I lavoratori sono la “risorsa personale” e come tutte le risorse va amministrata, viceversa è uno spreco. E nello spreco c’è sempre qualcuno che ci sguazza, mentre la popolazione subisce il danno.
Ieri pomeriggio, tre squadre di netturbini hanno pulito, ora ci vuole, a regola d’arte i Sette Cortili, piazza Cavour e piazza dei Vespri. Stamattina sono in via Roma. L’attività è sotto la sorveglianza dell’assessore Zarbo che si è messo in testa di portare nel nuovo appalto di igiene ambientale i tagli necessari per renderlo adeguato alla capacità di reddito dei contribuenti.
Gioacchino Zarbo fa il capocantiere per acquisire le conoscenze necessarie per meglio programmare il nuovo servizio con un accettabile rapporto qualità, costo.
Ha chiesto alle ditte che gestiscono il servizio i fogli delle presenze e ha preteso la presenza di un loro responsabile che attesti la bontà del lavoro eseguito per tutti i giorni.
Il risultato ad oggi è che nelle zone interessate non c’è un filo d’erba e il luridume ha lasciato spazio all’igiene.
Torniamo al concetto di risorsa. Al momento la risorsa del personale è amministrata e, in riferimento solo alla sindacatura Manganella, lo è per la prima volta dopo circa quattro anni.
Ovviamente, non è compito del sindaco e degli assessori, compreso Zarbo, svolgere l’attività di “capocantiere”, ché è demandata agli uffici comunali, meglio ai dirigenti che devono a loro volta amministrare le loro risorse del personale.
L’amministrazione comunale deve confrontarsi con i dirigenti, specie con quelli che hanno le fette di prosciutto sugli occhi. Vivono a Favara, ma non vedono e aspettano. Aspettano chi, di tanto in tanto, toglie loro il prosciutto dagli occhi. Al momento, ci sta pensando Zarbo a “non accontentarsi”, ché l’accontentarsi è sempre un brutto segnale. Io pago e pretendo la contropartita. Non mi accontento. E più alto è il prezzo, meno sono disponibile ad accontentarmi. Il servizio di igiene ambientale costa ai favaresi 5,7 milioni di euro all’anno e non possiamo assolutamente accontentarci.
Non solo. Se non saranno operati i tagli per il prossimo servizio che Manganella vuole di sette anni, con i costi attuali, pagheremo circa 40milioni di euro. Per la cronaca a fronte di una bollettazione di 5,7milioni all’anno il Comune incassa meno di 4milioni di euro. La rimanenza è debito che si aggiunge ad altri debiti, con il rischio del collasso finanziario e l’impossibilità a pagare i lavoratori, di scioperi e di restare sommersi nella spazzatura. E’ un problema serio che l’ex assessore Agrò con Zarbo hanno affrontato e adesso quest’ultimo ci prova da solo. Gioacchino Zarbo ha dichiarato di restare in Giunta solo ed esclusivamente per diminuire il costo del servizio. Qualora non dovesse riuscirci, le dimissioni sono pronte. Ma noi non vogliamo pensare ad una sorta d’opposizione all’interno della Giunta. Crediamo che Manganella e gli altri assessori abbiano lo stesso proposito di diminuire il costo del servizio.
Del resto, è chiaro che non si può chiedere ai favaresi di sostenere il peso di 40milioni in sette anni per i rifiuti, di 10milioni del piano di riequilibrio decennale, di circa 6milioni per il debito verso la Regione per l’Ato rifiuti e per gli debiti che si accumuleranno ogni anno per la parte delle bollette non pagate dall’utenza.
Mi piace pensare che alla fine della fiera, Manganella non ci lascerà in mutande.
2 commenti
Tra l’altro, leggo in questo servizio : “Gioacchino Zarbo ha dichiarato di restare in Giunta solo ed esclusivamente per diminuire il costo del servizio. Qualora non dovesse riuscirci, le dimissioni sono pronte. Ma noi non vogliamo pensare ad una sorta d’opposizione all’interno della Giunta. Crediamo che Manganella e gli altri assessori abbiano lo stesso proposito di diminuire il costo del servizio.”. Mi chiedo come non si possa non essere d’accordo da parte di tutti…….
Certamente il pessimismo e la rassegnazione a Favara sono cresciuti….ci vogliono esempi concreti e non parole…. e non mancano, fortunatamente, persone che a Favara non hanno perduto ancora la speranza ed io tra questi…… una sindacatura che era iniziata con le migliori speranza, non si può e non si deve concludere , dopo tutto quello che già avvenuto e sappiamo, con un popolo lasciato in mutande …… bisogna far crescere la speranza (ed il compito è anzitutto di quelli che ce l’hanno ) e quindi l’impegno di fatti concreti …….. In questo senso leggo un pensiero sulla speranza fattiva di Herbert Marcuse : “E’ solo a favore dei senza speranza che ci è stata data la speranza”.
Premetto immediatamente che capisco la “speranza cristiana” e che rispetto chi cristianamente ci crede.
Premetto che non c’è, con questo mio successivo scritto, nessunisissima volontà di polemica, ma solo il desiderio di esprimere un altro punto di vista.
Desidero solo farlo conoscere per il semplice motivo che molte volte se anziché limitarci a sperare pretendessimo civilmente i nostri diritti forse qualcosa in più, rispetto a quello che ci viene concesso, l’otterremmo.
Capisco altresì che diversi punti di vista possono anche essere spunto per una discussione serena e costruttiva che faccia crescere tutti.
14 agosto 2015. “La speranza è una trappola” diceva Mario Monicelli in una delle sue ultime interviste prima di togliersi la vita gettandosi nel vuoto dalla finestra della stanza al quinto piano dell’Ospedale San Giovanni a Roma, dove era ricoverato.
“La speranza è una trappola, è una cosa infame inventata da chi comanda.”