IL CORTEO FARA’ CAPOLINEA AL TRIBUNALE DI PALERMO DOVE SARA’ CONSEGNATO UN ESPOSTO DENUNCIA SULLO STATO DI ABBANDONO DEL SETTORE
“La rivoluzione Crocettiana ha sbagliato obiettivo, ha gettato il bambino e tenuto l’acqua sporca. La marcia del 10 giugno coniuga la forma di ribellione di piazza con la richiesta di giustizia e legalità”. A dichiararlo Adriana Vitale, operatore esperto in politiche attive del lavoro intervenendo sulla manifestazione degli operatori della Formazione professionale che domani, 10 giugno, prenderà il via da Piazza Massimo, dov’è previsto il concentramento dei lavoratori e sfilerà in corteo sino a Piazza Vittorio Emanuele Orlando di fronte la sede del Tribunale di Palermo.
“Questo governo ha avuto mille occasioni per porre fine a questa mattanza da loro stessi causata – continua la Vitale – gliele abbiamo concesse tutte, l’ultima volta sono stati avvertiti che sarebbe stata l’ultima opportunità di dialogo”.
“Ci hanno ricevuti ma hanno sprecato la loro ultima occasione – riferisce l’operatore esperto in politiche attive del lavoro”.
“La marcia si concluderà non più nelle sedi del potere politico ma nelle sedi giudiziarie, quelle a voi, in specialmodo al presidente, tanto care – afferma la Vitale – dove denunceremo la mancata applicazione delle leggi, il danno economico e psicologico a migliaia di lavoratori e l’interruzione di pubblico servizio. Adesso basta: ‘Chi di sceriffate ferisce, di sceriffate perisce’”.
La manifestazione regionale degli operatori della Formazione Professionale siciliana nasce per rivendicare ‘Giustizia e legalità per il sistema formativo regionale’.
È prevista la consegna, da parte dei lavoratori, di un esposto denuncia sullo stato di abbandono in cui versa il sistema.
Un comparto, quello della Formazione professionale, ridimensionato, mortificato e ridotto a macerie e con una questione sociale che ha raggiunto livelli preoccupanti.
Un sistema formativo che non garantisce più ai giovani il diritto costituzionale a formarsi e professionalizzarsi.
Un comparto che ha registrato una macelleria sociale senza precedenti con circa 3 mila operatori rimasti senza lavoro, senza ammortizzatore sociale e senza futuro.
Il sistema formativo regionale è diventato terra di nessuno dove si registrano innumerevoli casi di mancato rispetto del Contratto collettivo di lavoro della categoria e delle leggi regionali di settore tuttora in vigore ma disapplicate.
Sono circa 8 mila i lavoratori che attendono da troppi mesi la retribuzione, con casi in cui il ritardo si avvicina incredibilmente a due anni.
I ripetuti impegni assunti dal Governo regionale sono stati sistematicamente disattesi pregiudicando ulteriormente l’erogazione della Formazione e la prospettiva occupazionale.
Una incertezza che tocca tutte le tre filiere del sistema formativo regionale: Interventi, Servizi e Istruzione e Formazione professionale.
1 commento
Qualcuno disse: n’ a nuci di tra u sa cu un fa’ scruscio , quando si tratto di qualche singolo licenziamento, per mano di qualche scellerato truffaldino! Adesso vediamo tante noce di cosa sono capace.