Gaetano Airò
Prendo spunto da un articolo intervista pubblicato qualche giorno fa da Franco Pullara, che nell’intervista dava voce all’ormai sempre più silente assessore Zarbo. Si proprio l’assessore Zarbo, in quell’articolo, parla in maniera minuziosa del silenzio dei partiti, del silenzio di chi sa e non dice. Lo stesso Zarbo in maniera omertosa dice ciò che gli altri non dicono. Lo dice da assessore, ormai, sempre più isolato nella giunta del desolato Manganella.
Spesse volte ci è capitato di ascoltare simili affermazione e spesse volte ci siamo immersi in dibattiti di questo genere. Partendo dalle paure di dire ciò che si sa o non dire ciò che si sa. Ebbene questo sentimento di angoscia e di sfiducia verso il ruolo dei partiti deriva dalla sfiducia verso chi ci governa.
Allora da giovane mi domando se è il caso di abbandonare tutto o avere il coraggio di assumersi le responsabilità.
Una possibile soluzione ci può essere e va cercata nel tentativo di costruire una nuova classe dirigente.
Una classe di dirigenti politici di enti locali, che consapevoli di queste paure e dei problemi che porta con se, si forma e cresce con l’orizzonte fissato verso il bene comune, con una spina dorsale nel segno della legalità.
Un nuovo sguardo di fiducia verso una nuova classe dirigente di ragazzi e ragazze che crescano insieme, che si fidino l’uno dell’altro e che insieme costruiscano una squadra dirigente preparata e competente, con l’obiettivo comune di portare le migliori energie lasciando a casa gli egoismi personali che quotidianamente danneggiano e logorano la nostra città
La città si formerà solamente se i suoi cittadini si fideranno e si sentiranno rappresentati da chi li governa.
Per questo motivo bisogna avere il coraggio di dire basta, bisogna avere il coraggio di cambiare pagina e riscrivere la storia del nostro paese.
Io da domani inizio.
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