E’ una situazione che si conferma paradossale, con una maggioranza che si comporta da opposizione, mentre l’opposizione responsabilmente cerca di non mandare tutto in rovina. E in rovina ci vanno i favaresi.
Quasi tutti i consiglieri che hanno rinunciato al gettone di presenza hanno seguito per tutta la sua durata le seduta del civico consesso. Tranne Castronovo, chi non ha rinunciato al gettone di presenza non c’era, alcuni di loro sono entrati hanno risposto all’appello del presidente Pitruzzella e dopo qualche minuto sono andati via. Davvero una bella faccia tosta!
Dopo la surroga dell’ormai ex consigliere Grova con Alessandro Fanara, i lavori sono entrati nel vivo del dibattito sulla questione finanziaria dell’Ente e sulla proroga del contratto dei precari. Sono intervenuti i consiglieri Lupo, Airò, Bennardo, Palumbo e il presidente Pitruzzella che ha sottolineato le ragioni della sua scelta di rivolgersi all’amministrazione comunale con interrogazioni scritte piuttosto di utilizzare il dibattito, quando alle parole spesso non seguono i fatti. Bennardo, Lupo e Airò hanno preferito presentare il conto all’amministrazione e alla maggioranza direttamente all’interno dell’aula Falcone Borsellino e lo hanno fatto senza sconti per nessuno. “Il sindaco incapace di governare – ha detto Giovanni Bennardo – ha portato il Comune al dissesto. Peggio ha fatto la maggioranza che se avesse firmato la sfiducia, oggi non ci troveremmo in questa situazione. Loro sono complici del sindaco. Io ho fatto due rinunce. Ho rinunciato alle dimissioni per i lavoratori e per gli asili nido. Non me la sono sentita di fuggire. Ho rinunciato al gettone, io e gli altri 11 dell’opposizione per salvare i posti di lavoro”. Argomenti ripresi da Salvatore Lupo che chiede al sindaco “quale sarà il destino dei lavoratori dopo i 2 mesi di proroga, ammesso che sia approvata dal Ministero. Mentre devo notare l’assenza in aula della maggioranza.
Gaetano Airò ha parlato di un sindaco ormai abbandonato. “I consiglieri d’opposizione – ha detto l’avvocato Airò – restano, mentre la maggioranza non c’è e abbandona Manganella. E’ un’opposizione di qualità che ha capito di avere davanti a se un sindaco ormai solo. Lei è un uomo solo che ha avuto la brillante idea, suggerita dal sindacalista Buscemi, di rinunciare al compenso per se e la sua giunta. Ho capito che lei è un grande uomo anche se di piccola statura. E il giorno dopo il suo annuncio nella sala del Collare, noi dell’opposizione ci siamo resi conto della sua assoluta solitudine e l’abbiamo generosamente aiutata rinunciando al gettone in favore dei precari. Intanto, pezzi della sua giunta e della sua maggioranza non lo hanno ascoltato”.
Unico della maggioranza ad intervenire, il consigliere Castronovo che ha provato a spiegare il perché della sua scelta a non rinunciare al gettone per gli oneri di urbanizzazione da incassare, per la poco controllata spesa sulla solidarietà sociale. Con un ragionamento da oppositore a Manganella, Castronovo ha trovato, non è difficile per nessuno trovarla, la scusa buona per non rinunciare al gettone di presenza.
Manganella ha ringraziato il Consiglio evitando qualsiasi riferimento ai suoi nel civico consesso e in giunta che si sono rifiutati di azzerare i compensi. Ha anche parlato della nomina di Angelo Messinese “che accetta di entrare in squadra, di rinunciare all’indennità e nello stesso giorno firma due delibere per importi di 55mila e 139mila euro, coricandosene la responsabilità per aiutare la città e 70 lavoratori a non perdere il posto”.
Per tutta la sua durata il dibattito è stato duro ma nello stesso tempo sereno, alla fine si è concluso con i botti di Capodanno per uno scontro sorto tra Manganella e Antonio Palumbo. Il sindaco è intervenuto in difesa di pezzi della sua maggioranza che per il consigliere di maggioranza “fanno schifo, schifo perché sono pronti ad incassare il gettone, prendendo la presenza e lasciando l’aula, nonostante i gravissimi problemi di Favara”.
“Sono termini – ci ha detto Manganella alla fine della seduta – che non possono essere usati all’interno di un’aula intestata a Falcone e Borsellino”. E’ vero, quell’aula merita maggiore rispetto e Palumbo ha dimostrato sempre di essere tra i pochi a rispettarla.
1 commento
…..la notizia che veicola anche il solo titolo è davvero sconfortante……Mah ! c’è da chiedersi….non è possibile approvare a tamburo battente una norma….. “Ad absentiam ?”………in modo da “cosrirngere” la persona ad un comportamento più resposnabile……fermo restando il rispetto della sua scelta….specie se determinata dalla necessità di “honeste vivere”………perchè la retribuione del servizio alla città è giustamente ed opportunamente legata (a mio giudizo) alla necessità di potere anzitutto vivere…..e quindi non c’è da scandalizzarsi, se chi non ha altre entrate e si dedica davvero a servire la città con dedizione, impiegando tempo ed energie, percepisca il necessario per vivere “onestamente”…..diversamente, in linea di principio, ne deriverebbe che si dovrebbe riservare l’impegno politico unicamente ai benestanti, anche se incapaci e indegni…….e questo sarebbe davvero assurdo !