NO AL JOBS ACT CHE PRECARIZZA I RAPPORTI DI LAVORO. RENZI, COME MONTI E LETTA, HA CANCELLATO DALL’AGENZA DELLE PRIORITA’ IL SUD E VEDE SINDACATI COME ELEMENTO DI DISTURBO. SICILIA IMPOVERITA DA TAGLI MASSICI DI RISORSE
“Con l’avvento del Jobs Act il lavoro sta vivendo il periodo più buio della sua storia a partire dal 1970, anno dello Statuto dei Lavoratori”.
Così il commento del segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, partecipando ieri a Siracusa presso il Jolly Hotel al convegno dal titolo: “Il Futuro del sindacato”, organizzato dalla Unione territoriale del lavoro di Siracusa, guidata da Tonino Galioto.
Nel suo intervento che ha concluso i lavori della partecipata manifestazione, che ha racconto centinaia di dirigenti sindacali, iscritti e simpatizzanti della quarta organizzazione confederale italiana, Capone ha parlato di lavoro e dei temi che saranno al centro della celebrazione del Primo maggio prossimo a Bagnoli.
“Il lavoro non c’è a causa della crisi – spiega il segretario generale di Ugl – ma allo stesso tempo il governo Renzi non sta facendo nulla per crearlo e lo ha ‘semplicemente’ destrutturato”.
“Con l’abolizione dell’articolo18 – dice Capone – Renzi ha cancellato i diritti fondamentali dei lavoratori e ha reso tutto il mondo del lavoro più precario”.
Per il leader di Ugl “è altrettanto evidente il blocco totale di iniziative per agganciare la ripresa: non c’è politica industriale, non solo nel Sud o in Sicilia ma in tutta Italia; non c’è politica infrastrutturale in Sicilia, tragicamente divisa in due, e nel resto del Paese”.
“Cosi come non c’è traccia di politiche a favore del Meridione – rileva il segretario generale del quarto sindacato confederale italiano -. Il Sud è stato cancellato dall’agenda del governo Renzi in perfetta continuità con i predecessori Monti e Letta – aggiunge – e pensare che nel Def 2015 è stata citato una volta sola accanto alla parola Corea. Non è una barzelletta, basta controllate il testo. Pensare che il Paese possa riprendersi nel Nord Est senza il Sud, ampliando la forbice, è illogico”.
“Ciò vuol dire che – sostiene Capone – ormai siamo e saremo tutti precari, perché abbiamo il Jobs Act e perché mancano politiche di sviluppo”.
“Ecco il senso del nostro Primo maggio di quest’anno – sostiene Capone – lottare insieme ovunque e in tutte le categorie per rimettere al centro dell’agenda di governo il lavoro, quello vero, le tutele, per tutti, il Sud e l’ambiente”.
Per il segretario generale di Ugl, il governo nazionale ha avviato una pericolosa fase di smantellamento di pezzi della democrazia e del sindacato.
“Con la cancellazione del Senato e delle province, che ad oggi però restano ma non saranno più elettive e con la modifica del Titolo V° della Costituzione che riduce considerevolmente le prerogative delle Regioni, – commenta Capone – stiamo assistendo alla delimitazione degli spazi di democrazia”.
“E questo accade anche con i sindacati – precisa – il cui chiaro intento del presidente del Consiglio è quello di cancellarli. Non c’è più dialogo sociale perché le organizzazioni sindacali sono elemento di disturbo”.
“Renzi racconta una ripresa che non c’è – conclude Capone – ed è un peccato perché la congiuntura favorevole, il prezzo del petrolio che si è abbassato parecchio, il pareggio dollaro-euro sono elementi importanti per spingere verso la crescita. Manca all’appello la politica industriale che non è materia di questo governo”.