Si racconta che ai tempi della fame, quando si andava a lavorare nelle campagne per un tozzo di pane, un proprietario terriero, per sfruttare ancora di più la già sfruttata manovalanza, si sia inventato un metodo tutto suo: l’ovu. Meglio, il terrore dell’ovu.
Se ne stava sul terrapieno della sua masseria a controllare il lavoro dei contadini. Ogni tanto ne chiamava uno e preso in disparte gli offriva un uovo sodo. “Sei un bravo lavoratore e ti meriti questo uovo, mangialo, ma non dirlo agli altri”. Il bello della storia è che il padrone, a giro, si chiamava tutti i contadini ai quali regalava l’uovo avvertendoli di non dirlo agli altri. E loro, ad uno, ad uno, mangiavano l’uovo guardandosi bene di non farlo sapere. Mangiavano la loro condanna, ché il padrone, appena rallentavano nel lavoro, gridava dall’alto del suo podere: “A ttia di l’ovu”. E siccome tutti avevano mangiato l’uovo, tutti si davano verso a faticare di più perché il padrone li controllava.
Al momento la favola rivive, per certi versi, nella politica favarese. Il proprietario terriero è, nella sua nuova veste, il sindaco Manganella, i contadini che hanno mangiato l’uovo di nascosto, sono alcuni politici che fino a ieri lo attaccavano, mentre la frase “A ttia di l’ovu” nella sua versione attuale è “Nei prossimi giorni, renderò noto un dossier dove, con nomi e cognomi, indicherò, con dati certi ed inoppugnabili chi, in tutti questi ultimi decenni, ha speso con allegria le risorse del Comune, favorendo amici e parenti”.
Parlavano di siringhe, profilattici, giocattoli, libri e l’elenco è lungo, ma a Manganella è bastato dire “A ttia di l’ovu” per metterli a tacere. Dimostrazione che hanno mangiato l’uovo di nascosto come i contadini della nostra storia, certamente come i ladri.
“A ttia di l’ovu” sta funzionando dal mese di Giugno quando Manganella ha gridato la frase magica.
L’unica amara discordanza tra l’aneddoto e la realtà sta nel fatto che, in quest’ultimo caso, l’uovo non appartiene al proprietario terriero, oggi nei panni del sindaco, ma è dei favaresi.
Qualcuno così come dice Manganella ha mangiato l’uovo dei cittadini spendendo “con allegria le risorse del Comune, favorendo amici e parenti”.
Intanto, sono trascorsi, dall’avvertimento del sindaco, quattro mesi di silenzio, di tregua retta da una sorta di equilibrio raggiunto dalle parti in causa, dimostrazione che di mangiare hanno mangiato, ovviamente a nostre spese.
E’ davvero triste parecchia parte della storia politica di Favara.
5 commenti
A Favara parlare di “Politica” (onesta o meno, bella o brutta) mi pare una cosa un poco fuori luogo. Parlerei di “Casato” o “Famiglia”. Faccio la conta tra i miei parenti per quanti voti posso racimolare, poi cerco una “bandiera” disponibile e mi candido. Se sono eletto il programma che dovrò seguire non è quello della “Bandiera”, ma quello della “Famiglia” con cui ho legami di sangue. Imparerò a dire, ogni volta che apro bocca, “Per il bene dei miei concittadini” ed è fatta! Mangerò l’uovo il rosso, il bianco e pure la buccia (pare che sia ricco di calcio). E Tanti Saluti!!!
l’articolo mi è piaciuto molto, è davvero carina l’analogia tra la storia raccontata, l’uovo mangiato di nascosto, aneddoto che io per altro non conoscevo, e la vicenda attuale del sindaco, ma noi del Partito della Rifondazione Comunista, non voglio fare assolutamente sterili polemiche con Lei direttore, l’uovo non l’abbiamo mangiato, anzi abbiamo esortato il sindaco a farli questi benedetti nomi, pure con dei manifesti murari, ma niente, la nostra azione è rimasta inascoltata
Ma a quanto pare,egregio direttore, a chiedere a manganella di fare i nomi dei vecchi e dei nuovi politici che hanno usufruito delle cariche pubbliche siamo rimasti veramente in pochi, o perchè onesti o perche scecchi , mentri gli altri che erano e sono i sperti e di cui alcuni, nelle more hanno cambiato casacca,indossando la maglia dei moralisti! Manganella sollecitato dai suoi articoli, con il racconto ben fatto di ,attia di l’ovu,sarebbe opportuno,per come esternava lo stesso,con prove inoppugnabili,facesse nomi,cognomi,delibere, atti o fatti a loro imputabili in modo da chiudere questa miserabile vicenda,da cui si capisce lo spessore politico che è arrivata questa legislatura. A Favara,come in altri paesi della Sicilia,si dice : ariu nettu, unn’avia paura di troni!
A Favara, come anche altrove in tanti Comuni della nostra provincia….non si capisce perché i servizi…..acqua…rifiuti….ecc. ecc…debbano costare il doppio, o forse ….come tanti dicono e dimostrano con riferiemnti precisi ad altre realtà del Nord…addirittura il triplo……nel silenzio e rassegnazione…..degli amministratori eletti al popolo…….anche di quelli che prima di essere eletti si erano battuti contro queste che consideravano “ingiustizie”……e per queasto sobillavono il popolo e ceracvano di svegliarlo………e poi invece !!!…..chissà se c’entra l’ovu……
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Carissimo Don Diego, L’ovu c’entra, c’entra nel suo ragionamento e non solo. Fa pure centro.
Saluti Franco
A TTIA DI L’OVU !!! e noi aggiungiamo da (gaddrina). Ormai non è rimasto più nulla, i favaresi vengono messi all’oscuro di tutto ciò che è stato un sistema clientelare e di spartizione. (abbiamo conferma nelle dichiarazioni fatte dal sindaco alcuni mesi fa). Avvertimento o ricatto? Questo dovrebbero spiegarlo gli attuali rappresentanti della corte D’assise, che alla parola magica A TTIA DI L’OVU si sono tutti zittiti. E’ vergognoso e inaccettabile che oggi a distanza di tanti anni possano funzionare ancora questi schifosi atteggiamenti. Come si può chiedere ai cittadini il rispetto delle leggi quando chi le rappresenta fa tutto all’opposto? Nell’augurio che presto si chiuda questa parentesi politica, non rimane che attendere ed esseri attenti, alle prossime elezioni facendo particolare attenzione ai lupi che si travestiranno d’ agnelli. FAVARA LIBERA