le parole del presidente Moncada alla vigilia di gara-1 della finale della Serie A2 tra Moncada Agrigento e Manital Torino
Il presidente Salvatore Moncada ha rilasciato le seguenti dichiarazioni attraverso il sito ufficiale della società (www.fortitudoagrigento.it), alla vigilia della prima sfida tra la sua Fortitudo Moncada e la Manital Torino, che si terrà domenica 31 maggio alle ore 21 al PalaRuffini di Torino (diretta in streaming suwebtv.legapallacanestro.com).
La sua società sta continuamente aggiornando i primati: dopo la prima promozione in A2 Gold, i primi playoff, ora la prima finale. Come si fa a rimanere con i piedi per terra?
“Bisogna essere concreti nella vita, saper sognare ma tenere presenti anche i limiti che ognuno di noi ha. Forse la vera forza mia e di questo gruppo è stata quella di non impazzire, di programmare senza strafare. Alcune volte è difficile mantenere tutti con la testa sulle spalle, ma fino ad oggi ci siamo riusciti. Spero che qualsiasi risultato arriverà nessuno lo dimentichi”.
Sono nati alcuni slogan in questi giorni, tra cui #FortitudoFamily: ci sono tanti ex giocatori che sono venuti a sostenere la squadra in questi playoff, altri che hanno mandato messaggi di vicinanza in un momento così entusiasmante e importante. Cosa rappresenta per lei come presidente?
“E’ il mio motto, eppure molto spesso mi sono sentito guardare male quando sono arrivati nuovi giocatori, ed io ogni volta ho sempre detto che i risultati possono arrivare o no, ma la cosa principale è che dobbiamo stare bene assieme. Per me il basket e’ un hobby costoso, se devo stare male fuori delle partite preferisco non farlo, in ciò ovviamente ho trovato chi la pensava come me o forse più di me (coach Franco Ciani e il d.s. Cristian Mayer) e la solidità del nostro gruppo è probabilmente il risultato di questo”.
Mattia Udom è stato nuovamente convocato dalla Nazionale Sperimentale, Fabio Mian se l’è guadagnata l’anno scorso ad Agrigento: un bel biglietto da visita per la società e anche un invito ad altri giovani talenti. Ad Agrigento si cresce.
“Questo è merito di tutto lo staff tecnico, e penso che la sua qualità sia ormai nota in italia”.
Tornando al clima che si è creato attorno alla squadra: la Fortitudo sembra avere tutte le carte in regola per essere un importante centro di aggregazione e non soltanto una squadra di basket. Lei che cosa ne pensa?
“La nostra città sta vivendo un momento difficile. C’è un impoverimento repentino, molto spesso non analizzato e anzi mascherato, è sempre più difficile investire nello sport, ma se questo invece serve a dare dei messaggi positivi, a far stare meglio i nostri tifosi, a dare una immagine vincente di una città che è ultima praticamente su tutte le statistiche, penso sia il messaggio per cui facciamo questo e ci appaga. Spero che questo sia emulato anche in altri settori della nostra società civile”.
Questa finale contro Torino rappresenta di per sé un risultato fantastico, ma le finali si giocano per vincere. La Fortitudo Agrigento sarebbe pronta alla Serie A?
“Facciamo un passo alla volta, prendendoci ogni volta quello che riusciamo a guadagnarci. Ci hanno dato sempre una valutazione bassa all’inizio di oggi stagione, poi alla fine abbiamo primeggiato. In noi ci sono dei valori che ci permettono di compensare la nostra inesperienza, e noi non dobbiamo abbandonarli. Anzi, dobbiamo trasmetterli!”.