PER IL SEGRETARIO GENERALE LE FIGURACCE FATTE DALL’ITALIA IN TERMINI DI CORRUZIONE, DI DISORGANIZZAZIONE, NESSUNO MAI LE CANCELLERÀ
“Il problema non è quello di istituire un nuovo ministero per il Mezzogiorno, sono le politiche per il sud che il governo Renzi ha cancellato dall’agenda di governo”.
Così Francesco Paolo Capone, Segretario Generale di Ugl, di fronte ad una platea di 7000 persone che lo hanno accolto con grande entusiasmo nell’area di Bagnoli a Napoli, nella manifestazione nazionale del Primo Maggio.
Le parole d’ordine sono lavoro, tutele, Sud e ambiente – aggiunge il Segretario Generale di Ugl – . Che precisa “nelle mille pagine del documento economico finanziario il Sud è nominato una sola volta, come la Corea. Il Sud l’hanno cancellato! Ma per noi dell’Ugl l’Italia è e resta una, è e resta grande solo se allo sviluppo del Nord si affianca quello del Sud.
Per Ugl il problema vero, dunque, è quello di una politica per il Sud piuttosto che annunci e l’istituzione di un nuovo ministero”.
“Eppure una delle domande più frequenti che mi sono state rivolte in questi giorni – racconta Capone – è stata: “Perché a Bagnoli e perché a Napoli? Perché questa area riassume tutte le contraddizioni italiane. Qui ci sono i resti della Città della Scienza e dell’ex Italsider – chiarisce – ma nessuno fa niente per rimettere in sesto il territorio, perché Napoli e la Campania e il Sud sono il simbolo nazionale di ciò che il governo non sta facendo per risolvere i problemi, malgrado i tanti annunci.
“Oggi – dice Capone – si inaugura l’Expo, manifestazione in cui l’Italia ha dimostrato tutte le contraddizioni di questa nazione, le stesse di Bagnoli. Perché le costruzioni non sono state finite e le figuracce fatte dall’Italia in termini di corruzione, di disorganizzazione, nessuno mai le cancellerà. Renzi sa fare solo le slide, le fa molto bene, ma poi viene smentito dai fatti”.
Anche la storia delle 92 mila assunzioni fatte con il Jobs Act è solo un’abile manipolazione – rilancia il Segretario Generale di Ugl – in realtà quella riforma ha prodotto solo un processo di trasformazione di contratti precari in contratti a tutele crescenti. E tutele crescenti non vuol dire che, passando il tempo starete meglio, vuol dire invece che più tempo più passa e più correrete il rischio di essere licenziati. Questo governo ha cancellato la sicurezza che un tempo abbiamo provato tutti quando siamo stati assunti. Ha cancellato il dialogo sociale, perché ci convoca solo per metterci davanti al fatto compiuto”.
“Il Governo Renzi ha cancellato il nostro diritto di votare le Province e il Senato – sostiene Capone – e lo stesso destino si profila per le Regioni. Sono istituzioni che indubbiamente non hanno funzionato bene – prosegue – ma sono comunque centri di democrazia, e li sta cancellando il terzo presidente del consiglio eletto da nessuno. E che è schiavo di interessi economici internazionali. Noi dell’Ugl non accettiamo di essere un Paese servo di qualcuno. Chiediamo politiche di rilancio, politiche industriali, politiche di bonifica”.
“Come se tutto questo non fosse abbastanza – sottolinea Capone – con la Spending Review prevista nel Documento economico e finanziario (Def) nel campo socio assistenziale e in quello dei trasporti avremo meno servizi e li dovremo pagare di più. Alle follie e alle bugie non ci stiamo e lo dobbiamo gridare forte”.
Nel suo accorato intervento conclusivo della manifestazione e prima del bagno di folla il Segretario Generale si è rivolto con estrema chiarezza al suo sindacato, ai suoi dirigenti ed agli iscritti.
“Grazie per i sacrifici che fate tutti i giorni come sindacalisti, dirigenti, iscritti – afferma orgoglioso Capone – e grazie a Renata Polverini che oggi passa il testimone quale ultimo segretario generale di questa organizzazione al nuovo segretario generale”.
E poi il Segretario Generale di Ugl non rinuncia ad un passaggio del suo intervento per mettere fine alla querelle interna al sindacato che ha tenuto banco negli ultimi mesi con ricorsi e accuse reciproche tra due contrapposti gruppi.
“È vero c’è stato un periodo buio, ma noi l’abbiamo cancellato – puntualizza – Capone – come tutti sapete la nascita della Cisnal è avvenuta qui a Napoli e da Napoli vogliamo ripartire. Perché le donne e gli uomini della Cisnal prima e dell’Ugl poi non hanno di certo paura di qualche bandiera rossa né oggi né ieri né domani”.
Un ringraziamento speciale Capone lo ha rivolto alle forze dell’Ordine che a Napoli “ci hanno consentito di esercitare il nostro diritto di celebrare la Festa del Primo Maggio”.