di Colapesce
Il Governo regionale esce allo scoperto e finanzia parte del piano formativo della Regione siciliana per il 2016 con gli stipendi degli operatori della Formazione professionale. È proprio così? Non è un paradosso e non è neanche un’affermazione polemica, ma sa tanto di cruda e amara verità. Vediamo di rappresentarla nel migliore dei modi, con umiltà e cercando la chiarezza come si confà alla tradizione sicula e alla storia del teatro siciliano tra grottesco e dramma, farsa e pessimismo esistenziale magistralmente rappresentato nel tempo da illustri autori come Nino Martoglio, Luigi Capuana, Vitalino Brancati, Federico De Roberto, Giuseppe Fava o da mostri sacri della letteratura come Giovanni Verga, Luigi Pirandello e Leonardo Sciascia.
Quella che, nel nostro piccolo, cerchiamo di raccontiamo è il folle disegno, la strampalata iniziativa dell’esecutivo regionale, mezzo politico e mezzo tecnico, guidato dal presidente Rosario Crocetta e sostenuto da diverse forze politiche, con PD e UDC in testa, anche con apporti trasversali, in perfetto stile farsesco, che pare voglia sferrare il definitivo colpo mortale ad un comparto già caratterizzato da una ‘macelleria sociale’ senza precedenti nella storia autonomistica siciliana.
Un colpo quasi mortale per il fragile sistema di tutele e garanzie occupazionali del settore della Formazione professionale che apre lo scenario a migliaia di licenziamenti.
La favola è presto raccontata: con 124 milioni di euro, somma ottenuta sottraendo quanto destinato agli allievi e la quota gestione appannaggio degli enti formativi, che in totale fa 167 milioni, si possono occupare 3 mila lavoratori con un costo annuo medio per operatore di circa 35 mila euro. Se il costo orario scende a 29 mila euro il numero dei lavoratori occupabili sale a 5 mila e 900. Questo è quanto prospetta il Governo regionale. È cioè l’ennesima guerra tra poveri.
Una maniera sibillina per contrapporre enti formativi e lavoratori. Una formula destinata ad alzare la tensione sociale perché mette in contrapposizione anche tra di loro i lavoratori.
È questa la soluzione migliore per garantire la sussistenza del settore ed l’erogazione della formazione professionale ai siciliani? È questo il clima migliore per affrontare il prossimo anno formativo? Non sarebbe stato più corretto presentarsi alla Sicilia con una programmazione complessiva, che mettesse dentro, la formazione per i minori (IeFP), le politiche del lavoro, le misure di sostegno alla fuoriuscita, al prepensionamento, alla riqualificazione? Non sarebbe stato più coerente rispetto ai siciliani, agli operatori, agli enti formativi? Oppure l’imminente campagna elettorale ha offuscato le migliori menti al seguito del Governo regionale?
La verità è che in tre anni il Governo Crocetta ha ridotto in maniera robusta le risorse al settore senza preoccuparsi dell’impatto sociale e senza predisporre misure di sostegno per i lavoratori in uscita.
Operatori che sono stati abbandonati a se stessi da un ‘esecutivo e dalla politica regionale in generale che non si è minimamente preoccupata di arginare il collasso sociale.
Oggi sono solo i lavoratori a pagarne le conseguenze e quel che è peggio a doversi fare la guerra per togliere a qualcuno per darlo ad altri.
Un Governo regionale fallimentare che non ha saputo o voluto individuare un percorso virtuoso che individuasse un ventaglio di misure atte a sostenere la fuoriuscita, il prepensionamento e i processi di mobilità e riqualificazione per il ricollocamento dentro e fuori il comparto della formazione professionale.
In buona sostanza, la patata bollente passa nelle mani di sindacati e associazioni degli enti che dovranno accollarsi la scelta se licenziare o ridurre il costo orario di una parte dei dipendenti, in barba al Contratto collettivo di lavoro sottoscritto ed alle tabelle economiche ivi contenute.
Il demansionamento dei lavoratori abbisogna di un accordo sindacale. Le organizzazioni sindacali firmatarie del Ccnl di categoria restano in silenzio per il momento trovandosi in enorme difficoltà, visto che dovrebbero rimangiarsi gli istituti contrattuali.
La verità è che questo Governo regionale continua a giocare con i lavoratori e con il futuro delle loro famiglie. Tanto valeva dire subito dove stava il trucco ed evitare incontri e riunioni perdi tempo precedenti alla pubblicazione dell’Avviso 1 del 2015 e nate col solo scopo di acquisire preventivamente l’ok dai sindacati. Aspetto non di poco conto perché avrebbe messo al riparo l’esecutivo regionale che poteva scaricare sulle organizzazioni sindacali gli effetti della maldestra manovra a danno dei lavoratori.
3 commenti
L’articolo contiene un errore forse una svista perché bisogna scendere a 21.000 il costo del personale per far rientrare 5.900 lavoratori e non 29.000 come riportato erroneamente nell’articolo
La verità è che sono un insieme di ignoranti, che della formazione e dei lavoratori non gliene è mai frgato niente, che hanno fatto tavoli e tavolini solo per prendere tempo, che non sanno progettare nè gliene frega niente di progettare un tubo. L’unica cosa che sanno fare e che gli interessa è prendere questi stipendi inammisibili e farsi portare in giro con le autoblu. Sanno che alla fine di questa legislatura disgraziata non prenderanno voti e se la devono godere tutta adesso, prendendo in giro i lavoratori e facendogli credere che risolveranno i problemi che loro stessi hanno creato? Vorrei vederli tutti a chiedere l’elemosina e bussare a tutte le porte per chiedere aiuto. Sarei ben lieta di sbattergli la porta in faccia mentre fingo commozione e prometto di aiutarli. Nè più nè meno quello che fanno loro.
Non mi fiderei di questa assessore postina neanche per farle attaccare un francobollo. Incapace con la faccia di bronzo. Ritirati!