L’adesione del Comune al piano decennale di riequilibrio ha comportato, indirettamente, l’impossibilità al rinnovo del contratto per 69 lavoratori precari storici. Per superare l’ostacolo, Manganella ha concesso una proroga con ordinanza del sindaco, in attesa degli sviluppi sulla vicenda. In questo modo non avrebbe interrotto il rapporto di lavoro dei precari.
Adesso, al suo ritorno dall’incontro romano al Ministero degli Interni, dove si è recato con la segretaria comunale e i deputati Bosco e Moscatt, scrive su un noto social network che “Al ministero ci hanno detto che non era possibile la proroga del sindaco, anche se motivata con problemi di ordine pubblico e con l’indispensabilità dei servizi svolti da questi lavoratori e che, comunque, la carte saranno inviate alla Procura della Corte dei Conti”.
La proroga è carta straccia? A questo punto, dal primo Aprile la presenza dei lavoratori all’interno degli uffici comunali può essere sostanzialmente abusiva? Le domande le rivolgo alla politica locale, che in considerazione della gravissima problematica dovrebbe dare risposte immediate. Meglio, dovrebbe trovare soluzioni in grado di escludere l’interruzione, dopo circa 24 anni, del rapporto lavorativo dei dipendenti comunali caduti nella rete del dissesto finanziario.
Il “morto” è parente di tutti, dal singolo cittadino al sindaco. Non si può buttare a mare il futuro di 69 famiglie. Stiamo, tra l’altro, parlando di persone avanti con l’età, che avrebbero pochissime possibilità di inserimento in altre attività lavorative, specie nell’attuale periodo di crisi economica locale e nazionale.
Un errore, una svista non può superare la necessità occupazionale di uomini e donne e la stessa esigenza del funzionamento del Comune che si priverebbe delle risorse indispensabili negli uffici.
“Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare” e questo è il momento migliore per i partiti politici e per i sindacati di scendere in campo in difesa di 69 famiglie e per dimostrare che ha un senso la loro presenza nel territorio.