di Cola Pisci
PER IL SINDACATO SERVE LA PARTECIPAZIONE DI TUTTI PER REAGIRE CONTRO SOPRUSI E INCAPACITA’ DI GOVERNO E AMMINISTRAZIONE REGIONALE. ED E’ OFFENSIVO PER I LAVORATORI CONTINUARE A SENTIRE DALL’ESECUTIVO CHE TUTTI SARANNO TUTELATI. NON E’ COSI’ ED I LICENZIATI SONO GIA’ 4000. A QUESTI POTREBBERO AGGIUNGERSENE NEI PROSSIMI MESI ALTRI 4000
Confermato lo sciopero delle organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola per il 30 marzo prossimo. Si va verso la chiusura del settore della Formazione professionale in Sicilia mentre il Governo regionale ripete che saranno salvaguardati tutti i lavoratori. La tensione aumenta per un’emergenza sociale che non trova sbocco risolutivo. È lo scenario emerso a conclusione dei lavori delle Commissioni Bilancio e Lavoro all’Ars sull’emergenza lavorativa nel settore della Formazione professionale. Audizione alla presenza dei lavoratori e delle parti sociali che si è tenuta in Sala Rossa al Parlamento regionale lo scorso 26 marzo.
Critiche sull’operato del Governo regionale si sono levate da più parti. La Cisl, attraverso il responsabile regionale della Formazione professionale, Giovanni Migliore, traccia i contorni della vertenza non risparmiando critiche all’esecutivo regionale in una intervista rilasciata al nostro giornale.
L’audizione congiunta delle Commissione Bilancio e lavoro all’Ars ha dato le risposte che i lavoratori attendono da mesi e che il sindacato auspica?
“Nel corso dell’audizione convocata dalla II e V Commissione Parlamentare dell’Assemblea Regionale Siciliana, il Governo non ha dato alcuna risposta agli oltre 8000 lavoratori del settore ormai ridotti alla fame e senza prospettiva alcuna”.
L’emergenza occupazionale tocca tutte le filiere formative: Interventi, Servizi e Istruzione e formazione professionale, erano presenti gli assessori al ramo, Lei, Migliore, è rimasto soddisfatto delle risposte che i rappresentati del Governo?
“Assolutamente no. La Vice Presidente della Regione, Mariella Lo Bello, non ha saputo rispondere a nessuna delle domande a Lei rivolte e non ha indicato prospettive neanche per i lavoratori ad oggi impegnati nella terza annualità dell’Avviso 20/2011 già a partire dal prossimo mese di giugno. Anche l’Assessore al Lavoro, Prof. Bruno Caruso, non ha fatto passi in avanti per dare risposte ai lavoratori della filiera dei Servizi per il Lavoro”.
Eppure l’assessore Lo Bello, nel suo intervento in Sala Rossa, ha rassicurato i lavoratori confermando che non ci saranno licenziamenti. Migliore cosa ha da replicare al riguardo?
“Dopo più di due anni e mezzo di Governo Crocetta è inaccettabile ed anzi offensivo per la categoria, sentire ancora che il Governo ‘garantirà tutti’”.
Secondo Lei, quali sono i numeri dei licenziati in questo momento nel settore?
“Sono oltre 4000 i lavoratori licenziati ai quali potrebbero, nel corso dei prossimi due mesi aggiungersi i restanti 4000. Non ci sono soluzioni né nel breve né nel lungo periodo per i lavoratori del settore”.
La Cisl cosa rimprove al Governo regionale?
“Il Governo fa finta di non sapere che i lavoratori licenziati o sospesi dal Cefop, dallo Ial Sicilia, dall’Enfap Sicilia e da una miriade di altri piccoli enti accomunati dalla revoca dell’accreditamento non lavorano”.
Il progetto ‘Prometeo’ del Ciapi che avrebbe dovuto assorbire circa 2000 lavoratori ha raggiunto l’obiettivo fissato dal Governo regionale?
“No. Solo parzialmente ha assunto. Infatti, solamente 594 degli oltre 2000 selezionati per il progetto Prometeo del Ciapi di Priolo lavorano, ma anche questi pochi ‘fortunati’ rischiano il licenziamento anticipato a causa dei danni che la Regione sta provocando all’Ente strumentale della stessa Regione”.
Nella filiera dell’Istruzione e formazione professionale qual è lo stato di salute?
“Oltre un migliaio di lavoratori hanno maturato decine di mensilità che a causa dei ritardi dell’amministrazione regionale non hanno percepito e rischiano di perdere il posto di lavoro per carenze in sede di programmazione e di avvio delle corsualità”.
Nei giorni scorsi avete proclamato lo sciopero della categoria, cosa aggiunge a sostegno delle rivendicazioni sindacali?
“Non registriamo passi in avanti e spiragli di risoluzioni condivisibili e fattibili. Non essendovi risposte per i lavoratori licenziati, per i lavoratori dell’Obbligo di Istruzione, per i lavoratori impegnati nella terza annualità dell’Avviso 20 e per gli operatori degli Sportelli Multifunzionali, si va verso la chiusura del settore. In tal senso, ritengo che occorra che tutti, indistintamente ed oltre ai colori, alle appartenenze e alle linee di pensiero, si possa manifestare contro il disastro e la macelleria sociale voluta dal Presidente Crocetta per difendere il lavoro e, quindi, la dignità”.
Queste parole richiamano forse all’unità dei lavoratori dopo mesi di travaglio nel dialogo tra sindacati confederali e sigle autonome e di base?
“Si, non possiamo più permetterci divisioni. Lancio un appello al popolo della Formazione Professionale in Sicilia, alle altre sigle sindacali, a tutti gli operatori del settore, di reagire ai soprusi ed alle incapacità del Governo e dell’Amministrazione Regionale. Insieme si può, ancora, ottenere qualcosa, in pochi lasceremmo campo libero a chi vuole fare altro della formazione”.
5 commenti
ora basta,tutti in piazza,per il nostro futuro!
La Sicilia a un passo dal crac, mancano 700 milioni. Roma chiude i rubinetti
Palazzo Chigi non verserà tutti i fondi chiesti dalla giunta Crocetta. L’ombra delle elezioni anticipate, ma il governatore ha un piano B
Il crash non è mai stato così vicino. Lo Stato non è in condizione di coprire la voragine nei conti siciliani: mancano ancora 700 milioni all’appello. E non arriveranno. Sono i soldi che, al netto di alcune robuste manovre amministrative già messe in preventivo (come un recupero di risorse dal fondo di sviluppo e coesione), possono essere erogati solo con una decisione di chiaro valore politico: una norma o, comunque, un atto del governo. Non in altro modo si può riportare nell’Isola il centro di calcolo delle buste paga di alcune categorie di dipendenti statali, misura che garantirebbe introiti fiscali per 370 milioni. Non in altra maniera, ancora, si può dilazionare in dieci anni il piano di rientro dal debito (operazione che frutterebbe subito altri 350 milioni). Ma Palazzo Chigi, già alla ricerca di 16 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva, non è in grado di sopportare quest’ulteriore onere. Fonti del governo lo lasciano intendere
chiaramente: più dello sforzo già fatto al tavolo romano di confronto con la Regione (sforzo che vale oltre due miliardi) non si può andare. Il limite è già stato raggiunto. In Parlamento non c’è, peraltro, una legge di stabilità in cui inserire questi aiuti, e una disposizione ad hoc per la Sicilia e la giunta Crocetta, scatenerebbe una bagarre difficilmente sostenibile.
Unione Lavoratori Liberi, considerato l’atteggiamento del Governo Regionale, che con gli Assessori alla Formazione e al Lavoro in V commissione non ha saputo dare risposte chiare circa il futuro degli 8000 operatori del settore, considerato l’atteggiamento spocchioso, irridente e irriguardoso verso le problematiche poste e verso quindi i lavoratori, tenuto dall’Assessore Caruso e considerato l’appello all’unita’ nella protesta del 30 marzo lanciato dal responsabile regionale della Cisl, comunica che aderira’ alla giornata di sciopero e partecipera’ alla manifestazione che si terra’ a Palermo.
Questo è quello che ci ha regalato il pd con il suo Crocetta. Gente che pur di non perdere la poltrona sta lasciando governare indisturbato il presidente.
Come le pecorelle escon del chiuso
a una, a due, a tre, e l’altre stanno
timidette atterrando l’occhio e ‘l muso;
e ciò che fa la prima, e l’altre fanno,
addossandosi a lei, s’ella s’arresta
semplici e quete, e lo ‘mperché non sanno.
Crocetta nello sterminio della formazione professionale in Sicilia, si è pappato i sindacati CGIL, CISL e UIL, come fossero tre palline di gelato dello stesso cono, con quattro leccate, di sindacati non ne è rimasta nemmeno l’ombra.
I sindacati CGIL, CISL e UIL, in Sicilia non esistono più, la prova siamo noi 4000 che ci troviamo a casa senza lavoro, personalmente dopo 33 anni di lavoro.
Se gli operatori della formazione professionale abbiamo diritto alla salvaguardia del nostro posto di lavoro come dice la legislazione vigente, non dovrebbe essere materia di scioperi, ma di denunce, o no.
Comunque vengo allo sciopero per rispetto dei miei colleghi, non per i sindacati.
Se pensano che ci rassegneremo a questa carneficina si sbagliano di grosso, ma molto di grosso.