela delle donne lavoratrici. Siamo impegnati a livello locale per recepire i dettami della legge 119 del 2013 favorendo l’applicazione di strumenti educativi e di sensibilizzazione, a partire dall’età scolastica, al fine di diffondere la cultura dell’uguaglianza, delle pari opportunità e di contrasto alla violenza”.
“In provincia di Ragusa – sottolinea il dirigente di Ugl – il sindacato, nell’ambito della politica di rinnovamento avviata dal nuovo corso romano con al vertice il segretario generale Paolo Capone e proseguito sul territorio con il commissariamento guidato mirabilmente dal segretario confederale Giovanni Condorelli, ha avviato azioni tese a promuovere la reale applicazione delle Pari opportunità trasversalmente in tutti i settori della vita sociale ed economica iblea, attraverso la realizzazione di misure di sostegno alla conciliazione dell’attività lavorativa familiare delle donne, ponendo particolare attenzione ai tempi della città e potenziando i servizi primari come asili nido, mense scolastiche, strutture ricreative per ragazzi, trasporti pubblici, flessibilità oraria, etc.”.
Il convegno, promosso e coordinato proprio dal Coordinamento donne di Ugl Ragusa, ha visto la partecipazione del Commissario straordinario dell’ex provincia regionale di Ragusa, Dario Cartabellotta, che, intervenendo ha ricordato come sia centrale il ruolo della donna sia nella promozione della dieta mediterranea, patrimonio Unesco che nell’apporto straordinario all’imprenditoria nel settore agroalimentare, valori rappresentati nel ‘Cluster Biomediterraneo’ che vede la Sicilia in prima linea all’expo 2015 di Milano.
Il vice segretario generale di Ugl, Claudio Durigon, è intervenuto leggendo il messaggio di Paolo Capone, il segretario generale rieletto lo scorso 20 febbraio che, sottolineando la centralità dell’iniziativa ragusana, inserita nel più vasto panorama delle manifestazioni organizzate a livello nazionale da Ugl in occasione della ricorrenza dell’8 marzo, ha chiarito alcuni aspetti di quanto accaduto nei mesi scorsi e che hanno segnato, anche umanamente, il nuovo corso di Ugl.
“Dopo Montesilvano – riporta la lettera di Capone – ci siamo trovati davanti ad un bivio: lascia morire questo sindacato per colpa di qualche irresponsabile, il cui unico interesse è quello di nascondere le malefatte degli ultimi anni, oppure assumerci, nonostante le minacce di qualcuno che non ha mai vissuto nell’Ugl, le nostre responsabilità e provare ad andare avanti. Ed è quello che abbiamo fatto mettendo in sicurezza il sindacato e rilanciandone l’azione forti del consenso della stragrande maggioranza degli iscritti in tutt’Italia”. Durigon ha apprezzato l’ottimo lavoro e gli sforzi compiuti dall’Utl di Ragusa nell’aver organizzato un momento di incontro e confronto qualificato e di alto livello che va ben oltre l’aspetto localistico, coinvolgendo iscritti e dirigenti di tutta la Sicilia.
Per Giovanni Condorelli, segretario confederale, come dicevamo e commissario dell’Unione del lavoro di Ragusa il convegno ha rappresentato un momento di misurazione del consenso sul novo corso politico-sindacale di Ugl perfettamente riuscito per la straripante presenza di un pubblico qualificato, per la qualificatissima partecipazione ai lavori di relatori e personalità e per la straboccante iniezione di fiducia per il sindacato in questa fase delicata di pulizia e rilancio.
“La presenza dei segretari generali delle Utl di Catania, Siracusa, Enna, Agrigento e Caltanissetta – afferma Condorelli – è la riprova che la Sicilia è con Paolo Capone e con il nuovo corso”.
Il segretario confederale di Ugl, Ornella Petillo, intervenendo ai lavori del citato convegno ha sottolineato che occorre: “Ripartire dal valore della confederalità per rilanciare con maggiore vigore la politica sindacale. Dobbiamo ritornare sui territori per ricostruire un rapporto privilegiato con i nostri iscritti, per evitare il rischio dello sgretolamento e producendo gli sforzi necessari a rinforzare le fondamenta di un sindacato solidale. Da Ragusa riparte la Sicilia intorno a Paolo Capone, rappresentata dalla stragrande maggioranza di iscritti e dirigenti che credono fermamente nel processo di rinnovamento e cambiamento avviato dal nuovo corso, dopo la rielezione dello scorso 20 febbraio”.
“Ripartire dalle politiche di genere, dunque, è quello che come Ugl stiamo facendo in tutto il territorio nazionale – puntualizza il segretario confederale – organizzando momenti di confronto dedicati al lavoro femminile. E Ragusa ne è esempio, importante e ben riuscito, di convegno dedicato al sistema di tutele per il lavoro femminile ed all’analisi delle criticità per la conciliazione dei tempi lavoro-famiglia”.
Per Natalina Costa, Consigliera regionale di Parità della Regione siciliana, tra i relatori del citato convegno: “La nostra è una figura di garanzia a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici sui luoghi di lavoro della sfera pubblica e del privato. Privare la donna della conciliazione tempi lavoro-famiglia significa sottrarre reddito alla famiglia e se a questo aggiungiamo l’elevata disoccupazione femminile l’effetto diventa devastante sul Prodotto interno lordo perché è risaputo che la donna lavoratrice che opera serenamente sul luogo di lavoro aumenta la produttività aziendale”.
Intervenendo ai lavori, Giovanni Vindigni, direttore dell’Ufficio provinciale del Lavoro di ragusa ha evidenziato come sia importante adottare tutte quelle azioni positive che permattono la conciliazione dei tempi lavoro-famiglia per evitare che s’ingrossi il dato degli infortuni conosciuti come ‘stress da lavoro correlato’. “Siamo all’anno zero nelle politiche di tutela del lavoro femminile – chiarisce Vindigni – ed i dati della provincia di Ragusa lo confermano”.
Concludendo i lavori del richiamato convegno, Renata Polverini, vice presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati ha sottolineato che: “Sui temi del lavoro, della protezione e dei tempi di conciliazione il nostro Paese sta arretrando e le donne perdono spazi che si erano conquistati nel tempo”.
“Le risorse vanno orientate se si vogliono i risultati – aggiunge – il 13 per cento dei disoccupati in Italia, che diventa il 44 per cento se si guarda ai giovani, con punte allarmanti come quella femminile che in Sicilia è del 25 per cento, sono dati che fanno paura. Eppure in Sicilia non vedo politiche messe in campo negli ultimi due anni”.
In altra parte del nostro giornale, l’’intervento completo del parlamentare di Forza Italia.