Inizio dalla fine dicendovi che la seduta del Consiglio comunale è caduta, come se fosse ancora tempo del babbio, per mancanza di numero legale dopo la trattazione del primo punto riguardante la discussione sulla predisposizione del piano di rientro pluriennale. Con nove presenti e diciotto assenti è caduta l’adunanza e adesso dovranno procedere ad una nuova convocazione.
Intanto, la seduta di oggi si è iniziata con gli interventi degli assessori Messinese e Chianetta che hanno tracciato un dettagliato resoconto di quanto ha prodotto l’amministrazione comunale sul fronte del risanamento delle casse comunali e sulla formalizzazione del piano di rientro. Ma il Consiglio comunale si aspettava “le carte” piuttosto delle parole, il risultato è stato un vespaio di polemiche.
“Il sindaco aveva promesso – ha detto Leonardo Pitruzzella in forte contrasto con l’assessore Chianetta – che avrebbe convocato le parti sociali e i consiglieri sulla redazione del piano di riequilibrio, mentre oggi dobbiamo solo ascoltare discorsi. Questo accade a quindici giorni dal termine ultimo per l’approvazione”.
Ha rincarato la dose Gaetano Airò. “Manganella vuole farci votare a sacco d’ossa per mettere tutti contro tutti e farci diventare la stampella di un sindaco incapace. Dove sono i documenti sui quali discutere e ragionare? Le favolette che ci hanno raccontato gli assessori non ci convincono, noi volevamo vedere le schede, gli elaborati del piano di riequilibrio e non ascoltare chiacchiere. Anticipo al sindaco che non ci sarà alcuna disponibilità a votare senza una precisa e minuziosa valutazione sugli atti. Non solo, dobbiamo avere il tempo di valutare e apportare le modifiche”.
Per Antonio Palumbo “ciò che oggi dicono gli assessori doveva essere fatto tre anni fa. La Corte dei conti non prenderà in considerazione il piano dell’amministrazione perché non è credibile. La Magistratura contabile prima e il Consiglio comunale dopo hanno chiesto già in passato a Manganella di intervenire sugli stessi punti che oggi lo stesso sindaco sta inserendo nel piano, quando per anni non ha fatto nulla. Sui beni comunali da alienare, vi ricordo che l’elenco dei beni da valorizzare e alienare doveva essere inserito nel piano triennale e non lo è stato”.
L’ultimo intervento, prima della chiamata dell’appello che ha decretato la caduta della seduta per mancanza di numero legale, è stato dell’assessore Lumia che ha ricordato a tutti che è proprio la sua generazione, “quella dei giovani ventenni e trentenni, a pagare il prezzo più alto di una trentennale politica sbagliata”. E nessuno può dargli torto.