Scriviamo spesso della Tenda di Abramo di Favara, nata dalla ferrea e decisa volontà di Fra Giuseppe Maggiore. Scriviamo per raccontare le vicende dei tanti ospiti della Tenda, uomini più o meno giovani che hanno affrontato quella sabbia mobile acquatica che il Mare Nostrum, per approdare in quel di Sicilia, così da darsi una possibilità. Cercando di coniugarsi, come essere umani, non solo al presente ma soprattutto al futuro. Ed è del giovane Daniel che vogliamo raccontarvi. Per i più attenti, il nome non suonerà nuovo. Avevamo pubblicato un articolo su Daniel e dei suoi pomeriggi passati allo Stato di Favara a veder giocare i calciatori del Pro Favara, condividendo con loro la passione per il calcio. Ritorniamo a parlare del grazioso Daniel, stavolta come benefattore. Ma partiamo dal principio. Il ventenne Daniel, originario della Nigeria e tra i più giovani ospiti della Tenda di Abramo, qualche giorno trova un portafoglio. Un portafoglio smarrito, è cosa nota, crea molta preoccupazione non solo per i soldi presenti, quanto per tutti i documenti, dalla carta d’identità alla patente, passando per il codice fiscale. L’iter è lungo e stressante, ed inizia con fare la denuncia dello smarrimento dai Carabinieri.
E’ il nostro “tesoro”, una sorta di impronta digitale dentro il quale teniamo tutto ciò che ci indentifica come membri della società. Ora, Daniel, per chi lo conosce, è un ragazzo educato e sempre sorridente, saluta e ti augura “buona giornata” in quel suo italiano che, giorno dopo giorno migliora. E la sua eleganza innata, si affina grazie al lavoro costante di limatura di Fra Giuseppe e dei frati del Convento. Così Daniel, trovando l’oggetto, si chiede: “Come ridare il portafoglio al legittimo proprietario?”. Ecco che gli viene in aiuto il social network più in voga: Facebook. Ed è proprio attraverso internet che Daniel contatta con un messaggio privato l’ansioso possessore e lo invita a San Francesco per ridargli il portafoglio. Fissano l’appuntamento e il favarese, un po’ sospettoso, si presenta con un amico. Quando Daniel gli restituisce l’oggetto, adesso non più smarrito ma ritrovato, lo invita a controllare se dentro c’è tutto. Soldi inclusi. Ed effettivamente, sono presenti i 35 euro che il proprietario sapeva di avere. E per usare una frase conosciuta a tutti, “tutto è bene quel che finisce bene”.
Questa, che sembra quasi una favola da raccontare ai bimbi prima di andare a letto, contiene tuttavia un’importante morale…In quanti, in questi tempi di aridità umana, si sarebbero presi la briga di contattare lo sventurato? E poi, in quanti in questi tempi di crisi e di dolore sociale avrebbero restituito il portafoglio con dentro i soldi? Sono, ovviamente, domande retoriche scritte con un po’ di malizia al fine di solleticare il lettore! Tuttavia, oggi più di ieri, possiamo davvero dire che esistono tante persone buone e caritatevoli. E molte animano la Tenda di Abramo di Fra Giuseppe. Grazie Daniel, sei un esempio positivo da seguire per tutti noi!