GOVERNO REGIONALE SEMPRE PIU IN BALIA DEL VENTO ROMANO? LA CIGD DIMEZZATA PER VIA DELLE RISORSE CHE NON CI SONO PIU’. O PER MEGLIO DIRE LA COPERTURA C’E’ PER LE RICHIESTE APPROVATE PRIMA DEL 31 LUGLIO 2014. L’ACCORDO TRILATERALE, ESECUTIVO REGIONALE, ASSOCIAZIONI DEGLI ENTI E SINDACATI, RESTA IN BILICO COME IL FUTURO DI 1750 OPERATORI ESPERTI IN POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO. CHE DIRE DI PIU’: FALLIMENTO
E’ stato un fallimento l’incontro di questo pomeriggio tra l’assessore al Lavoro, Bruno Caruso, i lavoratori, le organizzazioni sindacali e le associazioni degli enti formativi. si registrano passi indietro e le notizie in arrivo da Roma sulle risorse finanziarie, che prima appaiono e poi scompaiono come in un gioco di prestigio, appaiono terribilmente negative. La Cassa integrazione guadagni in deroga per il 2014 va a farsi benedire con le risorse che non ci sono più. Pare questo il dato emerso, dalle indiscrezioni raccolte tra chi all’incontro del pomeriggio c’era. La motivazione pare essere quella che le risorse non spese entro il 30 settembre 2014 restano a Roma. Il che significa anche che si potranno riconoscere gli ammortizzatori sociali del’anno scorso autorizzati entro il 31 luglio 2014. Il futuro degli operatori esperti in politiche attive del lavoro è nelle mani degli enti formativi che continuano a trattare – si fa per dire – con l’esecutivo regionale. E le cose non sembrano messe bene.
Il Governo regionale, dalle citate indiscrezioni raccolte, prima ha fatto una ammissione di impotenza vista l’impossibilità di proseguire con l’ente strumentale – il Ciapi – il programma Garanzia Giovani e poi ha chiesto agli enti formativi un intervento straordinario. Che si sostanzia nel farsi carico di un esubero strutturale. Il che significa tutta la platea. Di contro l’assessore Caruso è stato chiaro: non intende sottoscrivere alcun impegno come governo regionale, lasciando nella mani di enti e sindacati la bomba sociale pronta ad esplodere. Uno scenario grottesco che si ripete ancora una volta negli ultimi due anni. E adesso, però, la raccontiamo tutta, perché la vicenda ha dell’incredibile. Le cose si mettono male. Cominciamo col dire che: non c’è il due senza il tre. Ancora prima di ricordare come sono andati i fatti, qualcuno comincia a sperare in una quarta occasione, se mai ci sarà. Dalla storia recente emerge una nota stonata: il Governo dell’attesa e dell’inadeguatezza si è distinto per i ripetuti appelli e richieste d’aiuto dal sapore ‘Amarcord’.
La storia inizia nell’aprile del 2014 allorquando le associazioni degli enti formativi avevano dato ampia disponibilità a farsi carico dei circa mille e 750 operatori, assumendosi l’intero rischio d’impresa compreso gli oneri bancari attraverso la negoziazione con gli istituti bancari delle somme necessarie a garantire le anticipazioni necessarie ad emolumenti e spese di gestione.
E quando Paolo Genco e Carmelo Sferro, referenti di Forma Sicilia – per fare i nomi di coloro che sono stati chiamati al capezzale del Governo regionale – si sono presentati davanti all’assessore dell’epoca con in tasca una lettera di affidamento bancario si sono sentiti rispondere che il ministero non autorizzava il coinvolgimento di privati.
Esecutivo regionale che non soddisfatto, ha fatto di più. Per rincarare la dose ha pure modificato l’articolo 12 della legge regionale n.24 del 26 novembre 2000, individuando il Ciapi come referente per la gestione delle politiche attive del lavoro in Sicilia e facendosi approvare la norma dal Parlamento siciliano . La storia ci ha consegnato il fallimento di questa operazione come lo stesso assessore Caruso ha ribadito nel pomeriggio di oggi.
E non basta. Viste le enormi difficoltà da parte del Ciapi nel gestire le politiche attive del lavoro, gli stessi interlocutori, Genco e Sferro, sono stati richiamati nel settembre 2014, di gran corsa, sempre al capezzale dello stesso governo regionale per chiedere la disponibilità a farsi carico di una parte della platea degli ex sportellisti. Anche in quel caso la risposta è stata positiva e la disponibilità confermata è stata per tutta la platea. Anche in questa occasione non se ne fece nulla perché l’assessore dell’epoca, che ricordiamo era Giuseppe Bruno, comunicava agli interlocutori chiamati al capezzale, che il Governo aveva proceduto ad altre scelte politiche. Oggi l’assessore Caruso, che è il terzo assessore al Lavoro in due anni di governo Crocetta – che è quanto dire – si pensava che avesse cambiato marcia. Ed invece i fatti smentiscono gli ottimisti. Nulla è cambiato e dal punto di vista degli impegni che il Governo regionale doveva garantire nel sottoscrivere il verbale di accordo a tre. Impegni riguardanti: la convenzione con gli operatori bancabile, la velocizzazione delle procedure dalla profilazione all’avvio delle attività. Il tutto in una prospettiva che potesse prevedere un futuro certo degli operatori esperti in politiche attive del lavoro attraverso la loro valorizzazione . Operazione che significa anche mettere in pista progetti di aggiornamento e riqualificazione per la certificazione della competenza. Ed invece, siamo ancora alle premesse, quando gli enti formativi pensavano di aver, invece, chiarito i punti essenziali per arrivare all’accordo.
Su questi punti, peraltro, enti ed sindacati avevano raggiunto un’ampia convergenza che adesso rischia di saltare dopo il passo indietro del governo regionale che non è più disposto sottoscrivere, come espressamente richiesto dalle parti sociali. Perché questo altalenate comportamento del Governo? Quando sembra vicina la soluzione, tutto ripiomba nell’incertezza più assoluta. Di mezzo c’è il futuro dei giovani siciliani e di 1750 famiglie di lavoratori che non hanno alcuna colpa eppure sembrano espiare i peccati altrui.
La verità è che passiamo con disarmante semplicità ‘dal confusionario al surreale’ e purtroppo non è una battuta ad effetto, peraltro già riportata qualche tempo fa in altra parte del giornale, ma lo stato di emergenza sociale in cui versa irrimediabilmente il settore che rimane paralizzato di fronte – forse – a forze contrarie, impegnate a tirare la corda quando la soluzione si avvicina.
2 commenti
Il Ciapi non è stato in grado di gestire il progetto Prometeo ne tantomeno le politiche attive del lavoro con la youth guarantee e questo è sotto gli occhi di tutti come è chiaro che a farne le spese sono i lavoratori. Si è avuto il coraggio di avanzare anche l’ipotesi, per quanto attiene la garanzia giovani, di dare una proroga soltanto agli orientatori e pochi altri lavoratori che hanno “bussato” come loro prassi a qualche porta. Oggi mi chiedo ed in molti ci chiediamo ma questi orientatori e le altre figure da dove verrebbero prese? Dalla graduatoria ad oggi provvisoria del Ciapi? Graduatoria non definitiva a fine progetto? Strano. Una graduatoria che quindi non ha valore legale. Ed inoltre il Ciapi ed il Governo pensano che il tutto passi in sordina? Pensano davvero che gli esclusi non chiedano agli organismi preposti un controllo minuzioso sugli atti presentati da ciascun “orientatore” e non solo, per verificare il possesso di qualifica richiesta dal bando? O forse pensano che i lavoratori non hanno più voglia di alzare la testa per seguire ed accertare la “LEGALITA’” la dove forse per dimenticanza la stessa possa essere stata messa da parte. NON LO CREDANO coloro i quali gridano alla rivoluzione dell’antimafia NON LO CREDONO, di conseguenza, i lavoratori tutti ed in specie coloro i quali, e non sono pochi, hanno chiesto un accesso agli atti di un bando pubblico ed ancora, scaduti i 30 gg e passati più del doppio aspettano una risposta. Strano. E’ ovvio che se si dovesse andare a proroga solo per pochi scoppierebbe una rivoluzione, quella vera, quella della LEGALITA’. Nel mentre attendiamo fiduciosi… non certo nel Ciapi o nel Governo… ma di certo nei riguardi della MAGISTRATURA, se sarà il caso.
Ma come mai non si volatizzano le indennità dei parlamentari, degli assessori e del governatore e dei loro fidi dirigenti?