Quanto ancora bisogna attendere affinché la piscina terapeutica dell’Ospedale S. Giovanni di Dio sia messa in funzione?
Sono passati 11 anni dal trasferimento dal vecchio al nuovo Ospedale di C.da Consolida di Agrigento.
All’interno dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Fisica e Riabilitativa è stata progettata e realizzata una piscina terapeutica il cui utilizzo potrebbe consentire l’accesso a speciali terapie di recupero e riabilitazione in presenza di patologie croniche ed acute, di patologie neuromotorie dell’età evolutiva e anche di quelle altamente invalidanti che fuori dall’acqua sono difficilmente gestibili.
Il dato è che a tantissimi utenti (non solo ai ricoverati) che ne avrebbero bisogno viene preclusa questa opportunità.
Quando, allora, questa struttura potrà essere messa al servizio di questa Comunità?
Perché, ci chiediamo, dopo la rinuncia da parte della Ditta Aggiudicataria della gara per lavori di adeguamento dei locali dov’è ubicata la piscina terapeutica ci si è fermati?
E se così non fosse saremmo i primi a prenderne atto.
Ed inoltre, quanto ancora bisogna attendere affinché venga attivata e messa a servizio dei familiari dei ricoverati la foresteria dell’Ospedale?
I locali ci sono, l’arredo è quasi completo, allora perché anche questo importante ed innovativo servizio non decolla?
Problemi di gestione?
Una nuova attenzione al paziente e ai suoi familiari passa anche dal creare un habitat complessivo e di accoglienza e di aiuto concreto nei confronti di chi non può permettersi né di viaggiare giornalmente né di fare ricorso alle strutture alberghiere per stare vicino ed assistere il proprio familiare ricoverato.
Consentire a questi Cittadini, come avviene presso il presidio ospedaliero di Sciacca, di potere usufruire, a costi accessibili, di un alloggio all’interno della foresteria è terreno concreto sul quale si misurano gli indicatori di qualità del percorso e del processo di “umanizzazione” complessiva del sistema sanitario.
Massimo RASO
Caterina Santamaria