Il Movimento 5 stelle Agrigento, attraverso la portavoce Marcella Carlisi, ha presentato un mozione all’amministrazione comunale al fine di utilizzare la legge regionale del 11 Agosto 2015 n.19 “Disciplina in materia di risorse idriche” per riporta la gestione pubblica del servizio idrico nel nostro comune.
L’amministrazione ha tempo 90 giorni per una deliberazione motivata che le farà riprendere il controllo dell’acqua in città. La nuova legge, anche per le resistenze della politica siciliana, da infatti ai sindaci soltanto questa finestra temporale per scappare dalla gestione privata affidata da un ATO che, di fatto, nella sua interezza, non si è mai costituito.
I sindaci potranno riprendersi le reti legittimati da una norma, Art.5 comma 6 della Legge Regionale 11 agosto 2015 n.19, che glielo consente. E’ una scelta seria che tutela il volere dei cittadini, quello testimoniato dalla massiccia partecipazione ai referendum del 2011 a cui magari qualcuno continuerà a fare resistenza, cercando cavilli per mantenere una gestione privata da cui adesso si ci può liberare.
Questa è solo una prima importante iniziativa del Movimento 5 Stelle che si impegnerà nel pressing sull’amministrazione per il rispetto della volontà popolare. Inviteremo i cittadini a scendere in piazza per chiedere con noi il rispetto della nuova legge che ribadisce che l’acqua è un diritto e non un bene di lusso.
Nella nuova legge si ribadisce il concetto espresso dallo statuto della nostra Regione, nell’art 1 si legge che la Regione: “considera l’acqua bene comune pubblico non assoggettabile a finalità lucrative quale patrimonio da tutelare, in quanto risorsa pubblica limitata, essenziale ed insostituibile per la vita e per la comunità, di alto valore ambientale, culturale e sociale. Considera, altresì, che la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile ed all’acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi costituiscono un diritto umano, individuale e collettivo, non assoggettabile a ragioni di mercato, così come sancito dalla Risoluzione n. 64 approvata dall’Assemblea generale dell’ONU il 28 luglio 2010.”
Si ribadisce che: “La disciplina dell’affidamento della gestione del servizio idrico integrato è di prevalente interesse pubblico e non riveste carattere lucrativo.”
La nuova Legge impone, tra l’altro: il miglioramento della qualità delle acque, sotto il profilo igienico-sanitario e nel rispetto degli obiettivi relativi al buono stato ecologico delle acque; la realizzazione di un efficace sistema di trattamento delle acque reflue e del riciclo delle acque utilizzate con l’attività di recupero delle acque meteoriche e la progressiva sostituzione degli impianti di depurazione convenzionali con impianti per il trattamento, il recupero e il riutilizzo delle acque grigie e nere; la prevenzione del rischio idrogeologico e di frana garantendo, prioritariamente, la sicurezza delle popolazioni e delle infrastrutture; l’erogazione giornaliera per l’alimentazione e l’igiene umana di un quantitativo minimo vitale pari a 50 litri per persona per tutti i residenti della Regione.
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