“Caro Direttore, potrei rispondere punto per punto alle gratuite affermazioni del suo editore a proposito della situazione finanziaria degli enti locali siciliani, ma preferisco farlo, inviando due articoli pubblicati sul Giornale di Sicilia e La Sicilia di oggi.
Entrambe le testate illustrano chiaramente qual è la “vera” situazione dei Comuni dell’Isola che è la stessa che io ho illustrato con il mio documento.
Spero che l’editore del suo giornale posso riflettere e la smetta di scrivere, solo per il gusto di polemizzare con il sottoscritto.”
Questo è il testo di una mail inviatami da Sasà Manganella, riferito all’editoriale a firma di Joseph Zambito nel quale si ricordano gli errori dell’amministrazione di Favara ritenendoli più dannosi dei tagli dei trasferimenti finanziari dello Stato.
Ora, posso capire il tentativo del sindaco di Favara nel cercare di coprire e confondere dentro il particolare momento di difficoltà finanziaria dei comuni siciliani, i suoi errori politici, ma non può passare che i danni a Favara siano per responsabilità del Governo nazionale, ché prima dell’arrivo dell’epidemia Renzi, noi favaresi eravamo già in fin di vita, finanziariamente parlando, e per mano di Manganella.
Vero è che Favara, come le altre città dell’Isola, è penalizzata dalla politica nazionale, innanzitutto, e regionale, dopo. I Comuni sono una sorta di agenzie per la riscossione delle tasse. Vero è che arrivano meno trasferimenti finanziari. Ma noi favaresi, prima di essere vittime di Renzi, siamo vittime di Manganella. Il sindaco ha licenziato Aipa e ha fatto bene, ma senza programmarne la sostituzione. Il risultato è che il Comune non riesce ad incassare i tributi e tira dritto verso il dissesto finanziario. Carta alla mano, possiamo dimostrare l’enorme responsabilità dell’amministrazione comunale, citando ad uno ad uno i richiami della Corte dei Conti e fare l’elenco delle inadempienze amministrative.
Certamente i tagli ai trasferimenti finanziari complicano la vicenda, ma a rendere gravissima la problematica sono state le scelte della politica locale.
Prima di scrivere l’articolo, ho avuto una lunga conversazione telefonica con Manganella su come dovrebbe essere amministrata Favara nei prossimi mesi fino alla fine del mandato elettorale. Intanto, ci dispiace l’atteggiamento del sindaco, che vorremmo diverso e più istituzionale verso tutti, stampa compresa. Vorremmo un Manganella che chiamasse alla collaborazione i parroci, le associazioni, i sindacati, i partiti politici per ragionare sulla città.
Due sono le scelte possibili. La prima è quella messa in atto da alcuni assessori, Zarbo, Chianetta, Sutera, Lumia che è quella del confronto con i cittadini sulle principali problematiche. Quella di aprirsi alla città per coinvolgerla nel processi politici, la seconda è l’ostinarsi ad andare avanti, così come è stato fatto negli ultimi quattro anni, senza curarsi di ciò che accade fuori del Palazzo.
La scelta è nelle mani di Manganella, mentre il conto da presentare al sindaco e ai partiti lo stanno già preparando i favaresi.
3 commenti
Il tempo stringe, e il Sindaco cerca di depistare i copiosi fallimenti aggrappandosi agli articoli pubblicati da alcune testate giornalistiche. Ancora peggio, cerca di addossare colpe a giornali che lui definisce di “certa stampa”, che non fanno altro che spronare l’amministrazione “cieca” a vedere i problemi che attanagliano Favara. Caro Sindaco, il confronto è sinonimo di democrazia ed accettare i fallimenti ha lei costa veramente caro. Piuttosto è meglio nascondersi dietro un dito con delle giustificazioni che non hanno senso. Di quale atto può vantarsi al raggiungimento di un’obiettivo? a noi “ci scusi la memoria” non ne viene in mente uno. Chiudiamo rammentando una frase “”IL SILENZIO E’ D’ORO””. FAVARA LIBERA
la dottoressa Vita no? ma io dico tutta la giunta è da rinominare con la prossima legislatura.
o meglio la prossima Consiliatura come ama dire il Sindaco?