L’INDIZIATO CORROTTO CHE NON DIMOSTRI LA PROVENIENZA LECITA DEI BENI E NON GIUSTIFICHI LA SPROPORZIONE TRA PATRIMONIO E REDDITO DICHIARATO SUBISCE LA CONFISCA. IL TESTO C’E’ E PROTREBBE CHIAMARSI LEGGE ‘LA TORRE BIS’ SE SOLO IL PARLAMENTO LO DISCUTESSE E APPROVASSE
La legge anticorruzione al varo del Parlamento è “concepita per mettere qualche pezza ai danni del berlusconismo”. Lo scrive oggi in un editoriale sul Fatto Quotidiano Antonio Ingroia, presidente di Azione Civile. “Expo, Mafia Capitale, Mose, sono solo punte di un iceberg che succhiano alle casse dello Stato una cifra che, a seconda degli indicatori di riferimento, varia tra i 60 e gli 80 miliardi di euro ogni anno. La corruzione è l`interfaccia sistemica fra Pubblica amministrazione, politica e imprenditoria che, raccordandosi con quello mafioso, due facce della stessa medaglia, costituisce un unico sistema criminale integrato”.
Ingroia aggiunge: “Giovanni Falcone diceva che se vuoi sconfiggere la mafia devi colpirla sul piano finanziario. Per questo la confisca dei beni è stata la misura più efficace, vera spina nel fianco delle cosche”.
Per l’ex Pm antimafia “con la corruzione si deve fare esattamente la stessa cosa: il sequestro preventivo dei beni è fondamentale per colpire al cuore il sistema della corruzione. Esiste già un articolato normativo che giace nel dimenticatoio collettivo di questo paese della rimozione ed è stato scritto da giuristi come me ed altri, e da militanti dell`antimafia come Franco La Torre, figlio di Pio. Una legge che potremmo chiamare “La Torre-bis”, perché estende ai corrotti la confisca dei beni mafiosi introdotta grazie a Pio La Torre, e al suo sacrificio assieme a quello del prefetto Dalla Chiesa. Di fronte a gravi indizi di corruzione partono gli accertamenti finanziari e patrimoniali, e se esiste sproporzione tra il valore del patrimonio e il reddito dichiarato si sequestrano i beni dell`indiziato corrotto. Chi non riesce a dimostrare la provenienza lecita delle ricchezze subisce la confisca dei beni e la loro destinazione, a sentenza definitiva, a finalità di interesse pubblico e sociale”.
Ma questo Parlamento, nei suoi rapporti di forza, non possiede una vera cultura dell`anticorruzione. Per questo bisogna che questa spinta arrivi dal basso. “Mi appello – conclude Ingroia – a Libera e alla Fiom, e a tutto il mondo dell`associazionismo e dei movimenti: la coalizione sociale cominciamo a costruirla così, partendo da temi importanti per la vita deí cittadini e spingendo verso riforme vere, non quelle solo annunciate da questo governo di facciata. L`esempio è quello della lotta alla mafia”.
2 commenti
Concordo pienamente con Ingroia.In un momento in cui gli onesti non possono tirare avanti la famiglia rubare denaro pubblico è un crimine contro i cittadini.
Mi dispiace, ma da quando ti sei messo con crocetta hai perso prestigio e credibilità.