L’edizione della fiera favarese 2015 si può ribattezzare ironicamente “la fiera dell’austerità”. Questi anni di politica di rigore stanno condizionando le nostre vite sempre di più, fino a rischiare di far scomparire, nel nostro caso, una tradizione popolare che si tramanda almeno dal XIX secolo.
Andiamo ai fatti. La TOSAP ovvero la tassa sul suolo pubblico è stata aumentata di circa il 500%. Tale aumento ha scoraggiato la maggior parte dei commercianti che si era detta pronta a disertare il classico evento. L’amministrazione comunale, tre giorni prima dell’inizio della fiera ha corso ai ripari non applicando un ulteriore aumento che una legge regionale prevede per le fiere.
Troppe tasse soffocano commercianti e consumatori. E molto spesso i tributi sono aumentati non per migliorare lo stesso servizio sul quale sono applicate, ma per tappare i tanti buchi del bilancio comunale. L’aumento dell’imposta sull’occupazione del suolo pubblico risponde, infatti, all’esigenza del piano decennale di ripianamento del debito che l’amministrazione Manganella ha presentato al Ministero degli Interni. Hanno aumentate le tasse nel tentativo di scongiurare il tracollo finanziario del Comune, senza stare a guardare la capacità di reddito del contribuente.
Fatichiamo a capire, infatti, come il venditore di caramelle possa adempiere al pagamento di tale esosa tassa. Cosi come altri commercianti. Ecco perché mancano all’appello almeno circa 400 metri di fiera. Anche la gente comune, falcidiata da questi anni di crisi economica preferisce restare a casa, perché non può spendere. I pochi utilizzano la via Cicero e Di Francisca per fare una passeggiata e magari scambiare qualche parola con vecchi amici. Si compra poco e si paga tanto. Non è un caso che stamane alle ore 12,00 l’affluenza alla fiera era scarsa. Ci giungono notizie che anche la fiera degli animali non pullulava di gente.
Sono finiti i tempi in cui la fiera era intesa come un’opportunità sia per i commercianti che per i consumatori.
I commercianti avevano la possibilità di vendere i loro prodotti ad un pubblico più vasto, mentre per i consumatori rappresentava un appuntamento irripetibile per risparmiare.
Oggi, la politica maldestra ha fatto perdere tutti.
4 commenti
Certamente non siamo stati noi cittadini favaresi a distruggere, sperperare e dilapidare le risorse economiche che le casse comunali hanno introitato nell’ arco del tempo!
Certamente non sono stati i cittadini favaresi a distruggere, sperperare e dilapidare le risorse economiche che le casse comunali hanno introitato nell’ arco del tempo!
Ormai, i politici, hanno svuotato e dissanguato le tasche di noi cittadini e adesso non siamo in grado di spendere in fiera.Più si aumentano le tasse e più si invitano i cittadini ad evadere e nel contempo meno introitano le casse comunali!
Caro Pasquale,
Bene dici di una tradizione del XIX Secolo e desideravo ricordarvi che di tradizione non ha più nulla né commercialmente né di utente consumatore,abbiamo un mercato settimanale che risponde all unisono alla fiera favarese del XXI secolo.
La parte commerciale di Favara soffre e voi ancora pensate a quei commercianti che rispettiamo, ma che si portano via parte di economia..,siamo alla follia è al buonismo cosmico.
Prima di parlare di tasse affrontiamo il concetto di “fiera” il suo “luogo” e ” l utenza” aldilà della crisi l utenza é stata disabilitata.
Punterei a farne mancare 800 metri l anno prossimo.
Con Stima.
Luigi Cavaleri,
hanno dissanguato le casse anche i dipendenti comunali, prendendo uno stipendio (pagato con le nostre tasse) e andando a vegetare in ufficio o a favaresi i fatti propri in giro per la città.
Eppure quelli sono cittadini (molti anche grillini!), non politici.
La verità è che il problema sono i favaresi.