La legalità a Favara, chi l’ha vista? Sicuramente in pochi e in rarissime occasioni. Fa bene Gaetano Scorsone a promuoverla, mentre fa senso sentirla invocare da chi dovrebbe assicurarla quando ha le fette di prosciutto sugli occhi e non la garantisce alla cittadinanza. Suona come aggiungere al danno la beffa.
Se vogliamo dirla questa benedetta verità sulla stragrande maggioranza di politici che hanno amministrato la città e sulle istituzioni che dovevano vigilare e non lo hanno fatto bisogna dire che ai favaresi la legalità è stata ed è negata essenzialmente per il loro operato. E non basta parlarne, specialmente, quando non si è credibile.
Intanto il popolo ha la sua dignità e non partecipa alle manifestazioni, quando porta aperte le ferite della illegalità dilagante. Sono cittadini ai quali è stato negato, nel territorio, il diritto al lavoro e sono andati a cercarlo all’estero e nel Nord Italia. In pochi, strano a dirsi, parenti e amici dei politici si sono visti riconosciuti il diritto costituzionalmente garantito al lavoro, nella propria città. Il popolo, dal canto suo, non ne ha goduto.
Come non ha goduto al diritto alla casa, costretto come è stato a costruire abusivamente. Si dice e io ci credo che i controllori per chiudere gli occhi sull’abuso pretendevano un pagamento per solaio. C’era una sorta di tariffario da rispettare per evitare il sequestro del cantiere. Ci credo perché è umanamente impossibile non accorgersi di un fenomeno di gigantesche proporzioni che ha moltiplicato gli immobili fino a potere ospitare il triplo se non il quadruplo dei residenti. “Mura e futtitini” era la regola, anzi per certi versi lo è ancora. Anche al tempo del boom dell’abusivismo c’erano i sindaci, gli assessori e i consiglieri comunali. Alcuni di loro ci sono ancora.
E l’abusivismo non è solo nell’edilizia. C’è l’abusiva occupazione del suolo pubblico, ci sono, addirittura strade pubbliche chiuse dai cancelli dei privati. C’è nel commercio fino ad arrivare “all’abuso” di fare pagare le tasse senza dare adeguati servizi. Provate a fare una passeggiata lungo la via Ambrosini che costeggia il muro di cinta del cimitero, c’è da vergognarsi di vivere a Favara. Le sterpaglie hanno coperto il marciapiede e il luridume è ovunque. Non mancano gli incivili che quasi “invitati” dallo stato di abbandono dei luoghi lo peggiorano depositando la spazzatura. Tanto chi li controlla? Chi li denuncia? Il ragionamento è semplice “se non lo fanno le istituzioni, perché devo farlo io da semplice cittadino? Perché devo andarmi a cercare altri guai?” Si dovrebbero definire le parti. Quale è quella dei cittadini, quale quella del sindaco, degli assessori, dei consiglieri, dei dirigenti e impiegati comunali, dei vigili urbani e dei carabinieri.
Di contro sono convinto che tutti auspichiamo la legalità iniziando a puntare, finalmente, l’indice sui responsabili dell’illegalità. Viceversa preferiamo girarci le spalle e lasciare a chi ne ha voglia di semplicemente parlarne, aspettando tempi migliori, se arriveranno.