L’indomani di un comunicato del gruppo consiliare di maggioranza appartenente all’area Ncd dal contenuto poco chiaro che abbiamo, comunque, pubblicato per dovere di cronaca e per offrire stessi spazi sull’informazione a maggioranza e opposizione, Enzo Agrò si dimette.
Il comunicato, dicevo, poco chiaro, su un aspetto non lascia dubbi, precisamente “sull’agire con responsabilità”. Richiamano alle responsabilità e responsabilmente l’assessore vicino alle loro posizioni si è dimesso. Lineare. Come a significare che responsabilmente per non rischiare di aggiungere danni ad altri danni, quando non si può serenamente lavorare, è meglio lasciare.
“Per motivi diversi” è una giustificazione che la dice lunga sulla sopraggiunta impossibilità di convivenza in Giunta.
Certamente Enzo Agrò non rientra nei casi Schettino, citati ormai in tutte le occasioni. E’ casomai la reazione della persona perbene che non ha tempo da perdere e che ha grande rispetto verso i suoi concittadini. Le sue, rispetto alle decine di precedenti dimissioni della Giunta Manganella che quasi non si contano più, sono le più pesanti, ché arrivano nel momento delle grandi decisioni per Favara.
Agrò ha scelto di andarsene e chi lo conosce sa bene che la sua decisione altro non può essere che frutto della sua generosità. Non è riuscito, malgrado abbia consumato grandi sforzi, a eseguire i suoi progetti sulla collettività. E allora, ha preferito, in un primo momento, allontanarsi non partecipando quasi più agli incontri di Giunta e dopo circa un mese ha maturato la ferma decisione di andarsene. Lo ha fatto con la dignità che deve essergli riconosciuta.
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“Alla luce delle polemiche che stanno accompagnando l’operazione raccolta differenziata, annuncio sin da adesso che dal momento in cui diventerà operativa a Favara la raccolta differenziata dei rifiuti, sarò pronto a rassegnare, consegnandole nelle mani del sindaco”. (L’Assessore Agrò, dalla lettera aperta alla città, pubblicata su FB il 23 novembre 2014)
Ha fatto togliere 600 cassonetti sparsi per la città, ché non voleva nessuno, ché prontamente scomparivano o peggio venivano bruciati.
Oggi ci rimangono le discariche, vecchie e nuove, sorte a cielo aperto, molte delle quali danno il benvenuto ai visitatori della città dell’agnello pasquale. Ai cittadini rimane il ricordo dei cassonetti che non ci sono più, dei sacchetti impiccati ad oggi non del tutto scomparsi, la pattumiera ritirata a Giatteddra e la perenne convivenza con la monnezza.
Il direttore Franco Pullara di Sop dice: “Lascia la Giunta un professionista preparato che ha realizzato nella nostra città il servizio della differenziata”.
A mio modesto parere, la situazione politica che caratterizza questo nostro povero paese, renderebbe inutile anche l’impegno dell’uomo/donna dei “miracoli” cioè qualcheduno che riesce a fare i miracoli. Eppure ad ogni rimpasto c’è “la coda” tutti pronti con il proprio sapere, esperienza, impegno e quant’altro a risollevare le sorti ed a riprendere la strada. Salvo poi riconoscere vani i suoi sacrifici ed avere il riconoscimento (appagante?) della sua buona fede.
l’impegno a potere fare qualcosa, richiede a monte una valutazione del contesto in cui si vuole operare. Non resterebbe che dire: – Io lo sapevo!