di COLAPISCI
NELLA SICILIA DEI PARADOSSI NON SI CONTANO GLI SPRECHI. SCONFITTI I PIU’ DEBOLI, I LAVORATORI CHE CON LA PERDITA DEL POSTO DI LAVORO PERDONO ANCHE LA DIGNITA’
Nella Sicilia dei paradossi la politica si diverte a sperperare? In tanti si chiedono: “Abbiamo scherzato? Svariati miliardi di lire spesi dalla Regione siciliana negli anni ’90 per formare gli operatori ex sportelli multifunzionali andati in fumo?”
È il convincimento che serpeggia tra i 1700 operatori esperti nelle politiche attive del lavoro che si ritroveranno a presidiare i cancelli di via Trinacria dell’assessorato regionale al Lavoro a Palermo in occasione dell’incontro fissato per il 4 giugno prossimo a partire dalle ore 11,30 tra l’assessore Bruno Caruso e le rappresentanza datoriali e sindacali per difendere il posto di lavoro.
Tema dell’incontro le politiche attive e passive del lavoro e l’Ente bilaterale. Convocazione che appare inusuale vista l’emergenza occupazionale in corso. Pare che al Governo regionale la questione sociale interessi poco. Sarà così?
Per i lavoratori si è di fronte al paradosso della ‘Buttanissima Sicilia’ per usare una sfumatura tanto cara allo scrittore-giornalista Pietrangelo Buttafuoco. Lavoratori riqualificati con ingenti risorse pubbliche e con 15 anni di esperienza sulle politiche attive del lavoro sono fuori dal programma Garanzia Giovani e dai progetti del governo Crocetta sulla ipotetica riorganizzazione dei servizi per l’impiego. Esecutivo regionale che – a parere dei lavoratori interessati – si accingerebbe solamente a ‘sprecare altre risorse pubbliche nella riqualificazione di altri lavoratori per le identiche competenze’. Il riferimento è ai 4 milioni di euro già stanziati dall’assessore Caruso per la riqualificazione dei dipendenti degli uffici periferici del dipartimento Lavoro.
Pare anche che i 4 milioni siano solo un anticipo e che l’operazione potrebbe costare circa 40 milioni in un progetto di intervento più complessivo di cui non è chiaro chi sarebbero gli attori.
Tale decisione, assunta dal Governo Crocetta potrebbe, tramutarsi nel licenziamento dei 1700 operatori esperti nelle politiche attive del lavoro, per effetto dell’assenza di commesse che obbligherebbe gli enti formativi di appartenenza ad avviare le procedure di mobilità di cui alla legge n.223 del 23 luglio 1991.
Che fine ha fatto l’accordo dell’8 aprile 2015 che prevedeva il riassorbimento degli operatori esperti in politiche attive del lavoro presso gli enti di appartenenza, compresi i lavoratori rimasti orfani di datore di lavoro per effetto dei disaccreditamenti, ad eccezione degli orientatori che avrebbero proseguito il loro impegno al Ciapi?
È calato il silenzio sull’intesa, nata dopo mesi di trattativa e tensione sociale. Eppure è stata spazzata via con incredibile leggerezza. Nessuno ne parla più. Nessuno ha più voglia di citare il contenuto di quell’accordo. Ci risiamo, impegni assunti e non mantenuti. Perché? Quali interessi nel frattempo hanno prevalso rispetto al percorso precedentemente tracciato? E perché dopo due anni e mezzo di Governo a trazione Pd si ha la sensazione di ritrovarsi al punto di partenza? Domande su domande, interrogativi e quesiti che resteranno orfani di risposta. La Sicilia mostra con tutta la sua aberrante inerzia le debolezze strutturali e l’incapacità di offrire una programmazione degna di una politica incisiva e produttiva. Il fallimento, ancoro prima che culturale, economico e sociale è politico. Un fardello che i siciliani portano sulle spalle e che difficilmente potranno liberarsene nei prossimi anni. Un destino per certi versi atroce ed ingiusto che annoda una stratificata concezione del fare politica scevra di radicamento territoriale. I più deboli, ancora una volta, sono costretti a pagare il prezzo più alto: la perdita del lavoro e con esso della dignità.
2 commenti
Finiamola di scherzare con il fuoco e con le vita di miglia di Lavoratori. I 40 milioni li togliamo a loro e li mandiamo tutti a casa. E’ questo quello che si meritano.La Sicilia mostra con tutta la sua aberrante inerzia le debolezze strutturali e l’incapacità di offrire una programmazione degna di una politica incisiva e produttiva.Si sbrighino a mettere in campo tutte le risorse per offrire e garantire alla Sicilia un servizio per il lavoro degno di un paese civile e sfruttare tutte le risorse, comunitari, nazionali e regionali possibili per far svolgere tutte le azioni previste per le Politiche attive del lavoro utilizzando le professionalità di noi operatori specializzati del settore, i quali abbiamo competenze ed esperienza acquisite nel corso degli anni, riqualificati a spese della regione e di cui la Regione Sicilia non ne può fare a meno.
Un assessore al lavoro impegnato ad accrescere il tasso di disoccupazione. Complimenti .