Da oggi si inizia la settimana decisiva sul futuro occupazionale di 69 precari. A danno fatto si corre ai ripari e l’attuale è il momento di pensare esclusivamente ai secondi e non al primo sul quale ci sarà tempo per dimostrare le responsabilità e individuare i responsabili.
Il sindaco ha chiesto l’aiuto della deputazione per risolvere l’emergenza, che come dice la segretaria comunale, dottoressa Italiano, oltre lo Stretto di Messina difficilmente si comprende. Lo sforzo di Manganella si concentra anche nel fare comprendere a Roma il fenomeno siciliano dei precari “a tempo indeterminato”.
I deputati Bosco e Moscatt hanno già spianato la strada procurando un primo incontro dell’amministrazione comunale con gli alti funzionari del Ministero degli Interni, ma non è bastato da solo a chiudere favorevolmente per i lavoratori la questione. Si è iniziato un percorso che prevede tappe importanti, la prima a fine mese, quando si riunirà la Commissione ministeriale.
Stasera, organizzato da Manganella, ci sarà un incontro con la deputazione regionale e nazionale agrigentina. Si chiederà aiuto a tutti su una posta in gioco che supera il rischio dei 69 lavoratori per raggiungere gli oltre 300 precari del Comune di Favara. In paese il morto è parente a tutti.
Nino Bosco e Tonino Moscatt hanno, dicevamo, già dato e hanno, in diverse occasioni, manifestato la loro determinazione a continuare nella collaborazione. La partita si gioca con le carte con un metodo che metterebbe in primo piano la forma piuttosto che la sostanza.
La forma è rappresentata dall’adesione al piano decennale di riequilibrio finanziario e dallo stato delle casse dell’Ente, oggi vuote. La sostanza, lo ha affermato lo stesso sindaco, è la necessità di avvalersi di queste risorse del personale per lo svolgimento dei servizi comunali. La sostanza è anche e prevalentemente il futuro di 69 famiglie.
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