Nel giornalismo, ormai da decenni, il Primo Aprile è l’occasione per raccontare la migliore bufala, poi basta dare un occhio al calendario per capire che è pesce d’Aprile.
L’articolo “Manganella si dimette…” ha avuto un successo che ha superato le mie stesse aspettative. Sono arrivati tantissimi apprezzamenti. Ma in due hanno letto nell’articolo una sorta di mio personale “attentato” al futuro dei lavoratori precari perché secondo loro avrei “invocato” le dimissioni del sindaco, degli assessori e dei consiglieri. La bufala sono le dimissioni, tranquilli che nessuno vi toglie il posto, anzi, adesso cari politici avete l’obbligo di restare.
Devono restare dove sono, dopo averci “deliziato” per quattro anni non possono negarci il gran finale e questo senza cercare di strumentalizzare persino le bufale giornalistiche per guadagnarsi l’uscita di sicurezza.
Hanno rotto il vaso, ora devono mettere insieme i cocci, con la collaborazione di ogni componente politica e non politica che ha partecipato in qualsiasi forma al governo della città in questi tragici anni, ché alla fine della fiera dovranno fare i conti con i favaresi.
E non solo. La nave sta affondando e devono organizzare le scialuppe di salvataggio ad iniziare dai precari, dagli asili nido. Chi doveva dimettersi doveva farlo prima di arrivare all’Isola del Giglio, prima del naufragio. Al momento, c’è da salvare il salvabile. C’è da fare quello che De Falco ha ordinato a Schettino “Lei sale sulla nave e mi dice quante persone e che cosa hanno a bordo. Chiaro? Mi dice se ci sono bambini, donne o persone bisognose di assistenza. E mi dice il numero di ciascuna di queste categorie. E’ chiaro?
Guardi Schettino che lei si è salvato forse dal mare ma io la porto… veramente molto male… le faccio passare un’anima di guai. Vada a bordo, cazzo!”
Anche noi come De Falco vogliamo conoscere la dimensione dei sacrifici che saranno chiesti ai cittadini dal piano decennale di riequilibrio, vogliamo sapere la fine che faranno i precari e i dipendenti di ruolo, vogliamo conoscere quali prospettive restano alla città. Mentre, nessuno vuole il disastro.
“Restate a bordo, cazzo!” Altro che desiderare le vostre dimissioni.
3 commenti
Avessero rotto solo il vaso…
Perché un cittadino che esprime con un commento il suo disagio per questo malessere sociale in cui siamo costretti a vivere e convivere in questo paese debba essere verbalmente aggredito? E debba astenersi dal vedere che
Schettino un dilettante, loro sapranno di certo far di meglio. FAVARA LIBERA