di COLAPISCI
LA LOTTA ALLA MAFIA E ALLA CORRUZIONE SI FA OGNI GIORNO ASSUMENTO UN COMPORTAMENTO OSTILE ALLE REGOLE DELLA CRIMINALITA’, CONDANNANDONE FERMAMENTE L’OPERATO COL COINVOLGIMENTO DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE
Quella che si consuma ogni giorno in Sicilia è sempre più l’antimafia di facciata?
Le dimissioni di Salvo Ferlito, presidente dell’Ance Sicilia, decisione assunta nelle scorse ore, seguono quelle eccellenti, di tre mesi fa, di Roberto Helg, presidente della Camera di Commercio di Palermo.
Entrambi esponenti di un sistema economico-sociale che rischia di apparire sempre più di facciata. È questo il volto siciliano dell’antimafia? Ovviamente no, ci rifiutiamo di crederlo. La lotta alla mafia in Sicilia ha partorito eroi veri che hanno veramente contrastato su tutti i fronti le cosche mafiose, senza mai tentennare o arrestarsi, fino al sacrificio più estremo: la perdita della propria vita.
Non serve l’antimafia di facciata né i codici etici sottoscritti e annunciati all’opinione pubblica se poi non si da seguito al rispetto delle regole pattuite e se alla base non cresce quell’alto senso civico a difesa del ‘bene comune’ che è la vera medicina per debellare le cellule tumorali mafiose che hanno ammalato la società siciliana. È il comportamento ostile di tutti i giorni verso la mafia e la sua organizzazione, quello che si misura sulle scelte del quotidiano vivere a tutti i livelli è il vero codice etico di cui la Sicilia ha bisogno a partire dalle giovani generazioni che vanno coinvolte nelle istituzioni scolastiche perché la facciata e la falsità non portano da nessuna parte.
Tornando alla cronaca di questi giorni, per il primo (solo in ordine di citazione e non certamente temporale) le dimissioni dall’Ance Sicilia arrivano a seguito dell’esito del processo che lo ha visto imputato e che si è concluso, nei giorni scorsi, con una condanna per l’appalto della strada provinciale 120 assegnato per 4 milioni e mezzo nell’aprile del 2011. Il gup Alba Sammartino ha condannato a tre anni, col rito abbreviato, il presidente siciliano dell’Ance. Due anni, invece, per sua moglie Sebastiana Coniglio, entrambi titolari della Comer Costruzioni Meridionali . Sono tutti e due accusati di avere truffato la Incoter, un’azienda confiscata alla famiglia Basilotta. La procura – al termine di un’indagine affidata alla Dia di Catania – avrebbe accertato di un accordo tra Salvatore Basilotta, figlio di Vincenzo, scomparso recentemente, e i titolari della Comer Costruzioni Meridionali per fare eseguire alla Incoter, impresa dei Basilotta confiscata, i lavori appaltati all’impresa di Ferlito.
In una nota stampa, dello scorso 5 giugno, Ferlito ha comunicato i motivi della propria decisione: “Al di là di quanto previsto dallo Statuto e dal codice etico dell’Ance riguardo al reato per il quale ho subito una condanna di primo grado, ho deciso di autosospendermi dalla carica di presidente regionale dell’Ance Sicilia. Ciò in quanto la eticità delle mie azioni e delle mie scelte va oltre le previsioni statutarie e del codice etico e si è sempre basata su una convinta adesione ai più elevati standard di comportamento etico e sulla prevalenza degli interessi dell’Associazione. Ho ritenuto la decisione indispensabile sia per favorire una serena verifica dei fatti da parte degli organi interni di vigilanza sulle cariche del sistema associativo Ance, sia per poter condurre al meglio la mia difesa personale nei prossimi gradi di giudizio in attesa di pervenire ad una conclusione che – ne sono fermamente convinto – attesterà la mia totale estraneità”.
Agli inizi del marzo scorso, era stato arrestato con l’accusa di estorsione, mentre intascava una tangente da 100 mila euro Roberto Helg. Agli arresti domiciliari, il protagonista di una lunga stagione della legalità e dell’antimafia, si è dovuto dimettere da presidente della Camera di commercio di Palermo e da consigliere d’amministrazione della Gesap, la società di gestione dell’aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo.
Eppure, fu proprio lui che nel luglio del 2014, parlando di corruzione in un’intervista dell’Agenzia Italpress, aveva detto: “Credo che tutti noi possiamo fare qualcosa e abbiamo il dovere di fare qualcosa contro la corruzione”.