“Si deve a questo sindaco un primato, quello di avere privato del loro entusiasmo i tanti giovani presenti in Consiglio che contavano sulla sua esperienza politica cinquantennale e che avrebbero potuto certamente rappresentare una importante risorsa per il riscatto politico – amministrativo della Città. Egli ha improntato tutta la legislatura agli insulti e ai veleni”
Durante i lavori della seduta si sono dimessi 5 consiglieri. Il primo gruppo di 4, Vella, Matina, Dalli Cardillo e Sgarito, ad inizio dei lavori, Grova dopo la votazione. Tutti hanno lasciato l’aula Falcone Borsellino accompagnati dall’applauso di una folla di cittadini che assisteva al dibattito.
Forti le motivazioni alle dimissioni che pubblichiamo in alcuni passaggi. Lasciamo perché “nonostante gli sforzi e le scelte che questo consiglio comunale ha fatto con le misure correttive (delibera n.1/2013e n.10/2014) , queste sono rimaste lettera morta per responsabilità dell’A.C., cosi come rilevato dalla stessa Responsabile dei Servizi Finanziari nel verbale n° 1 del 11/02/2015 inviato alla Corte dei Conti, dove testualmente scrive: “i notevoli ritardi nella realizzazione delle misure correttive causano la permanenza di forti preoccupazioni per gli equilibri di bilancio”. E ancora “questo consiglio comunale – fin dall’inizio della legislatura – è stato privato delle sue funzioni in quanto gli atti gli sono stati sempre sottoposti a ridosso delle scadenze o addirittura oltre tali date, da ultimo vedasi il Bilancio di Previsione 2014 approvato con estrema urgenza il 31/12/2014. Questo senza dubbio non dà la facoltà al Consiglio Comunale di poter intervenire sulla programmazione dell’ente. Il Consiglio non viene mai posto nelle condizioni di assumere le proprie decisioni in maniera serena, ma sempre sotto il ricatto morale di una imminente scadenza o, ancor più grave, del pericolo di mettere a rischio centinaia di posti di lavoro. Da lungo tempo si assiste ad una esautorazione del ruolo del Consiglio Comunale, ridotto a mero notaio delle altrui decisioni, in particolare di recente ( con riferimento alla delibera di Ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale di cui all’art.243 – bis TUEL ) abbiamo assistito al verificarsi di una vicenda alquanto grave, ossia la Responsabile dei Servizi Finanziari, ha deciso autonomamente di intraprendere la procedura di cui all’art. 243-bis TUEL, privando di fatto il Consiglio di valutare la possibilità di esperire dapprima l’iter ordinario di cui agli artt. 193 e 194 TUEL, così come previsto dall’art.153 co.6, scelta che rientrava nell’esclusiva competenza del Consiglio Comunale. Inoltre alla luce dei dati differenti emergenti dalle note (che si susseguono a distanza di pochissimo tempo) della Responsabile del Servizio Finanze (verbale n. 01 dell’11/02/2015 indirizzato alla Corte dei Conti; nota prot. n. 9158 del 02/03/2015 e nota prot. N. 11214 del 12/03/2015 ) e del Collegio dei Revisori dei Conti (verbale n.117 del 09/03/2015 e n.118 del 16/03/2015 pervenuto all’Ufficio di Presidenza alle ore 14.00 di oggi) non riusciamo a cogliere in maniera chiara ed inequivocabile la effettiva situazione economico finanziaria dell’Ente – pur conoscendone l’ assoluta gravità. Ciò ingenera in noi ulteriore confusione ed incertezza nella direzione di una decisione serena e lucida per salvaguardare il futuro dell’Ente”.
E arrivano alle conclusioni. “A queste condizioni ed in una situazione di enorme criticità non ha più senso assurgere al ruolo di parafulmine delle altrui responsabilità: responsabilità derivanti dalla mancata attuazione delle misure correttive; responsabilità dirigenziali per l’approssimazione con cui viene espletato il proprio incarico; ma soprattutto responsabilità amministrativa per una mancata seria organizzazione e gestione del personale, dei servizi, per la omessa programmazione e pianificazione di tutte quelle azioni che avrebbero dovuto evitare l’attuale disastro economico in cui versiamo (lotta all’evasione; stesura del piano di alienazione e valorizzazione dei beni non strumentali; rivisitazione dei contratti; recupero oneri di urbanizzazione pregressi ancora da incassare; mancata attuazione di tutte quelle attività funzionali ad incrementare le entrate). A tutto ciò si aggiunga l’assoluto disastro in cui versa la Città: dalla viabilità (strade disastrate, circolazione caotica e selvaggia, mancato controllo sull’occupazione del suolo pubblico) alle Ville Comunali (sempre chiuse, sporche e non fruibili dalla cittadinanza); dai Servizi (vedi servizio mensa, servizio asili nido, servizio raccolta rifiuti assolutamente fallimentare e con gravi ricadute sulla salute pubblica e sulla Pulizia della città ridotta in alcune zone a discarica a cielo aperto) al Personale (male gestito e non valorizzato, anzi oggetto di ripicche personali).
Si deve inoltre a questo sindaco un primato, quello di avere privato del loro entusiasmo i tanti giovani presenti in Consiglio che contavano sulla sua esperienza politica cinquantennale e che avrebbero potuto certamente rappresentare una importante risorsa per il riscatto politico – amministrativo della Città. Egli ha improntato tutta la legislatura agli insulti e ai veleni, piuttosto che preoccuparsi di assicurare un affidabile governo alla città con una maggioranza numerica stabile, dimostrando quindi grave incapacità politica;
infine riteniamo che il Piano di Riequilibrio per essere credibile necessiterà di misure drastiche che incidano su elementi strutturali, chiedendo ulteriori sacrifici alla nostra Città per i prossimi dieci anni; credibilità che questo Sindaco e questa Amministrazione non saranno in grado di assicurare, soprattutto alla luce della incapacità ad attuare le più blande misure correttive;
l’attesa dell’ approvazione del Piano di riequilibrio sarà finalizzata al “tirare a campare” per qualche altro mese per coloro che sono restii a rinunciare al proprio potere e ad abbandonare la propria poltrona con tutti i vantaggi che essa comporta. Precisiamo che non si tratta di una fuga dalle proprie responsabilità, ma è proprio il senso di responsabilità a spingerci alle dimissioni, un gesto di amore nei confronti della nostra città. Attraverso questa azione forte ed irrevocabile speriamo si possano scuotere le acque stagnanti in cui oggi versa la situazione amministrativa di questo ente.
Probabilmente alcuni lo leggeranno come un gesto di vigliaccheria, noi invece auspichiamo che da esso scaturiscano dimissioni di massa sia del Consiglio che di tutta l’Amministrazione Comunale perché riteniamo che questo sia il gesto più forte, coraggioso e coerente che si sia avuto negli ultimi 4 anni”.
Giuseppe Grova nel suo intervento ha parlato di responsabilità da parte di tutti, politici e cittadini che resistono al cambiamento. Un muro di gomma che non si riesce ad abbattere. Convinto dell’inutilità di continuare l’esperienza di consigliere in un cotesto sfavorevole al miglioramento della qualità di vita si è dimesso un minuto dopo aver votato il piano di riequilibrio finanziario. Non gli sono mancati gli applausi dei cittadini.